L’indagine sui fondi dei commercialisti del partito si allarga. Due ville sul lago di Garda sono state sequestrate. Il giudice ha accolto la richiesta della procura di Milano che sta indagando per peculato su Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Ma Matteo Salvini ironizza: «Ho un bilocale, spero non me lo sequestrino»
- La Guardia di finanza ha sequestrato, su ordine del gip di Milano due villette sul lago di Garda entrate nella proprietà di fatto dei commercialisti della Lega Andrea Di Rubba e Alberto Manzoni, sotto inchiesta per la vicenda Lombardia film commission.
- Il meccanismo, così come ricostruito dal gip, prevedeva una falsa offerta di acquisizione da parte di Marzio Carrara e Francesco Barachetti, che versavano una caparra, che veniva poi persa perché non si dava seguito alla compravenduta
- Il leader della Lega Matteo Salvini ha ironizzato sull’operazione: «Mi autodenuncio, ho un bilocale a Recco, spero che non me lo sequestrino» ha detto
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Matteo Salvini ironizza, scherza, ma evita di entrare nel merito della questione. L’inchiesta sui commercialisti della Lega prosegue e si arricchisce di nuovi capitoli. Ieri la procura di Milano ha ottenuto il sequestro di due ville a Desenzano, vista lago di Garda. Due case di pregio, in un residence altrettanto ricercato. Secondo i magistrati e la guardia di finanza, però, queste due case sono state acquistate con soldi pubblici sottratti alla regione Lombardia. La storia è quella relativa alla fondazione Lombardia film commission: quando Alberto Di Rubba, uno dei due commercialisti del partito arrestati, era presidente dell’ente aveva concluso un’operazione immobiliare con una società, che aveva venduto alla fondazione un’immobile a 800mila euro, il doppio del suo valore. Denaro, dopo vari giri, finito anche a Di Rubba e al suo socio Andrea Manzoni. Entrambi revisori dei conti dei gruppi parlamentari della Lega. Da qui l’accusa di peculato contestata dalla procura.
Ora gli inqurenti fanno un passo ulteriore: sostengono che parte del denaro sia stato usato per l'acquisto delle due ville. Per questo sono state sequestrate. Si tratta di due abitazioni sul lago di Garda di proprietà della Partecipazioni, lo schermo societario dietro al quale i commercialisti della Lega Alberto di Rubba e Andrea Manzoni (in realtà Di Rubba non è neanche abilitato alla professione) facevano i loro affari immobiliari.
Il giudice per le indagini preliminari di Milano ha, infatti, accolto la richiesta della procura, che l’undici settembre scorso aveva già ottenuto gli arresti domiciliari per i due indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione Lombardia film commission: l'ente regionale per la promozione cinematografica del territorio lombardo che aveva acquistato a fine 2017, quando Di Rubba era presidente in quota Lega, dalla Immobiliare Andromeda un capannone a Cormano come sua futura sede per 800 mila euro, al doppio del valore reale, sostengono gli inquirenti, finiti poi a società riconducibili ai professionisti del partito.
Soldi pubblici per ville vista lago
I due immobili sono a Desenzano del Garda all'interno del "Green Residence Sirmione" e, per il giudice, non erano altro che il frutto del «reinvestimento del profitto proveniente dal peculato», il reato per il quale i due sono finiti ai domiciliari (sono accusati anche di turbata libertà di scelta del contraente).
Con il sequestro delle due villette con box, che si chiamano “Bouganville” e “Tigli”, del valore commerciale rispettivamente di 310 mila e 330 mila euro, nel decreto di sequestro c’è la fotografia dettagliata del complesso meccanismo attraverso il quale i fondi pubblici regionali della Lombardia film commission venivano in realtà distratti e finivano, principalmente, nelle tasche dei due indagati.
Un meccanismo che vede al centro la Taaac srl, una immobiliare che sarebbe stata utilizzata, secondo i pm Eugenio Fusco e Stefano Civardi, per scopi illeciti, e che utilizzava le società di Marzio Carrara (non indagato) e di Francesco Barachetti (indagato) come sponde per slegare, apparentemente, le acquisizioni. Il fine ultimo, sostengono gli investigatori, era riutilizzare il denaro frutto del peculato.
Il solito giro leghista
Le due villette erano state acquistate dalla Taaac la prima nel 2017, solo 11 giorni dopo la vendita dell'immobile di Cormano, e nel marzo del 2018 grazie all'accensione di mutui.
Carrara e Barachetti, che avevano ricevuto parte denaro riferibile alla compravendita di Cormano attraverso prestazioni ritenute false, si presentavano per riacquisire le due case versando alla Taaac due caparre da 100 mila e 120 mila euro senza dare poi seguito alla iniziale volontà di finalizzare il contratto.
La caparra era però persa e restava nella disponibilità della Taaac, che l'avrebbe poi utilizzata per pagare parte del valore delle abitazioni che sarebbero entrate nella reale disponibilità dei due commercialisti, come ha appurato la Guardia di finanza nelle sue indagini. Il sequestro è per un valore complessivo di 310 mila euro su 640 mila euro di valore delle abitazioni.
La battuta di Salvini
Il segretario della Lega Matteo Salvini, tuttavia, non sembra turbato. Ha commentato pubblicamente il sequestro ironizzando sul suo bilocale in Liguria, a Recco. «Mi autodenuncio, è di proprietà dei miei genitori. Spero non me lo sequestrino, lo hanno comprato i miei nonni cinquant'anni fa» ha detto il leader della Lega, glissando però sulla questione politica: chi ha scelto Di Rubba e Manzoni come contabili del partito?
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