Il dossier del Viminale fotografa la distanza tra propaganda e realtà. Gli sbarchi sono più che raddoppiati, gli arrivi dalla Tunisia pure. E sul fronte del dissesto idrogeologico le notizie non sono certo buone
Ma come, la destra al governo non era quella dei freni all’immigrazione illegale? E Giorgia Meloni non vanta forse di aver spinto l’intera Europa a un accordo con la Tunisia? Il dossier di Ferragosto del Viminale fotografa la distanza tra propaganda e realtà. Non solo gli sbarchi aumentano, ma anche sul fronte del dissesto idrogeologico le notizie non sono certo rassicuranti.
Gli sbarchi raddoppiati
I dati del ministero dell’Interno riportano un raddoppio abbondante del numero di sbarchi. Rispetto all’anno precedente, l’aumento è del 115 per cento.
Dal 1 gennaio al 31 luglio 2022 gli immigrati sbarcati erano oltre 41mila; nello stesso arco temporale, ma dell’anno successivo – dunque nei mesi del governo Meloni – la cifra sfiora i 90mila.
Il ruolo delle ong, ingigantito nella propaganda governativa, risulta peraltro marginale rispetto alla cifra complessiva: solo il 4 per cento dei soccorsi è effettuato da organizzazioni non governative (rispetto al 15 per cento dell’anno precedente).
Il boomerang tunisino
E il memorandum d’intesa con la Tunisia? Nella versione meloniana avrebbe dovuto replicare lo schema turco, e cioè esternalizzare – contenere – gli arrivi. Su Domani lo avevamo ribattezzato “memorandum of misunderstanding”, anticipando che la stretta di mano col dittatore tunisino Kais Saied si sarebbe rivelata vuota.
I dati non smentiscono questa analisi, anzi.
I flussi dalla Tunisia, in termini percentuali, sono quasi triplicati rispetto all’anno prima.
Nell’èra Meloni, da gennaio a luglio compreso, gli sbarchi dalla Tunisia sono stati oltre 54mila, e oltre il 61 per cento del totale. Nel 2022 invece erano 11mila, e circa il 27 per cento dell’ammontare complessivo.
I territori fragili
Il rapporto di sicurezza del Viminale è utile anche per ripassare – in tempi di negazionismi climatici e di destre anti clima – i disastri che negli ultimi mesi hanno attraversato la penisola, da Ischia all’Emilia-Romagna; e fare i conti con la nostra effettiva capacità di farvi fronte.
I vigili del fuoco sono dovuti intervenire – dal 1 gennaio al 10 agosto di quest’anno – per oltre 138mila incendi, di cui più di 45mila riguardanti incendi di vegetazione.
Le cifre del dissesto: più di 26mila gli interventi per danni idrici e idrogeologici. La cifra secca colpisce ancor di più se rapportata a quella dell’anno precedente, quando non si arrivava ai 17mila.
Gli interventi per danni idrici e idrogeologici sono aumentati di quasi il 60 per cento.
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