«Una mappa elettorale diversa da qualsiasi altra abbia visto: il voto di protesta per l'estrema destra è stato massiccio e onnipresente, con i pochi centri di resistenza limitati agli agglomerati urbani». Così Arthur Goldhammer, studioso e accademico americano, a proposito dei risultati francesi alle elezioni europee di giugno. Un’elezione che ha premiato più di ogni altro il Rassemblement National di Jordan Bardella, 28 anni, presidente del partito dal 2022 dopo la lunga guida di Marine Le Pen. A livello nazionale il risultato è stato straordinario: il 31,37 per cento, più delle due altre maggiori coalizioni messe insieme.

Il Rassemblement national ha spiazzato la concorrenza in tutte le zone rurali del paese grazie a una piattaforma capace di far coesistere una spinta xenofoba a una decisa opposizione alle politiche dell’Unione Europea, in particolare quelle ambientali. Ne ha scritto a caldo Aaron Ayscough nella sua newsletter Not Drinking Poison, da sempre focalizzata sul mondo del vino naturale d’oltralpe: «Trascorro molto tempo nelle zone rurali della Francia e posso capire il fascino del partito.

C'è un sospetto diffuso che i benefici economici dell'immigrazione e dei tanti nuovi (e antiestetici) impianti eolici e solari siano soprattutto per le élite urbane, mentre chi vive in campagna deve continuamente fare i conti con un senso di comunità che sta scomparendo, oltre al fatto che si sente continuamente additato come colpevole per il suo stile di vita inevitabilmente basato sull'automobile (non è una coincidenza che le proteste dei “gilet gialli” del 2018 siano state inizialmente scatenate proprio dai prezzi del carburante). È molto spiacevole che queste legittime preoccupazioni tendano, in Francia come altrove, a confluire in un asse che combina una certa dose di razzismo all’abbraccio sfrenato ai trattamenti agricoli chimici di sintesi e ai combustibili fossili».

Ottimismo ed estrema destra

Tom Hewson, autore della famosa newsletter Six Atmospheres, analizza questo risultato a partire dalla più famosa denominazione francese: «Come si può coltivare uva per lo Champagne, quindi lavorare per unire le persone nei loro momenti più felici, per sottolineare l’ottimismo, e al tempo votare per l’estrema destra? Beh, è possibile. E dove si produce vino le cose sono uguali dappertutto. La batosta che il Rassemblement National ha dato a Macron è stata praticamente universale nella Francia rurale. Non c'è un solo comune della Champagne - compresa la città di Reims - che non abbia votato per questa nuova estrema destra».

E ancora: «Nonostante l'energia giovanile che sembra essere presente in Champagne, si tratta di una comunità rurale e conservatrice. Il 6,7 per cento della popolazione è costituito da immigrati, una percentuale inferiore alla media nazionale dell'11,6 per cento. Si registra una crescita costante delle persone con più di 60 anni, come in Francia in generale. Le persone che effettivamente producono e commercializzano lo Champagne sono, ovviamente, una minuscola minoranza della popolazione (…) Nel 2020 poco meno del 2 per cento degli abitanti risultava registrato come agricoltore nel dipartimento della Marna, dove i pensionati erano il 26,5 per cento. Lo Champagne, però, non è certo l'unico. Girando per le strade di Beune, nel cuore della Borgogna, quasi un terzo delle persone che incontrerete ha votato per un partito guidato da una donna che ha affrontato un processo per aver paragonato i musulmani che pregano per strada a un'occupazione nazista».

La situazione in Italia è invece molto più sfaccettata. Nei due comuni del vino più famosi e celebrati, Barolo e Montalcino, i partiti più votati sono stati rispettivamente Forza Italia e Partito democratico (anche se a La Morra, a Castiglione Falletto, a Monforte d’Alba, a Novello, a Serralunga d’Alba, insomma in tutto il resto della famosa denominazione piemontese, è Fratelli d’Italia a vincere). In Valpolicella, patria del noto Amarone, Fratelli d’Italia. Idem a Castagneto Carducci, dove si produce il Bolgheri Rosso, e a Taurasi, patria dell’omonimo rosso campano. A Mamoiada, nel cuore della produzione del Cannonau di Sardegna, il Partito Democratico. Fino all’estremo nord-est, a San Floriano del Collio, a un passo dalla Slovenia e dove si produce Ribolla, dove a stravincere è stato il Südtiroler Volkspartei, simbolo che riuniva al suo interno diverse minoranze linguistiche.

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