Joseph, Alan e tutti gli altri bambini morti nel Mediterraneo. La ong Open Arms ha deciso di pubblicare il video della richiesta di aiuto della mamma del piccolo Joseph, di soli sei mesi morto nell’ultimo naufragio al largo della Libia. «Perché si ponga fine a tutto questo subito». Dalle bare della strage di Lampedusa nel 2013, al corpo del piccolo Alan nel 2015: immagini dure e crude per rompere il muro dell’indifferenza
«Ho perso il mio bambino, dov’è il mio bambino?». Il grido del naufragio, il dolore e la disperazione. Open Arms ha deciso di pubblicare il video della mamma di Joseph, il bimbo di sei mesi morto dopo che il gommone che li portava via dalla Libia è affondato nel Mediterraneo. Joseph è morto la sera del salvataggio, non ce l’ha fatta a sopravvivere alle onde.
Alcuni esponenti del Pd e di Leu hanno preso posizione. Ma sono dichiarazioni di singoli della maggioranza. Nessun segnale dal governo, dal ministro dell’Interno, dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Le immagini raccontano. Servono a non dimenticare. Era il 2013 quando hanno fatto il giro del mondo le foto delle bare di Lampedusa, una delle più gravi stragi del Mediterraneo, il 3 ottobre: oltre 360 cadaveri restituiti dai flutti.
Restano le immagini delle file di bare di legno e le bare bianche dei morti bambini.
Non ancora abbastanza. 2 settembre 2015, la «foto shock». Il piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano di tre anni, riverso sulla spiaggia turca di Bodrum. Cercava di raggiungere la Grecia. La pubblicazione di quella foto ha messo in moto proteste, intellettuali, associazioni, movimenti condannarono l’ipocrisia dell’Europa. Quell’immagine ha acceso un faro sulla rotta all’epoca poco nota che dalla Turchia portava i migranti in Europa attraverso la Grecia.
Oggi Joseph. Partito dalla Guinea insieme alla sua mamma. Ancora una volta l’appello. La Ong spagnola Open Arms scrive: «Abbiamo deciso di rendere pubblico quello che accade in quel tratto di mare, perché i nostri occhi non siano i soli a vedere e perché si ponga fine a tutto questo subito».
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