- Dall’inizio della pandemia c’è un giornale italiano che non ha quasi mai scritto una sola cosa vera riguardo al Covid-19, anche se quel giornale si chiama “la Verità”.
- Solo negli ultimi giorni, su la Verità sono comparsi tre articoli che sostengono che: uno, vaccinare contro il Covid i bambini e gli adolescenti è inutile e sconsigliato; due, i lockdown erano sbagliati e inutili; tre, le mascherine non fanno nulla e sono dannose.
- Falso, falso e ancora falso, la Verità non ne ha azzeccata neanche una.
Credo sia un record mondiale. Dall’inizio della pandemia c’è un giornale italiano che non ha praticamente mai scritto una sola cosa vera riguardo al Covid-19, anche se quel giornale si chiama – paradossalmente – La Verità. E una delle sue firme più determinate nel ribadire le sue convinzioni fallaci è Maddalena Loy.
Solo negli ultimi giorni, la Loy ha scritto tre articoli per sostenere che: 1) vaccinare contro il Covid i bambini e gli adolescenti è inutile e sconsigliato; 2) lockdown erano sbagliati e inutili; 3) le mascherine non fanno nulla e sono dannose. Falso, falso e ancora falso, la Loy non ne ha azzeccata neanche una.
Vaccinare i giovani
Partiamo dal primo punto. Scrive la Loy: «Il mondo scientifico ha raggiunto un sostanziale consenso sull’inopportunità di vaccinare i giovani sani contro il Covid: la mortalità del virus in quelle fasce è irrilevante, i rischi no». E’ falso.
Tutte le autorità scientifiche e praticamente tutti gli scienziati del mondo sono concordi nel sostenere che bisogna vaccinare per primi gli adulti e soprattutto gli anziani perché è tra loro che il virus provoca le malattie più gravi e miete più vittime, ma poi consigliano fortemente di vaccinare anche i bambini e i giovani.
Trovare le fonti che confermano quel che dico è facile. Per esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la sua posizione ufficiale nella “Dichiarazione sulla vaccinazione dei bambini contro il Covid-19”, che afferma: «Il SARS-CoV-2 tipicamente causa una malattia meno severa e meno morti tra i bambini e gli adolescenti rispetto agli adulti. Tuttavia, i bambini e gli adolescenti rimangono suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e possono trasmettere il virus ad altri. I casi di Covid tra i bambini sono aumentati drammaticamente nel 2022, durante l’ondata della variante Omicron».
Poi, sostiene che i bambini infettati dal Coronavirus possono spesso sviluppare una malattia grave come la Sindrome Multisistemica Infiammatoria – una super-infiammazione che colpisce molti organi e talora provoca lesioni permanenti-, o il Long Covid - una sequela che dà sintomi debilitanti quali confusione mentale, stanchezza e dolori che possono durare mesi o addirittura anni.
Perciò, dato che «i vaccini contro il Covid-19 sono sicuri ed efficaci nel prevenire la malattia nei bambini e negli adolescenti», per prima cosa «dovrebbero essere vaccinati i bambini con comorbidità o severamente immunocompromessi».
L’Oms raccomanda di vaccinare anche i bambini sani, con queste parole: «I benefici sanitari diretti ottenuti vaccinando i bambini e gli adolescenti sani sono inferiori rispetto a quelli ottenuti vaccinando adulti ed anziani a causa della minore incidenza di Covid grave e di morte tra le persone più giovani. Tuttavia, la vaccinazione dei bambini e degli adolescenti garantisce benefici sanitari immediati perché protegge i giovani dalla malattia e gli permette di minimizzare le interruzioni nel loro percorso educativo e di mantenere un miglior benessere generale».
Quanto ai rischi, è vero che in rari casi la vaccinazione può provocare miocarditi, però queste sono «facilmente trattabili» e enormemente più rare e meno gravi di quelle provocate dal Covid.
