Domani ha ricevuto in esclusiva la registrazione della telefonata tra il rapper, infuriato, alcuni esponenti della società iCompany che produce il Concertone e la vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani
- Stamattina, nel suo secondo comunicato dopo le polemiche sul Concertone del primo maggio, la Rai ha accusato Fedez di aver fatto dei tagli alla ormai celebre telefonata con gli organizzatori del concerto del primo maggio, accusati di voler censurare il suo discorso sul ddl Zan e contro la Lega.
- Domani ha ricevuto in esclusiva l’audio integrale della telefonata. Poco più di undici minuti e mezzo nei quali Fedez, visibilmente irritato, parla con i conduttori del concerto, con il direttore artistico e il capo progetto dell’evento e con la vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani.
- Dalla telefonata si evince ancora una volta che la richiesta di visione preventiva dei testi che il rapper avrebbe letto sul palco è arrivata dalla società produttrice, iCompany, e non da viale Mazzini. «Abbiamo un editore, dobbiamo rispondere a lui», la spiegazione.
Stamattina, nel suo secondo comunicato dopo le polemiche sul Concertone del primo maggio, la Rai ha accusato Fedez di aver fatto dei tagli alla ormai celebre telefonata con gli organizzatori dell’evento, accusati dal rapper milanese di aver provato a censurare il suo intervento sul palco della cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma a favore del ddl Zan e contro una serie di esponenti della Lega, nominati con nome e cognome, insieme ad alcune loro dichiarazioni sui gay. Domani ha ricevuto in esclusiva l’audio integrale della telefonata.
Poco più di undici minuti e mezzo nei quali Fedez, visibilmente irritato, parla prima con i conduttori del concerto del primo maggio – Lillo, Ambra Angiolini e Stefano Fresi – che si dicono d’accordo con il cantante, ma che precisano di non aver avuto alcun ruolo nella richiesta di visione preventiva del testo che l’artista avrebbe poi letto durante la serata. Poi il telefono passa a Massimo Bonelli, direttore artistico del concerto, che si giustifica dicendo che la richiesta è stata fatta per inserire il testo di Fedez nella scaletta e poi aggiunge: «Sono d’accordo con te, ma abbiamo un editore e un promotore e faccio riferimento a loro».
A quel punto prende la parola Massimo Cinque, capo progetto della società «iCompany» che produce il concerto. «Nel servizio pubblico puoi dire quello che vuoi, ma le persone che citi dovrebbero essere presenti per difendersi. Le sto chiedendo di adeguarsi a un sistema che probabilmente, anche se lei non lo riconosce, è quello corretto». Cinque spiega poi che le parti che non vanno bene sono «tutte le citazioni con nomi e cognomi, perché quelle dichiarazioni possono essere state dette in contesti che non sono quelli che sta riferendo».
«Chi parla sono io e mi assumo le responsabilità di quello che dico», protesta Fedez, citando poi Piero Pelù che anni fa sul palco del concerto del primo maggio definì Matteo Renzi il «boyscout di Licio Gelli». È quando l’artista accusa il servizio pubblico di «censurare chi vuole» che interviene la vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani. «La Rai non ha alcuna censura da fare. La Rai acquista diritti e ripresa, non è responsabile della sua presenza o di quello che dirà». «Quindi lei non ha voce in capitolo in questo momento – risponde spiazzato Fedez – e io vorrei capire con chi parlare. Chi mi sta facendo la richiesta di vedere i miei testi?».
«La Rai non sta facendo censura – conclude Capitani – poi io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua». In quel momento gli organizzatori si dicono «in difficoltà». «Io posso dire quello che voglio visto che non è un contesto di censura. Posso salire sul palco e dire delle cose che per voi sono inopportune ma per me sono opportune? È una domanda semplice, si o no?. Dite che questo palco rappresenta la riapertura e il futuro, nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no?», risponde Fedez. «Assolutamente sì», è la risposta. La telefonata si conclude con il cantante che dice: «Sono imbarazzato per voi».
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