Michele Schiano, consigliere regionale che ora ambisce al parlamento, convoca un appuntamento elettorale citando il duce: «Chi si ferma è perduto». Lui si difende: «È anche il titolo di un film di Totò»
In Campania il partito di Giorgia Meloni si affida a Michele Schiano Di Visconti, commissario provinciale a Napoli e uomo forte di Fratelli d’Italia. Schiano è candidato alla Camera dei deputati nel collegio plurinominale, ha un passato nella Democrazia Cristiana e in Forza Italia, prima del passaggio nel 2019 in FdI.
Attualmente è consigliere regionale campano, è risultato il più votato con quasi 9mila voti alle scorse regionali del 2020. Un vero moderato al quale però, qualche giorno fa, è scappata una frase resa nota e celebre dal dittatore Benito Mussolini.
Meloni senza Napoli
Un altro scivolone per la dirigenza campana che già in passato aveva dato prova di divisioni e scontri. Giorgia Meloni non è andata a Napoli perché temeva possibili contestazioni da parte degli stessi militanti del partito, ancora scottati per il disastro nella presentazione delle liste per le comunali, finita con una scazzottata, una divisione insanabile e il seguito di ricorsi e carte bollate.
Uno scontro fintamente interrotto da un armistizio siglato dai pretoriani di Meloni scesi in città, nei mesi scorsi, ma che in realtà continua a flagellare il partito. Proprio il coordinatore cittadino, Sergio Rastrelli, qualche mese fa, aveva dovuto difendersi per la pubblicazione, con tanto di manifesti in città, di una sua vecchia foto mentre faceva il saluto fascista al funerale del padre.
«Un momento personale e doloroso. Non ho nulla di cui vergognarmi, né da rinnegare. Non era un gesto politico, ma un omaggio rivolto alla storia personale e familiare di cui vado orgoglioso», aveva detto Rastrelli, figlio di Antonio, primo ex missino presidente della Campania.
Nel maggio scorso, durante la tre giorni del partito a Milano, Rastrelli, ora candidato al Senato, e altri dirigenti erano andati a cena in un ristorante che offre bottiglie con il testone del duce, il vino rosso “nero” di Predappio, e con ai muri calendari, omaggi alla Folgore e foto con il saluto romano. I partecipanti avevano parlato di goliardia, di un ristorante frequentato da tantissime persone e di lontananza da quella simbologia: «i valori della destra sono altro», avevano spiegato a Domani. Ora, però, arriva un altro scivolone.
La frase resa celebre da Mussolini
Michele Schiano, nei giorni scorsi, ha convocato militanti e simpatizzanti promuovendo un appuntamento elettorale sulla sua pagina social con queste parole: «Oggi al lido Fortuna a Bagnoli. Chi si ferma è perduto», ha scritto prima di cancellare tutto. Dopo tutte le polemiche, il futuro deputato sceglie una frase resa celebre da Mussolini, ma perché?
Schiano non risponde al telefono, gli mandiamo un messaggio con le domande per avere una sua replica, ma impiega tre ore per trovare le parole giuste, addebita la scelta al suo collaboratore e la spiega come una citazione da un film di Totò che aveva quel titolo. Ma allora perché cancellare? «Per evitare strumentalizzazioni». È tutto archiviato, anche Schiano è pronto per il parlamento.
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