Paghe che si aggirano sui 5 euro all’ora, straordinari non retribuiti, ferie non godute, ricatti e intimidazioni. Se alcune recenti inchieste che hanno riguardato il mondo della logistica e della grande distribuzione organizzata hanno portato alla luce condizioni di sfruttamento lavorativo, il settore della vigilanza privata è l’ultima frontiera.

È ciò che è emerso nell’ultima indagine della procura di Milano che ha riguardato la Battistolli servizi integrati, l’azienda con sede a Vicenza che opera in dodici regioni italiane. Negli ultimi anni la procura meneghina, in collaborazione con il nucleo della polizia economica finanziaria della guardia di Finanza, ha dato vita a una serie di indagini su imprese italiane e straniere (come i colossi della Silicon Valley) non solo per contrastare condizioni di lavoro al limite della schiavitù, ma anche per recuperare il denaro evaso al fisco. E il quadro emerso è preoccupante.

L’inchiesta

Ieri il gip Domenico Santoro ha convalidato il controllo giudiziario nei confronti della Battistolli, disposto d’urgenza il 31 ottobre dal pm Paolo Storari. Dagli accertamenti della finanza è emersa una condizione di sfruttamento nei confronti dei dipendenti dell’azienda di vigilanza privata, i quali percepivano salari «al di sotto della soglia di povertà» e «sproporzionati rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato». Ma c’è di più.

Gli inquirenti sottolineano anche un’aggravante. L’azienda, scrive il gip, ha «commesso i fatti approfittando dello stato di bisogno dei dipendenti sottoponendo i medesimi a condizioni lavorative disagevoli, arbitrari cambiamenti delle condizioni contrattuali, privazione delle ferie, indebite trattenute in busta paga e in taluni casi a minacce prospettando la perdita del posto di lavoro o spostamenti in sedi di servizio peggiori».

A essere indagato è il dirigente Pietro Contin, 74 anni. Nel frattempo è stato nominato un amministratore «con il compito di controllare il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative» e «di garantire la regolarizzazione dei lavoratori».

Le testimonianze

Secondo i dati della guardia di finanza i dipendenti della Battistolli ricevevano paghe orarie che ammontavano a poco più di 5 euro l’ora, un salario netto di circa 650 euro al mese. Una cifra irrisoria, confermata anche dalle testimonianze dei vigilanti. «Il sabato e la domenica non sono quasi mai giornate di riposo, e specifico che non è una mia scelta, bensì un’imposizione del mio responsabile [...] La mia retribuzione netta è di circa 5 euro all’ora, importo che non ritengo dignitoso», ha detto un dipendente.

«La mia busta paga dovrebbe essere di 620 euro netti, che è la retribuzione base. Con gli straordinari aumenta: ad esempio, questo mese sono arrivato a percepire 1128 euro circa, ma facendo 181 ore lavorative totali, praticamente quasi il doppio delle ore previste dal mio contratto, lavorando tutti i sabato e domenica. La retribuzione lorda dovrebbe essere circa 700 euro. Leggendo la busta paga, posso dirvi che la paga oraria è di 3,50 euro netti all’ora», ha dichiarato un altro.

C’è anche chi ha riferito di essersi dovuto recare a lavoro nonostante gli infortuni: «Mi è capitato di essermi infortunato ad una gamba, ma nonostante ciò mi sono dovuto comunque recare al lavoro perché non c'è sufficiente personale per dare il cambio». Chi provava a protestare si è visto rispondere che poteva lasciare il posto di lavoro qualora non avesse accettato le condizioni da fame imposte dall’azienda.

Risposte che in alcuni dipendenti hanno causato stati di ansia al punto da doversi rivolgere a uno psicoterapeuta. Altri, invece, venivano minacciati dai responsabili: «Sappiate che voi quando fuori fa caldo siete al fresco e viceversa e siete comodi nelle vostre postazioni. Se qualcosa non vi sta bene vi posso spostare nei nostri cantieri, in cui stareste in un gabbiotto di legno senza aria condizionata, senza luce e senza bagno, in mezzo alla polvere», gli dicevano.

Un dipendente ha detto di aver presentato un certificato di malattia ma non è stato retribuito. «Sono stato in malattia per 4 giorni, con regolare certificato medico e comunicazioni relative, ma in busta paga quei giorni risultano come non lavorati e di conseguenza non pagati».

Gli altri casi simili

Altre aziende di vigilanza, per cui era stato disposto il controllo giudiziario, come Mondialpol e Securitalia/Servizi fiduciari, sono poi «rientrate» nella «legalità», alzando gli stipendi. Nelle scorse settimane, inoltre, era stata commissariata anche la All System spa, le cui guardie giurate lavorano anche al Palazzo di Giustizia milanese.

Il provvedimento è stato revocato nei giorni scorsi perché l’azienda ha alzato gli stipendi di quasi il 40 per cento.

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