Altro esempio. I Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Cdc), l’agenzia sanitaria ufficiale del governo americano, hanno redatto un documento dal titolo “Le sei cose da sapere sui vaccini contro il Covid per i bambini”, che inizia così: «I Cdc raccomandano i vaccini contro il Covid-19 per tutti i bambini dai sei mesi di età in su, e i richiami per tutti dai 5 anni di età in su, perché i vaccini anti-Covid sono sicuri ed efficaci».
Si potrebbe andare avanti all’infinito per dimostrare che tutte, ma proprio tutte, le autorità sanitarie di tutti i paesi del mondo raccomandano di vaccinare i bambini. Quindi non è vero che gli scienziati del mondo concordano sul fatto che non bisogna vaccinarli.
A cosa serve il lockdown
Punto due. La Loy sostiene che i lockdown sono stati inutili nel contenere l’epidemia da Covid-19 e hanno fatto solo danni.
Scrive la Loy che «le decisioni draconiane” adottate negli Stati uniti e in Italia “per contrastare il virus non erano l’unica soluzione. Avremmo potuto evitarci lockdown, obblighi vaccinali e restrizioni concentrandoci sulla protezione mirata di anziani fragili».
A parte il fatto che il Covid provoca molte vittime anche tra chi non è anziano, cosa propone la Loy in alternativa?
Sembra assurdo, ma ragiona così: dato che il Sars-CoV-2 provoca una malattia grave e morti solo tra gli anziani, durante la prima ondata di Covid, nel 2020, quando i vaccini non c’erano ancora, i giovani e gli adulti avrebbero dovuto uscire tranquillamente per infettarsi l’un l’altro diventando immuni alla malattia, così alla fine avremmo raggiunto l’immunità di gregge e il virus avrebbe smesso di circolare; intanto gli anziani, che erano più a rischio, dovevano restarsene confinati in casa.
Proprio così: giovani e adulti in giro, e anziani chiusi in casa. Un’idea folle anche solo a pensarla: dato che a quel tempo non c’erano vaccini disponibili, quanti milioni di adulti sarebbero dovuti morire prima di raggiungere la fatidica immunità di gregge?
E chi doveva stabilire fino a che età dovevi restare blindato a casa? Che ne so, il governo emanava un editto che diceva: «Chi ha meno di cinquant’anni esca, chi ne ha di più no!».
Mi ricorda il film Il dittatore dello Stato libero di Bananas, di Woody Allen, in cui il folle dittatore appena preso il potere si affaccia al balcone e urla: «Da adesso i cittadini saranno obbligati a cambiare la biancheria ogni trenta minuti, e la biancheria sarà portata sopra gli indumenti!»
Quando poi sono arrivati i vaccini, secondo Loy avremmo dovuto vaccinare solo gli anziani e le persone a rischio, ma non i bambini e i giovani perché a loro il coronavirus non fa nulla, è come una banale influenza.
Le follie di Ioannidis
Queste idee bislacche non sono farina del sacco della Loy. Il maestro da cui la Loy trae ispirazione e che venera come una divinità è John Ioannidis, epidemiologo dell’Università di Stanford.
Ioannidis è stato uno dei primi – e dei pochissimi, va detto – a sostenere che il Covid non era più letale dell’influenza, e che quindi i lockdown erano un mezzo esagerato per combatterlo e avrebbero fatto più danni che benefici, «come un elefante attaccato da un gattino, che per sfuggirgli accidentalmente precipita in un burrone e muore”, diceva.
Agli albori della pandemia, il 17 marzo 2020, Ioannidis aveva pubblicato un editoriale sulla rivista Stat, dal titolo “Stiamo facendo un fiasco?”, in cui scriveva: «Mentre la pandemia di coronavirus si sta diffondendo, stiamo prendendo decisioni senza dati affidabili. In molti paesi sono state adottate misure draconiane», come i lockdown.
