La Lega ha presentato due emendamenti al decreto sulle liste di attesa in sanità all’esame del Senato, in uno di questi si propone di cancellare la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale per i bambini.

Con l’emendamento, a prima firma del senatore leghista Claudio Borghi, si chiede, infatti, di togliere l’obbligo dei dodici vaccini, e tornare a quattro obbligatori, e otto consigliati. La proposta ha suscitato immediate polemiche tra le opposizioni.

«Purtroppo proposte del genere non hanno nulla di scientifico. Lisciano solo il pelo ai No Vax e minano la fiducia tra il cittadino e il medico. E questo è il problema», ha detto all'Ansa l'ex ministro e madre della legge del 2017, Beatrice Lorenzin commentando l'emendamento.

«Siamo gli unici in Europa, insieme alla Francia, ad avere una cosa del genere. Non mi pare che i risultati siano fantastici – motiva Borghi – : chi non voleva farli fare ai figli non va all'asilo e non mi sembra una buona idea. Io ritendo che gli obblighi non siano la soluzione. C’è un motivo per cui sono una extrema ratio in tutto il mondo. Il morbillo è una malattia pericolosa: se tu lo presenti come pericoloso e consigli il vaccino, la gente lo fa, se obblighi i genitori a fare 12 vaccini di fila alla fine non li fanno».

«Se fossi no vax farei una proposta per abolire i vaccini - aggiunge -. Invece, dato che penso che in molti casi una buona copertura vaccinale sia utile, bisogna togliere l'obbligo perché l'obbligo porta con sé il rifiuto e di conseguenza un calo della copertura vaccinale».

C’è scetticismo anche tra gli alleati di governo. Fonti vicine al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, hanno detto che Forza Italia analizzerà, nelle sedi opportune, quando e se la proposta del leghista Claudio Borghi sarà messa in discussione. «Una cosa è certa: siamo sempre stati per la scienza e per i vaccini, non cambiamo idea. Dunque al solito vedremo gli studi, ascolteremo gli esperti e decideremo che fare», si precisa.

Il secondo emendamento

«L’altro emendamento che ho presentato - afferma poi - è volto a consentire a chi non lo desidera di non avere i propri dati gestiti dal fascicolo sanitario elettronico nazionale. Una specie di 'opt out'. Ci sono stati 250mila persone che hanno scelto di non riversare i propri nazionali pre 2020, significa che un po' di richiesta c’è».

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