Mentre il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, attacca il giornale per le sue inchieste e i carabinieri entrano in redazione per sequestrare un articolo, da più parti arriva la solidarietà
Decine di messaggi di solidarietà sono arrivati alla redazione di Domani dopo l’ennesimo attacco alla libertà di informazione. Lo scorso venerdì le forze dell’ordine si sono presentate nella redazione di Domani esibendo un provvedimento di sequestro per un articolo a firma di Giovanni Tizian e Nello Trocchia riguardante la condanna di Simone Di Marcantonio, a seguito di una denuncia da parte del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon.
Una procedura a dir poco irrituale, motivata con la necessità di procurarsi l’articolo stesso (peraltro reperibile già pubblicamente sul sito del giornale). Come scritto dal Comitato di redazione, Domani si trova per l’ennesima volta messa all’indice da un membro del governo: già la presidente del Consiglio Giorgia Meloni stessa non ha esitato, neppure a incarico assunto, nel voler portare in tribunale il direttore e il vicedirettore di questo giornale.
Il sostegno
Tra i primi ad aver sostenuto Domani c’è il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Vittorio di Trapani, che si è presentato in redazione per chiedere esprimere la sua solidarietà. Su Twitter ha scritto: «Il sequestro di un articolo già pubblicato, e disponibile online, può apparire grottesco. In realtà è un atto che sa di bavaglio. Al fianco della redazione de Domani giornale».
Anche il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha espresso solidarietà. Diversi parlamentari denunciano l’attacco politico alla libertà di stampa. Chiara Gribaudo, deputata del Partito democratico, ha scritto su Twitter: «Solidarietà alla redazione di Domani. Uso strumentale della querela non diventi un modo inaccettabile per limitare la libertà di stampa. Brutto clima».
Le fa eco Angelo Bonelli dell’Alleanza verdi-sinistra: «Quello che è accaduto al quotidiano Domani è vergognoso e inaccettabile per un paese democratico. La mia solidarietà ai giornalisti di Domani».
Il caso ha avuto risonanza anche a Bruxelles. L’europarlamentare dei verdi tedeschi, Alexandra Greese, ha scritto: «Ecco come il governo italiano attacca la libertà di stampa: (manda la) polizia in redazione e fa slapp contro i giornalisti. L’estremismo di destra ha paura della stampa libera».
Giuseppe Giulietti, ex presidente della Federazione nazionale stampa italiana, ha scritto un articolo pubblicato il 6 marzo sugli attacchi alla stampa indipendente pubblicato sul sito dell’associazione Articolo 21.
«Perché il sequestro? La difesa non ha accluso agli atti gli articoli? La Procura non aveva altri mezzi? Perché questo metodo oggettivamente intimidatorio», si domanda Giulietti. «Sbaglia chi pensa che siano “affari loro”, questa vicenda riguarda l’articolo 21 della Costituzione, come da tempo hanno denunciato anche la federazione della stampa e l’ordine dei giornalisti – aggiunge Giulietti – Quello che é accaduto si aggiunge alla lunga lista di querele bavaglio, alla mancata tutela delle fonti e del segreto professionale, alle modalità di applicazione delle norme sulla presunzione di innocenza, alle minacce quotidiane verso chi ancora osa rivolgere domande scomode e sgradite agli oligarchi di turno».
© Riproduzione riservata