Da anni le due società di calcio, sotto la proprietà della famiglia Pozzo, danno luogo a vorticosi scambi di calciatori e valori finanziari. In questo momento tocca alla società friulana soccorrere la sorella inglese, in forte difficoltà finanziaria. Con un assegno da 19 milioni per Kamara, rimasto dov’era
- Kamara era stato acquisito a gennaio 2022, proveniente dal Nizza, per 6 milioni di euro. In mezza stagione, giocata in una squadra retrocessa a fine torneo, il suo valore risulta più che triplicato.
- Per acquisire il calciatore e lasciarlo in prestito alla società sorella, l’Udinese ha di fatto impegnato i 18 milioni di euro versati dal Tottenham per Destiny Udogie, lasciato anche lui in prestito per una stagione.
- Le due società della famiglia Pozzo hanno intrecciato 58 trasferimenti per un valore di oltre 88 milioni di euro. C’è un problema di multiproprietà calcistiche e non riguarda soltanto club affiliati alla federazione di un medesimo paese.
Il principio dei vasi comunicanti. All’Udinese sanno come funziona e lo applicano regolarmente da anni in sede di mercato.
È successo ancora una volta durante la finestra estiva di calciomercato 2022: trasferimenti incrociati col Watford, la società sorella che milita nella Premiership (la Serie B inglese) e si trova sotto la proprietà della famiglia Pozzo.
L’ultima puntata della saga riguarda due assegni staccati dalla società friulana in favore di quella inglese, per un ammontare complessivo che per il momento può essere fissato soltanto facendo fede sulle fonti giornalistiche.
E in attesa di verificare quelle cifre alla lettura dei bilanci ufficiali, si ricava che il primo assegno, da 5 milioni di euro, è stato emesso per riportare in Serie A il difensore esterno italo-marocchino Adam Masina, vittima di un grave infortunio in occasione della gara contro la Fiorentina dello scorso 31 agosto.
Ben più corposo quello staccato per il difensore esterno sinistro franco-ivoriano Hassane Kamara: 19 milioni di euro. Un valore che è il secondo più alto sborsato dalla società friulana nella propria storia.
La cifra record rimane quella impegnata nell’estate 2018 per acquisire il centrocampista Rolando Mandragora dalla Juventus: 20 milioni di euro, nel quadro di un accordo raggiunto su cifre estremamente impegnative che prevedevano l’eventuale recompra fissato entro il biennio a una cifra di 26 milioni di euro.
Ma la vera differenza fra l’acquisizione di Mandragora e quella di Kamara sta non tanto nel milione di euro di differenza, quanto nell’utilità dei due calciatori per la società friulana.
Nell’estate 2018 l’acquisto più costoso nella storia dell’Udinese venne messo immediatamente a disposizione dell’allenatore di allora, lo spagnolo Julio Velázquez.
Invece nell’estate del 2022 il secondo acquisto più costoso nella storia dell’Udinese è stato lasciato in prestito lì dove era. Cioè in forza alla società sorella dell’Udinese.
Dunque, per il momento, il solo effetto pratici di questo affare di calciomercato è il trasferimento di valore finanziario dall’Udinese al Watford. Il resto si vedrà.
A tutto calciomercato
Prendiamolo come un atto di generosità. Il Watford non sta passando il momento migliore della sua storia.
Certamente sta vivendo il peggiore da quando si trova sotto il controllo di Gino Pozzo, rampollo della famiglia friulana che partendo dal club bianconero ha espanso il dominio in Inghilterra e per un limitato periodo anche in Spagna, dove aveva acquisito il Granada, poi ceduto.
Per una fase è andata per il meglio su tutti e tre i fronti. E col ritorno del Watford in Premier League la società inglese era diventata la principale del gruppo, nonché la più munifica.
Per ovvi motivi, poiché il campionato nazionale inglese è il più ricco e mediatizzato al mondo. In quel frangente, nella gerarchia dei club di famiglia, l’Udinese era passata in subordine. Poi le cose sono cambiate.
E adesso, dopo le due retrocessioni rimediate nelle ultime tre stagioni, il Watford si trova adesso in sofferenza anche sul piano finanziario.
L’ultimo bilancio annuale presentato, quello chiuso al 30 giugno 2021, fa segnare una perdita di 21,7 milioni di sterline, che in euro fanno 25 milioni. Un dato anche in miglioramento rispetto all’anno precedente, quando il rosso era stato di 35,6 milioni di sterline (in euro sono 41 milioni e spiccioli).
Segnali di difficoltà gestionale che la doppia retrocessione spiega soltanto in parte. Perché è noto che perdere il posto occupato in Premier League comporta un sanguinoso ridimensionamento economico, ma è altrettanto vero che i problemi degli Hornets sono più legati alla scelta di un modello industriale troppo legato alla compravendita dei diritti di calciatori.
E a testimoniarlo è proprio il documento di bilancio, dove si legge che senza i proventi da cessioni di calciatori per 55,7 milioni di sterline (64 milioni di euro) la situazione sarebbe stata ben più drammatica.
A comporre quei ricavi, come si legge a pagina 7 del documento di bilancio, contribuisce anche la cessione all’Udinese di Roberto Pereyra. Per quale cifra? Impossibile saperlo.
