Il premier Eduard Heger ha confermato le trattative in corso per la consegna di MiG-29 a Kiev. In cambio vuole rassicurazioni per la difesa del proprio paese da parte dell’Occidente.
La Slovacchia è pronta a consegnare aerei da combattimento MiG-29 all’Ucraina. In cambio, però, vuole garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente, in particolare dagli Stati Uniti.
- Il primo ministro slovacco Eduard Heger ha confermato, su Politico, le trattative con gli alleati che consentirebbero di mandare gli aerei da combattimento a Kiev. Il paese guidato da Volodymyr Zelensky, infatti, ha richiesto all’Europa nuove armi e mezzi per resistere all’invasione russa. Sono in corso anche delle negoziazioni sulla vendita all’Ucraina di obici semoventi Zuzana di progettazione slovacca.
- La Slovacchia, secondo il premier Heger, vorrebbe disfarsi dei MiG-29, velivoli di fabbricazione sovietica, che richiedono un costante legame con Mosca per via della loro manutenzione. «È un’attrezzatura che vogliamo finire, stiamo aspettando gli F-16» ha dichiarato Heger, riferendosi ai caccia statunitensi che dovrebbero essere consegnati alla Slovacchia nel 2024. Prima di spedire i propri aerei in Ucraina, però, Bratislava vuole essere sicura di poter contare sull’appoggio degli americani e degli europei per la difesa del proprio spazio aereo. Per questo motivo sono in corso le trattative mentre non si sa con certezza quanti aerei sarebbe disposta a inviare a Kiev.
- Solo pochi giorni fa la Slovacchia è stata protagonista nel rifornire di armi l’Ucraina con una dinamica simile, non con i caccia ma con i sistemi missilistici. Ha infatti consegnato un sistema S-300 all’Ucraina, confermato proprio dal primo ministro Heger, e in cambio ha ricevuto da Washington il sistema missilistico Patriot di marca statunitense. Peraltro Bratislava è in prima linea nel supportare il paese aggredito dalla Russia. Nei colloqui di questi giorni con il governo di Zelensky, infatti, si sta trattando anche sulla possibilità di riparare in Slovacchia i mezzi militari ucraini danneggiati, per poi riconsegnarli all’esercito di Kiev una volta rimessi in sesto.
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