Eppure, a marzo 2020 era già chiaro a tutti che era un virus nuovo e letale, che avrebbe potuto infettare ogni essere umano sulla faccia della Terra facendo stragi.
E’ vero, all’epoca non era ancora ben chiaro quale fosse il Case Fatality Rate (CFR) del Covid (cioè il numero di individui che morivano ogni 100 malati), anche se la stragrande maggioranza degli scienziati riteneva fosse pari circa a 2, cioè su 100 malati di Covid ne morivano 2, il che lo rendeva dieci volte più letale dell’influenza. Invece, Ioannidis minimizzava, e stimava che il CFR del Covid fosse pari allo 0,3 per cento o meno.
Scriveva: «Se presumiamo che il CFR tra gli individui infetti da SAR-CoV-2 sia dello 0,3 per cento e che si infetti circa l’1 per cento della popolazione degli USA, questo si tradurrebbe in circa 10.000 morti. Sembra un numero enorme ma rimarrebbe sepolto dentro il rumore delle morti stimate per malattie simili all’influenza. Se non sapessimo che là fuori c’è un virus nuovo, il numero totale di morti dovuti a malattie simili all’influenza non sarebbe insolito, quest’anno».
Per Ioannidis, visto che il Covid era come una banale influenza, gli Usa non dovevano fare nessun lockdown, perché al massimo ci sarebbero stati 10.000 morti. Il 16 marzo 2020 negli Usa i decessi causati dal Covid erano stati solo 68, e Ioannidis commentava beffardo: «Qualcuno teme che i 68 morti provocati dal Covid negli Usa il 16 marzo aumenteranno in maniera esponenziale, diventeranno 680, e poi 6800, e poi 68.000, seguendo un andamento catastrofico che si ripeterà in tutto il globo. Dico io: ma questo secondo voi è uno scenario realistico oppure è fantascienza?»
E invece, qui 68 morti giornalieri diventarono davvero 680, e poi 3500, e sarebbero cresciuti ancora se il presidente degli Usa Donald Trump, che fino ad allora si era fidato ciecamente di Ioannidis e aveva lasciato correre il virus indisturbato tra la popolazione, non avesse cambiato idea all’improvviso.
Donald Trump si era ammalato gravemente di Covid, aveva rischiato la vita e aveva sperimentato sulla sua pelle che il Covid non assomigliava affatto a un’influenza; i malati avevano cominciato a moltiplicarsi intasando gli ospedali, e i cadaveri si accumulavano nelle camere mortuarie: così il presidente aveva fatto un subitaneo dietrofront e i vari stati avevano introdotto misure restrittive quali i lockdown, invitando i cittadini a restare a casa il più possibile, e ciò aveva evitato molte morti inutili in più.
Fino ad oggi, i morti da Covid negli Usa sono stati 1,1 milioni, ma senza chiusure sarebbero stati molti di più: Ioannidis ha fallito tutte le sue previsioni in maniera catastrofica.
Come le hanno fallite gli altri tre scienziati che la Loy considera suoi numi tutelari: Sunetra Gupta, dell’Università di Oxford, Jay Bhattacharya, dell’Università di Stanford, e Martin Kullendorf, dell’Università di Harvard. Questi tre epidemiologi sono gli autori della cosiddetta “Dichiarazione di Great Barrington”.
Isoalmento selettivo
La “Dichiarazione di Great Barrington” è una lettera aperta pubblicata nell’ottobre 2020 nella quale i tre raccomandavano che «al posto dei lockdown, che stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica», bisogna adottare «una strategia che noi definiamo di protezione focalizzata, per minimizzare la mortalità da Covid-19 e altri danni collaterali alla salute».
In pratica, le persone più a rischio dovevano essere tenute al sicuro mentre la società poteva continuare a funzionare normalmente, così le persone si infettavano, si raggiungeva l’immunità di gregge, e il virus smetteva di circolare. Semplice.
