In Italia la riqualificazione degli edifici scolastici è in preoccupante ritardo. In Sicilia e Calabria una scuola su tre necessita di interventi urgenti di manutenzione. Nel centro Italia, colpito dal sisma del 2016, l’obiettivo messa in sicurezza delle scuole è ancora lontano. Il numero dei crolli, aggiornato a maggio 2024, ammonta a 56 episodi
Nelle scuole italiane cadono parti di soffitto, porzioni di intonaco fonoassorbente, porte del bagno e finestre. La lunga lista, aggiornata al 29 maggio 2024, si unisce agli incidenti. Di 56 crolli, secondo Cittadinanzattiva, il 39 per cento sono avvenuti nelle regioni del sud e nelle isole, il 38 per cento nel nord e il 23 per cento nelle regioni del centro.
Hanno provocato il ferimento di sei studenti, un’insegnante e una collaboratrice scolastica, oltre a danni agli ambienti e agli arredi e all’interruzione della didattica. Quest’anno tre episodi hanno riguardato anche gli atenei universitari.
Non disporre di dati aggiornati in merito allo stato degli edifici scolastici, come appare dall’Open Data del ministero dell’Istruzione e del merito ancora ferma al precedente anno scolastico, non è accettabile così come non lo è la mancanza di aggiornamenti puntuali sugli stati di avanzamento degli interventi del Pnrr per l’edilizia scolastica e i servizi da zero a sei anni.
Pnrr, ritardi e incuria
Le scuole italiane sono lasciate all’incuria per quanto concerne riqualificazione edilizia e servizi scolastici. Eppure, la Missione 4 del Pnrr è interamente dedicata all’Istruzione e ricerca e, al suo interno, sono previsti quasi 4 miliardi per un piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica. Ma la realtà a gennaio 2024, secondo il XXIII rapporto “Ecosistema Scuola” redatto da Legambiente, era che in Italia più del 40 per cento degli interventi sono bloccati nella fase iniziale.
In Sicilia e Calabria una scuola su tre necessita di interventi urgenti di manutenzione e negli ultimi 5 anni non sono state costruite nuove scuole. Al sud, dunque, oltre a esserci meno servizi di mense, che si traducono in percentuali minori di tempo pieno, i servizi scolastici sono poco garantiti e la mobilità sostenibile viaggia a livelli molto inferiori rispetto al nord.
Ma la situazione è preoccupante anche nel centro Italia, colpito dal sisma del 2016, dove l’obiettivo di messa in sicurezza delle scuole è ancora lontano. Secondo il report di Legambiente, gli edifici scolastici del sud, insieme a quelli delle isole e del centro, hanno mediamente necessità di interventi urgenti per una scuola su due, a fronte delle scuole del nord che ne necessitano solo nel 21,2 per cento dei casi.
Non va dimenticato, poi, che in Sicilia e Calabria, dove tutti i capoluoghi di provincia – con la sola eccezione di Caltanissetta – sono in area sismica 1 e 2, nel 65 per cento dei casi non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.
Secondo il report Legambiente «gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico sono solo il 3,4 per cento». Analizzando i fondi del Pnrr si scopre che, per quanto riguarda la creazione di scuole nuove e innovative, è tutto ancora fermo: l’entità dei fondi necessari a ogni singolo istituto, ammonta mediamente a 6 milioni di euro, ma sono investimenti che «occorre programmare in un medio lungo periodo e che difficilmente si possono trovare nei bilanci ordinari dei comuni, se non accedendo a fondi nazionali».
E nonostante lo stanziamento delle risorse, negli ultimi 5 anni l’obiettivo è stato realizzato per lo 0,6 per cento. Eppure, secondo i monitoraggi Openpolis, l’obiettivo Ue da raggiungere sarebbe quello di almeno 195 nuove scuole alla data del 31 marzo 2026.
I controlli del Nas
A tutto questo si aggiunge una lunga lista di problematiche igienico sanitarie. Con l’inizio dell’anno scolastico, i Nuclei antisofisticazioni e sanità (Nas), d’intesa con il ministero della Salute, hanno realizzato una campagna di controlli a livello nazionale, finalizzata alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering che gestiscono le mense presso gli istituti scolastici.
Tra le ditte controllate, 257 hanno evidenziato irregolarità: sono state rilevate 361 violazioni penali e amministrative, con conseguenti sanzioni pecuniarie per 192mila euro, a causa di violazioni nella gestione e conservazione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti.
Oltre a questi interventi, è stata disposta la sospensione dell’attività o il sequestro di 13 aree cucina/depositi alimenti, per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali, come la presenza diffusa di umidità, di formazioni di muffe, di insetti ed escrementi di roditori.
Complessivamente, secondo il report di Cittadinanzattiva, sono stati sequestrati oltre 700 kg di derrate alimentari riscontrate in assenza di tracciabilità, scadute di validità e custodite in ambienti inadeguati. La maggior parte delle irregolarità riscontrate, hanno invece riguardato carenze strutturali e gestionali nella preparazione dei pasti, la mancanza della tracciabilità degli alimenti e l’omessa comunicazione della presenza di eventuali allergeni, elemento essenziale per la prevenzione di possibili episodi di reazione allergica, in particolare nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.
La scuola italiana, dunque, vive ancora nella morsa di disuguaglianze, incuria e mancanza di riqualificazione: se le risorse del Pnrr rappresentano un’opportunità, ciò significa che questa non deve essere sprecata a fronte di una scuola che ha urgenza di diventare più innovativa, sicura e inclusiva.
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