«L’8 giugno c’è stato un incendio alla Cineteca nazionale del Centro sperimentale di cinematografia (Csc), ma hanno evitato di diffondere la notizia». Lo denuncia il deputato Marco Grimaldi di Alleanza verdi e sinistra in un’interrogazione parlamentare del 31 luglio destinata al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, chiedendo di intervenire con urgenza per «salvaguardare un’istituzione culturale quale il Csc».

Grimaldi nota inoltra che a dare la notizia sia stato proprio il sito del Csc, ma è durata online solo pochi minuti prima di essere cancellata. «“Sabato 8 giugno, intorno alle 3.00 di notte, un incendio nel cellario B 4 del CSC Cineteca Nazionale ha distrutto la quasi totalità delle pellicole in nitrato che vi erano conservate”. Questa notizia l’ha letta forse solo Superman. Perché sul sito del Centro sperimentale, dove è stata pubblicata il 12 giugno, è rimasta solo mezz’ora», scrive Grimaldi sui social.

La fondazione di via Tuscolana comprende la Scuola di Cinema e la Cineteca nazionale, archivio dove sono conservate le pellicole di film storici italiani. Dopo il fatto di inizio giugno, che ha coinvolto il cellario B4, Grimaldi accusa che l’unico intervento intrapreso dalla fondazione, presieduta dal regista e attore Sergio Castellitto, sarebbe stata «far presidiare i cellari da una polizia privata», mentre una fonte vicina alla Cineteca spiega che c’è un’inchiesta giudiziaria in corso per appurare se le cause siano dolose. Ad essere state danneggiate dalle fiamme non sarebbero pellicole originali, dice, ma copie di copie.

Raggiunto da Domani, il responsabile della comunicazione del Csc Mario Sesti ha dichiarato che le autorità sono intervenute rapidamente alle tre di quella notte. «L’incendio ha distrutto una parte esigua di pellicole in nitrato conservate, di queste esisteva già una prima copia di protezione. Allo stato attuale non è stato ancora concluso il censimento completo delle opere che sono andate distrutte. Le cause inoltre sono difficili da stabilire».

Il problema della conformità degli spazi in cui sono conservati i film del patrimonio artistico nazionale (data anche l’infiammabilità delle pellicole), continua Sesti, è stato posto dal presidente Castellitto ben prima dell’incendio, già addirittura al suo insediamento a ottobre 2023. «Il cinema ha un supporto complesso per sua natura, le pellicole sono molto delicate, e riteniamo che questo patrimonio sia così importante che necessita di location che il Centro sperimentale può soddisfare solo in parte». In contatto con il ministero della cultura, la Fondazione si è attivata per trovare uno spazio adeguato alla preservazione e al restauro. «Al momento è stata sondata la possibilità di alcuni siti al fine di costruire strutture necessarie a questo scopo».

«Mi stranisce che la notizia non sia stata resa pubblica», commenta il deputato di Avs a Domani. «E spero siano chiarite le dinamiche e i titoli delle opere andare a fuoco».

La presidenza di Castellitto, uscito quest’anno con il film Enea per la regia del figlio Pietro e prossimamente in Conclave di Edward Berger, è cominciata in un clima controverso per il Csc, con il suo nome indicato dall’esecutivo dopo un “blitz” delle forze di maggioranza.

La "lottizzazione” è avvenuta a luglio scorso attraverso un emendamento “fantasma” nascosto all’interno del Dl Giubileo, che ha portato il comitato scientifico della scuola (incaricato delle scelte sulla didattica) sotto il controllo del governo, attraverso deleghe assegnate da quattro ministeri diversi tra cui cultura, istruzione e merito, economia e finanze e università.

Gli studenti, che hanno occupato la scuola, organizzato un sit-in davanti a Montecitorio e un flash mob sul red carpet dell’80esima Mostra del cinema di Venezia, sono poi riusciti a ottenere un posto all’interno del comitato scientifico.

Nella sua interrogazione, inoltre, Grimaldi denuncia una gestione «poco attenta» anche per la difesa dei posti di lavoro, citando il mancato rinnovo per 17 tecnici.

Nel corso dell’anno sono però stati siglati contratti per un valore totale di 587mila euro, di cui tre ad avvocati per un complessivo di 417mila euro. Una spesa definita dal deputato «non necessaria» visto che il «Csc può avvalersi del patrocinio gratuito dell’Avvocatura dello Stato».

È stata introdotta anche una posizione di “ausilio al presidente” per 105mila euro andata al produttore e imprenditore Angelo Tumminelli, che nel 2022 aveva riportato Castellitto a teatro nello spettacolo Zorro, un eremita sul marciapiede. E poi il contratto di responsabile alla comunicazione al critico Mario Sesti (40mila euro) e di direttore editoriale al Monsignor Dario Edoardo Viganò (25mila euro), ex prefetto della comunicazione della Santa Sede.

I 17 tecnici non rinnovati erano impegnati «al progetto finanziato dal Mic per la digitalizzazione del nostro patrimonio audiovisivo» e la speranza di Grimaldi è che siano «riassunti per continuare l’importante lavoro che stavano svolgendo».

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