La dichiarazione si chiama così perché i tre autori l’hanno redatta mentre partecipavano a un convegno dell’American Institute for Economic Research – un think tank vicino all’estrema destra libertaria americana, finanziato dalle corporation del tabacco, del petrolio e delle armi, che sostiene che le armi devono essere vendute liberamente e il riscaldamento globale non esiste – che si teneva nella cittadina di Great Barrington, in Massachusetts.
A marzo 2020, Gupta aveva cercato di pubblicare un suo studio dove sosteneva che in Gran Bretagna mancava poco per raggiungere l’immunità di gregge contro il Covid, e che però il professor Rupert Beale, del prestigioso Francis Crick Institute di Londra, aveva bollato come “ridicolo”: difatti non è mai stato accettato da nessuna rivista scientifica.
Eppure, Gupta aveva persino scritto una lettera all’allora premier del Regno Unito Boris Johnson, in cui lo invitava a proteggere i vulnerabili e a non fare nessun lockdown “per tre mesi, il tempo necessario per permettere al patogeno di circolare libero nella popolazione” e farla immunizzare, anche se a quel tempo i vaccini non esistevano. Boris Johnson per un po’ le diede retta, e fu una carneficina, così anche in Gran Bretagna furono costretti in fretta e furia a introdurre misure restrittive.
Martin Kulldorf è uno che all’epoca disse: «Tutte le persone sotto i cinquant’anni dovrebbero continuare a vivere la loro vita normalmente, mentre penso che tutti quelli sopra i sessanta - che siano insegnanti, autisti di bus o bidelli - dovrebbero lavorare da casa in smart working o prendere un sabbatico finanziato dalla previdenza sociale che duri tre, quattro o tutti i mesi necessari fino a quando non si raggiungerà un’immunità nella popolazione». Cosa che col senno di poi, credo che faccia solo ridere. Resta Jay Bhattacharya, che è uno dei più stretti collaboratori di John Ioannidis, per cui, vedi sopra.
Mascherine inutili
Infine, punto tre, Loy sostiene che le mascherine sono inutili, mentre decine di studi dimostrano che ci difendono dal virus. Un articolo appena pubblicato sul New England Journal of Medicine lo ribadisce egregiamente.
Si intitola “Eliminazione dell’obbligo delle mascherine nelle scuole: incidenza del Covid-19 tra studenti e staff scolastico.” Gli scienziati dell’Università di Harvard, guidati da Kathryn Hall, si sono trovati di fronte ad un meraviglioso esperimento reale: nel febbraio del 2022, lo stato del Massachussetts ha revocato l’obbligo di indossare le mascherine per tutti gli studenti e lo staff delle scuole, invece i dirigenti di due distretti scolastici – quelli di Boston e di Chelsea – hanno deciso che studenti e staff dovevano continuare a metterle.
Così, gli scienziati hanno potuto osservare cosa accadeva nei distretti dove indossavano le mascherine e in quelli dove non li indossavano: e cosa hanno scoperto?
Questo: «Prima che l’obbligo delle mascherine fosse eliminato l’incidenza del Covid-19 era simile in tutti i distretti scolastici. Nelle 15 settimane successive all’eliminazione dell’obbligo, nei distretti in cui non si indossavano le mascherine si sono verificati 44,9 casi di Covid in più ogni 1000 tra studenti e staff - in totale, 11.901 casi in più -, che rappresentano il 29,4 per cento dei casi totali di Covid registrati nell’intero stato».
Come scrivono gli autori, questo studio dimostra che le scuole sono uno dei luoghi privilegiati per la diffusione del virus e che le mascherine “sono un mezzo essenziale per ridurre l’incidenza del COVID-19».
Continuare ad invitare a tutti i talkshow una persona così palesemente male informata sulla scienza serve ad arricchire il dibattito oppure ad aumentare la disinformazione?
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