Il tribunale del Riesame di Firenze ha accolto il ricorso della procura antimafia contro la decisione del giudice che inizialmente aveva negato la misura cautelare ai danni di Salvatore Baiardo.

Per i giudici l’ex gelataio, già condannato per aver favorito la latitanza degli stragisti Graviano, deve andare ai domiciliari con il divieto di comunicazione con i congiunti. Per l’esecuzione della misura disposta bisogna attendere, in caso di opposizione da parte della difesa, il pronunciamento della corte di Cassazione.

Il Riesame ha accolto il ricorso solo nella parte relativa alla calunnia ai danni di Massimo Giletti, il conduttore della trasmissione Non è L’Arena, chiusa da La7 a metà aprile.

Tutto ruotava attorno a una foto, vicenda rivelata da Domani, che ritrarrebbe Giuseppe Graviano, l’ex generale Francesco Delfino e Silvio Berlusconi. Uno scatto, risalente ai primi anni novanta, del quale Baiardo aveva parlato con Giletti prima di negare tutto davanti ai pubblici ministeri, smentito dalle intercettazioni telefoniche che hanno confermato la veridicità del racconto del conduttore.

Il Riesame ha accolto quindi il ricorso per il delitto di calunnia ai danni di Giletti e del sindaco di Cesara, Giancarlo Ricca, accusato di aver movimentato i soldi dei Graviano e di aver comprato una casa con quel denaro. Era tutto falso. I giudici, invece, hanno respinto l’altra parte del ricorso relativa al presunto favoreggiamento di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri visto che gli elementi raccolti non hanno raggiunto la soglia della gravità indiziaria.

L’ex senatore forzista è indagato, lo era fino alla morte anche l’ex presidente del Consiglio, per concorso in strage, accusato di essere il mandante delle stragi sul continente, realizzate nel 1993 dalla mafia. Le indagini precedenti con le medesime accuse sono state tutte archiviate. 

 

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