Il documento fornisce il totale incassato grazie alle quattro principali cessioni operate entro il 30 giugno del 2021, ma in realtà concluse a settembre 2020: oltre a Pereyra sono stati trasferiti Abdoulaye Doucouré all’Everton, Pervis Estupiñan al Villarreal e Luís Suarez al Granada, club che nonostante la cessione ai cinesi continua a intrecciare trame di calciomercato con la società dei Pozzo.
Né si può ricavare questo dato dai bilanci dell’Udinese, che quanto a informazioni rese disponibili è molto parca.
Fino al 2019 veniva almeno pubblicato l’analitico degli incassi e delle plusvalenze provenienti dal mercato in uscita. Adesso non più e, come nel caso del Watford, si fa riferimento all’incasso totale e ai principali trasferimento che lo hanno generato. Del resto, la società friulana ha facoltà di centellinare queste informazioni.
Partite di calcio e partite di giro
Anche l’informatissimo sito specializzato Transfermarkt è costretto a mettere un punto interrogativo alla casella della cifra di trasferimento di Pereyra.
Lo stesso sito dà invece un valore certo al passaggio di un altro calciatore dal Watford all’Udinese, avvenuto in via definitiva il 30 gennaio 2021 ma non menzionato nel bilancio degli Hornets fra quelli che hanno prodotto gli utili nell’esercizio chiuso il 30 giugno successivo.
E chissà se c’entra qualcosa il fatto che si tratti di operazioni fra parti correlate, come si dice in questi casi. Cioè fra società che fanno capo a un unico soggetto proprietario.
Stando a quanto Transfermarkt riferisce, il trasferimento di Deulofeu è avvenuto in cambio di 17 milioni di euro. Un valore che sempre secondo il sito specializzato fa segnare la terza maggiore spesa nella storia della società friulana per acquisizione di calciatori.
E fa davvero impressione constatare che i tre acquisti più costosi nella storia del club friulano corrispondano ai nomi di due calciatori provenienti dalla società sorella (Kamara e Deulofeu) e di un mediano (Mandragora) pagato alla Juventus una cifra da numero 10 ma con l’informale impegno che la società bianconera torinese lo riprendesse due anni dopo a una cifra da numero 10 e mezzo. Il tutto per un calciatore che ha fatto una fatica bestiale a rimanere ciò che era: un numero 4.
Ancor più impressionante è guardare il volume degli scambi fra le due società e i valori registrati sempre da Transfermarkt. Che sono valori per difetto, poiché a molti trasferimenti è associato un punto interrogativo dato che non ne è stato reso noto il valore.
I movimenti da Watford a Udine sono stati 20, per un valore approssimativo di 47,9 milioni di euro, quelli da Udine a Watford sono stati 38 per un valore approssimativo di 40,5 milioni di euro.
Totale: 58 trasferimenti e oltre 88 milioni di euro di valore movimentato. Le due società risultano essere reciprocamente le prime per flusso di trasferimenti (cioè, il Watford è la società con cui l’Udinese ha concluso più trasferimenti di calciomercato nella sua storia recente, idem l’Udinese per il Watford), e per entrambe la seconda società in questa lista è il Granada.
E dentro questa complessa rubrica delle reciprocità c’è l’intreccio di debiti e crediti, per come viene fotografato dai documenti di bilancio al 30 giugno 2021 di entrambi i club.
Si scopre che il Watford deve all’Udinese 8.834.861 «principalmente» per la cessione di Inacio Pussetto durante la sessione di mercato invernale 2019-20 (nel frattempo il calciatore è stato ceduto alla Sampdoria).
Viceversa, nel bilancio dell’Udinese, alla voce “debiti verso società sottoposte al controllo della controllante”, si legge di un valore da 27,55 milioni di euro imputato a “operazioni di trasferimento di calciatori”.
Va ribadito che la cifra di 27,55 milioni è fissata al 30 giugno 2021. Dunque non vi sono ancora calcolati i 24 milioni di euro per le acquisizioni di Masina e Kamara.
Ultime due considerazioni. La prima: Kamara è stato acquisito dal Watford a gennaio 2022, proveniente dal Nizza, secondo Transfermarkt per 6 milioni di euro.
Ciò significa che in mezza stagione il suo valore si è più che triplicato. Praticamente avrà fatto mezza stagione da fenomeno, ma segregato nella Serie B inglese. Sa essere davvero ingiusto, il calcio.
Considerazione numero due: per finanziare l’acquisizione di Kamara, l’Udinese ha impegnato tutto il valore finanziario incassato per la cessione di Destiny Udogie.
Si tratta di 18 milioni di euro (parliamo sempre di cifre ufficiose), versati dal Tottenham Hotspur che ha deciso di lasciare il giocatore in prestito a Udine.
Questo movimento di mercato, sul versante degli Spurs, lo ha determinato Fabio Paratici, che era uomo di mercato della Juventus al tempo del trasferimento di Mandragora in Friuli. Ma sono solo coincidenze.
Così come è soltanto un calcolo aritmetico l’evaporare della plusvalenza fruttata da Udogie, in conseguenza dello spostamento del valore finanziario verso la società sorella d’Inghilterra. Sono gli effetti della multiproprietà. Che andrebbe messa al bando in assoluto, non soltanto in ambito nazionale.
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