- Un anno fa l’Anas ha deciso di monitorare 34 viadotti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e ha affidato l’intervento a Ntsg, una società specializzata collegata a Fastweb.
- Ma dall’intervento è rimasto escluso il viadotto sul fiume Torbido, vecchio di mezzo secolo, poggiato su una frana in movimento e la cui stabilità è a rischio.
- Della vicenda si sta interessando anche l’Ansfisa, l’Agenzia statale per la sicurezza dei trasporti stradali e ferroviari.
Il viadotto a rischio crollo sul fiume Torbido nel tratto lucano della Salerno-Reggio Calabria è stato escluso dall’elenco dei 34 di quell’autostrada sottoposti un anno fa a monitoraggio.
Lo ha deciso l’Anas, l’azienda pubblica delle strade che è la concessionaria dell’infrastruttura e di cui è amministratore e direttore Massimo Simonini.
Il motivo di questa esclusione non è chiaro, ma risulta sorprendente dal momento che l’Anas è pienamente a conoscenza del rischio rappresentato dal ponte sul Torbido. Quel ponte è vecchio di mezzo secolo, poggia su una frana in movimento e una decina di anni fa era stato deciso il suo abbattimento per poter procedere alla costruzione di una nuova opera.
Il piano di controllo
Il monitoraggio dei 34 viadotti autostradali è stato affidato alla ditta Ntsg collegata a Fastweb guidata dall’ingegner Paolo Persi del Marmo, ma secondo quanto risulta dalla documentazione di cui il nostro giornale è entrato in possesso il viadotto del Torbido è stato tenuto fuori dall’operazione nonostante l’acquisizione di nuovi dati aggiornati sulla infrastruttura sarebbe stata preziosa, opportuna e necessaria.
Nel frattempo l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei trasporti (Ansfisa) ha deciso di approfondire la vicenda della mancata costruzione del viadotto.
La storia è stata raccontata alcuni giorni fa dal nostro giornale e presenta aspetti grotteschi e allo stesso tempo molto preoccupanti per la circolazione stradale.
L’interessamento dell’Ansfisa è tempestivo e opportuno e sostanzialmente inevitabile. Il ponte vecchio di mezzo secolo, mal tenuto e oggetto di interventi di consolidamento che hanno lasciato il tempo che trovano, è un pericolo per la sicurezza dei trasporti su una delle arterie più lunghe (430 chilometri circa) e importanti d’Italia. In tutti questi anni ai rischi del viadotto del Torbido è stato di fatto messa la sordina dai dirigenti che si sono succeduti alla guida dell’Anas.
All’azienda pubblica delle strade sanno da almeno più di quindici anni che il viadotto del Torbido è un problema grave e serio perché la stabilità dell’infrastruttura è a rischio. Sanno, in sostanza, che sulla più importante autostrada che hanno in gestione c’è un buco nero, come è stato definito il viadotto del Torbido dal giornale la Nuova del Sud che per primo ha svelato la faccenda.
Un ponte lungo poco meno di 400 metri poggiato su una frana in movimento e che sta in piedi solo perché dal terreno circostante l’Acquedotto della Basilicata continua a tirar su acqua a un ritmo di 350 litri al secondo. Se per qualche motivo questo emungimento dovesse essere interrotto ci sarebbe il rischio molto concreto di crollo, come spiega l’ingegner Nicola Troccoli, il professionista a cui era stato affidato a suo tempo il compito di progettare un nuovo viadotto che poi però non è mai stato fatto.
Prima di consegnare il progetto Troccoli aveva ovviamente studiato a fondo le caratteristiche del vecchio manufatto e quelle del terreno circostante.
Le condizioni
In sostanza sulla Salerno-Reggio c’è un ponte che si trova nelle stesse condizioni in cui versava il ponte Morandi di Genova prima del crollo.
Anche in quel caso molti sapevano che l’infrastruttura era vecchia e presentava molti aspetti critici.
Proprio per questo nel corso degli anni furono programmati ed effettuati numerosi interventi di manutenzione, rivelatisi insufficienti perché condotti al risparmio per garantire il massimo dei profitti al concessionario gestore, la società Autostrade per l’Italia (Aspi) della famiglia Benetton e degli altri azionisti.
Anche per il viadotto del Torbido il concessionario Anas avendo consapevolezza dei rischi, una quindicina di anni fa aveva ritenuto opportuno che si dovesse intervenire con una soluzione radicale.
Nel progetto iniziale era previsto che il vecchio ponte fosse buttato giù e sostituito con un ponte nuovo di zecca.
L’opera rientrava nell’ambito di un intervento gigantesco, la costruzione del secondo megalotto nel tratto lucano dell’autostrada Salerno-Reggio tra gli svincoli di Lagonegro nord e Lauria sud. La realizzazione del viadotto era stata programmata e concordata dall’Anas con la ditta costruttrice italo spagnola Sis che fa capo al gruppo piemontese Dogliani. Il progetto era stato eseguito dall’ingegner Troccoli, un professionista di alto livello che ha progettato anche l’autostrada Pedemontana Veneta.
Troccoli è anche responsabile della progettazione di tutto il tratto lucano della Salerno-Reggio, 34 chilometri di autostrada che sono stati in effetti costruiti con una spesa di circa 1 miliardo di euro.
Solo il viadotto del Torbido, 380 metri circa, costo previsto 30 milioni, non è stato mai costruito.
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