L'uomo, di 25 anni, è stato portato in carcere con le accuse di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale, per aver ucciso Adil Belakhdim, di 37 anni. Il coordinatore di Si Cobas Novara stava manifestando insieme ad altri venti lavoratori davanti a un magazzino della Lidl
Adil Belakhdim aveva 37 anni e questa mattina è stato investito e ucciso da un camion davanti ai cancelli del magazzino della Lidl di Biandrate, in provincia di Novara. L'autista avrebbe forzato il blocco della manifestazione.
Belakhdim, italiano di origini marocchine, viveva a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, con la moglie e due figli di 4 e 6 anni. Era il coordinatore di Si Cobas Novara e stava manifestando insieme ad altri venti lavoratori della logistica davanti allo stabile che dà lavoro a circa 300 addetti. Il sindacato aveva organizzato un presidio.
Il camion, secondo quanto riportato dagli altri membri del sindacato, lo avrebbe trascinato per una decina di metri, colpendo e ferendo anche altri due dimostranti. L'uomo alla guida si sarebbe poi dato alla fuga senza prestare soccorso.
Poco dopo è stato fermato dai carabinieri all'ingresso dell'autostrada, nei pressi dell'Autogrill dell'A4, tra i caselli di Novara est e Novara ovest, e portato in caserma. Sarebbe stato proprio lui a telefonare al 112 per costituirsi.
Si tratterebbe di un uomo di origini campane, di 25 anni, che dovrà ora rispondere di omicidio stradale, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Un agente della digos, infatti, avrebbe tentato di evitare il peggio mostrando il tesserino, poco prima che Adil venisse travolto. Ma il camionista non si è fermato, proseguendo la corsa.
La testimonianza
«Il tir ha investito tre lavoratori. Uno è rimasto illeso, un altro è stato portato in ospedale e poi Adil, che è morto. È stato trascinato e lasciato senza vita sull'asfalto», racconta Papis Ndiaye, arrivato sul luogo dell'incidente subito dopo l'accaduto.
Ndiaye, operaio e coordinatore del Si Cobas Milano ha raccolto le parole dei testimoni, attualmente in caserma per depositare la loro versione dei fatti.
«I lavoratori avevano organizzato un blocco, per impedire l'uscita delle merci dal magazzino. Ci sono due cancelli, uno di entrata e uno di uscita. Loro erano davanti a quello di uscita e c'erano tre camion fermi», prosegue Ndiaye. L'autista che ha travolto Adil, stando a quanto raccontato dai testimoni, sarebbe arrivato in senso contrario. «Il percorso è a senso unico. Lui da lì non sarebbe nemmeno potuto passare. Ora è da capire se era premeditato oppure no», spiega il sindacalista milanese.
Ndiaye, insieme ad altri sindacalisti, ha raggiunto il palazzo della prefettura ed è attualmente in attesa di essere ricevuto dal prefetto, in qualità di coordinatore del Si Cobas, per discutere di quanto accaduto.
Diritti negati
La condizioni lavorative nel magazzino di Biandrate erano drammatiche: 900 euro al mese per 13 ore di lavoro al giorno. Non erano concesse pause, né previsti giorni di riposo o ferie.
Cgil e Uil, per mesi, hanno provato a fare presente la situazione, finché tre settimane fa non è intervenuto Si Cobas, che ha deciso di organizzare picchetti continui davanti agli hub della logistica. «È l'ennesima morte sul lavoro, da questo punto di vista, ed è frutto dell'avvelenamento di alcune situazioni che sono state portate all'esasperazione», spiega Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil di Novara.
I sindacati confederali, secondo quanto riporta Fasulo, hanno avviato una discussione ponendo al centro le condizioni dei lavoratori, ma l'azienda non ne ha voluto sapere. «I lavori più degradanti e pesanti vengono svolti da lavoratori migranti, non ci sono stati licenziamenti in questo caso, si tratta di elementi di carattere sindacale, appunto: aspetti legati ai diritti, questioni di tipo organizzativo, come orari, ritmi, carico del lavoro e retribuzioni corrisposte scorrettamente», spiega ancora il segretario della Cgil. Questioni che dovevano essere risolte rapidamente e che invece sono state mantenute.
I lavoratori privati dei loro diritti, infatti, sono dipendenti diretti dell'azienda. Nessun subappalto, né cooperative, dunque, come capita il più delle volte nel settore della logistica: è l'azienda ad assegnare le mansioni da svolgere.
La reazione delle istituzioni
L'intervento radicale del Si Cobas è arrivato a seguito del silenzio istituzionale, con l'obiettivo di acquisire maggiore visibilità, denunciare e ottenere un cambio di marcia significativo, a partire dall'alto. Più semplicemente, per vedere riconosciuti i loro diritti. Dopo la morte di Adil Belakhdim quel silenzio si è rotto.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi, dopo essere arrivato a Barcellona per ricevere il premio per la costruzione europea e per la sua azione da presidente della Bce, a margine del suo intervento ha detto: «Sono molto addolorato per la morte di Adil Belakhdim. È necessario che si faccia subito luce sull’accaduto».
La tragedia ha scosso anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando: «È gravissimo quello che è accaduto di fronte ai cancelli di un magazzino di Biandrate, vicino Novara. La tragica morte del sindacalista Adil Belakhdim è avvenuta in circostanze che andranno immediatamente chiarite. Nel settore della logistica stiamo assistendo ad una escalation intollerabile di episodi di conflittualità sociale che richiedono risposte urgenti».
Settimane di tensione
Da due settimane, le proteste dei lavoratori della logistica si sono intensificate a causa dei numerosi licenziamenti effettuati da alcune aziende.
La scorsa settimana, davanti a un hub della FedEx, a Tavazzano, un altro lavoratore è rimasto ferito nel corso degli scontri con dei bodyguard che hanno bloccato il presidio con violenza.
Il 16 giugno, invece, davanti a un magazzino della TexPrint, in provincia di Prato, in Toscana, due soci aziendali di origini cinesi hanno ferito altri tre lavoratori e membri del Si Cobas, bloccando un altro presidio. Nel video pubbicato dalla pagina Facebok del sindacato si vedono Hong Bo, socio dell'azienda, e Sang Yu zhang, direttore della TexPrint, colpire con mattoni e pugni i lavoratori.
E anche questa mattina, all'origine della tragedia sembrerebbe esserci stato un diverbio tra i lavoratori e l'autista del camion. Sul posto è intervenuto anche il 118, ma per il 37enne non c'è stato nulla da fare.
La morte di Belakhdim è avvenuto proprio nel giorno dello sciopero nazionale della logistica proclamato dal Si Cobas, cui hanno aderito anche i sindacati di base Adl Cobas, Usb Logistica e Cub Trasporti. Uno sciopero indetto anche per protestare contro le violenze avvenute davanti ai cancelli dei magazzini FedEx, contro cui il sindacato ha avviato una vertenza nazionale per riaprire la piattaforma logistica di Piacenza. Ma ora la tensione negli impianti dove sta avvenendo lo sciopero rischia di aumentare.
© Riproduzione riservata