Il tribunale della Figc ha fatto crollare l’impianto accusatorio della Procura federale che sospettava di valori gonfiati e plusvalenze «fittizie» nella vendita dei giocatori, con l’obiettivo di alterare i risultati economici dei club
Tutti prosciolti. Questa la decisione del tribunale della Figc che ha fatto crollare l’impianto accusatorio sulle plusvalenze fittizie della Procura federale che aveva chiesto 12 mesi di inibizione per il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e 11 mesi e 5 giorni per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Il processo coinvolgeva 59 dirigenti e 11 società calcistiche.
- Le accuse della Procura vertevano sul sistema di valutazione dei calciatori e gli inquirenti sospettavano di valori gonfiati e plusvalenze «fittizie». Contro la sentenza, per cui si attendono le motivazioni, il procuratore federale Giuseppe Chinè può presentare ricorso, ma è evidente, dalla decisione dei giudici, la difficoltà di stabilire l’ammontare di una valutazione «corretta».
- Per gli inquirenti tra il 2019 e il 2021 erano state alterate le valutazioni di oltre 50 giocatori, modificando così i risultati economici di 11 società: cinque di serie A – Juventus, Napoli, Genoa, Sampdoria, Empoli – e alcune di serie B, come il Parma e il Pisa.
- La procura avrebbe utilizzato Transfermarkt per valutare il giusto costo dei calciatori, ma il sito ha fatto chiarezza diffondendo un comunicato: «I valori di mercato di Transfermarkt sono calcolati sulla base di un insieme di fattori», si legge nella nota, spiegando che i valori «non vanno equiparati al possibile costo di trasferimento di un giocatore».
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