Un comunicato pubblicato dal sito della Fifa minaccia di esclusione i calciatori e i club che partecipassero una competizione organizzata fuori dall’egida dell’organizzazione. Ma il presidente Infantino, sotto pressione in Svizzera per questioni giudiziarie, non ha certezza di poter contare sui suoi
- Il testo, firmato anche dai sei presidenti delle confederazioni continentali, rivendica i valori solidaristici e meritocratici dell’organizzazione calcistica Fifa, che dalla Superlega privata verrebbero negati.
- A provocare una reazione così ostile sono stati alcuni segnali inviati di recente dai presidenti di Real Madrid e Juventus, Florentino Pérez e Andrea Agnelli, che lo scorso 19 gennaio si sono anche incontrati a Torino.
- Che ruolo giocheranno l’Uefa e il suo presidente Aleksander Čeferin? Per chi ha dovuto fare i conti quotidianamente con gli smisurati appetiti dei grandi club europei, flettendo la schiena e assecondandone ogni volere, c’è soltanto da scegliere di che morte morire.
Ostilità aperte. Con un comunicato pubblicato nella tarda mattinata del 21 gennaio dal sito ufficiale la Fifa ha dichiarato guerra ai fautori della Superlega europea per club. Lo ha fatto chiamando a raccolta i presidenti delle confederazioni continentali: Shaikh Salman bin Ebrahim Al Khalifa (AFC, Asia), Constant Omari (CAF, Africa), Vittorio Montagliani (CONCACAF, Nord e Centro America), Alejandro Domínguez (CONMEBOL, Sudamerica), Lambert Maltock (OFC, Oceania) e Aleksander Čeferin (UEFA).
Tutti quanti hanno apposto la firma in coda a quella del presidente Fifa, Gianni Infantino, per sottoscrivere un messaggio i cui termini ultimativi occupano per intero il primo di tre capoversi: «Alla luce delle recenti speculazioni mediatiche circa la creazione di una 'Super Lega' europea chiusa da parte di alcuni club europei, la Fifa e le sei confederazioni (…) ribadiscono ancora una volta [la ridondanza è nel testo, ndr] e fortemente sottolineano che una competizione del genere non sarebbe riconosciuta sia dalla Fifa che dalle singole confederazioni. Ogni club o calciatore coinvolto in tale competizione andrebbe incontro alla conseguenza di non vedersi permettere la partecipazione alle competizioni organizzate dalla Fifa o dalle singole confederazioni».
Messaggio bellicoso, che nei capoversi successivi viene rafforzato col riferimento ai principi di democrazia e organizzazione piramidale su cui si basa la struttura internazionale del calcio e che fin qui ne hanno garantito il successo: merito, solidarietà, meccanismo promozione-retrocessione e sussidiarietà. Tutti principi che da un'eventuale Superlega europea per club verrebbero eliminati, lasciando posto al privilegio dei soci fondatori che si riserverebbero la partecipazione fissa.
La risposta alle grandi manovre
Ma cosa ha provocato una presa di posizione così dura? Almeno due i motivi. In primo luogo c'è che Infantino ha bisogno di battere un colpo per ricostruirsi una legittimità nel mondo Fifa. L'inchiesta penale che lo vede coinvolto in Svizzera a causa degli incontri segreti con l'ex procuratore generale della confederazione, Michael Lauber, lo sta mettendo sotto pressione estrema. E su questo fronte, lo scorso 12 gennaio, il capo del calcio mondiale ha dovuto incassare l'ennesimo smacco dopo che la richiesta della Fifa di ricusare il procuratore speciale Stefan Keller è stata rigettata. Per inciso, il fatto che la Fifa sia entrata in campo per risolvere i problemi giudiziari personali del suo capo è un segnale da bassissimo impero.
In secondo luogo, cosa ancor più importante, ci sono state le grandi manovre dei presidenti di club che stanno lavorando per la costruzione della Superlega. La prima mossa, spiegata da Domani lo scorso 29 dicembre, è stata effettuata da Florentino Pérez in occasione dell'assemblea annuale dei soci del Real Madrid. Quindi c'è stato l'articolo firmato da Andrea Agnelli, presidente della Juventus e dell'ECA (European Club Association, l'associazione dei principali club europei), e pubblicato da Linkiesta Forecast. Un articolo, invero, abbastanza scolastico ma che ribadisce il discorso sulla necessità di una Superlega europea per club e per di più riporta in chiusura il nome 'fifa' in minuscolo. Soltanto un refuso? E infine, martedì 19 gennaio, c'è stato a Torino un incontro fra gli stessi Agnelli e Pérez.
Sicuro di farcela, Infantino?
Segnali molto chiari di un progetto che procede spedito. Cui non si poteva non rispondere in modo ruvido. Ma la prova di forza rischia di essere un boomerang. Cosa si spera di ottenere, minacciando di cacciare chi vuol già andarsene? Inoltre c'è da chiedersi se davvero tutti i firmatari, fra i presidenti di confederazione, siano d'accordo sulla linea dura. A partire dal presidente dell'Uefa, Čeferin. Che è il più diretto interessato perché la Superlega per club se la vedrebbe edificare nel cortile di casa, e che continua a flettere la schiena al cospetto dei grandi club continentali con format della Champions League sempre più concessivi verso i loro voleri. In questo scontro l'Uefa è un vaso di coccio, deve solo scegliere di quale morte morire. La guerra è appena iniziata, ma non è detto che l'esercito di Infantino non vada rapidamente in rotta.
P.S. La signora Evelina Christillin, consigliera Fifa e vicinissima al presidente ECA, da parte decide di stare? Urge risposta, grazie.
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