L'eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, è stata condannata dai giudici del tribunale di Milano a quattro anni e due mesi nel processo “Mensa dei poveri”, un sistema di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, che vedeva al centro l'ex coordinatore di Fi a Varese Nino Caianiello, presunto "burattinaio del sistema" che ha patteggiato l'anno scorso 4 anni e 10 mesi.

Difesa dall'avvocato Gian Piero Biancolella, Lara Comi era finita ai domiciliari (poi revocati) nel novembre del 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell'Europarlamento per circa 500mila euro per i corsi di formazione dei dipendenti di Afol, agenzia per la formazione, orientamento e lavoro. Per l’europarlamentare il pm Stefano Civardi ha chiesto una riduzione di pena da 5 anni e mezzo a 4 anni e 2 mesi per la derubricazione del reato di corruzione: l'aggravante di aver commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale andava riqualificata in incaricato di pubblico servizio. I giudici hanno di fatto accolto la tesi accusatoria.

Su 62 imputati, il giudice ha inflitto 11 condanne e ha disposto 51 assoluzioni. Oltre a Lara Comi che risponde di corruzione di incaricato di pubblico servizio e di un episodio di truffa - quest'ultimo in concorso con l'allora suo assistente all'europarlamento Daniele Aliverti (ha preso 1 anno e 4 mesi) - i giudici hanno condannato l'imprenditore Daniele D'Alfonso a 6 anni e mezzo di carcere, Giuseppe Zingale, ex dg di Afol Metropolitana, a 2 anni, Maria Teresa Bergamaschi, legale civilista ligure e amica di Comi, a 6 mesi, - entrambi in concorso con l'esponente politica azzurra - l'ex parlamentare di Fi Diego Sozzani a 1 anno e 1 mese, Carmine Gorrasi, ex consigliere comunale di Busto Arsizio (Varese) ed ex segretario provinciale di Forza Italia, a 2 anni e Giuseppe Ferrari a 2 anni e mezzo di reclusione.

Per tutti, tranne che per Lara Comi, la pena è sospesa. Per l'eurodeputata sono state inoltre disposte, oltre alla confisca di 28,7 mila euro, anche l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, pena accessoria decisa anche per Bergamaschi, Zingale e Sozzani.

Tra gli assolti ci sono l'ex vicecoordinatore lombardo di Fi Pietro Tatarella, l’ex consigliere regionale Fabio Altitonante (ora sindaco di un comune in Abruzzo), il patron della catena dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni con la stessa società. Assolto, in linea con la richiesta della Procura, anche Andrea Cassani, ex sindaco di Gallarate (Varese).

«Una sentenza incomprensibile, che lascia perplessi. È caduto tutto l'impianto accusatorio tranne le accuse alla mia assistita che non sono riscontrate da alcun elemento», è il commento dell’avvocato Gian Piero Biancolella.  

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