-
L’8 agosto del 1991 l’immaginario degli italiani sulle migrazioni cambiò in maniera drastica. Al momento dell’arrivo a Bari della nave Vlora, col suo carico di quasi 20mila persone provenienti dall’Albania, l’Italia era già un paese di immigrazione, e i migranti avevano già fatto la loro comparsa nel dibattito pubblico.
-
Gli eventi di quei giorni furono però uno spartiacque: con un cambiamento di linea rispetto a pochi mesi prima, di fronte a comunità e autorità locali rese impotenti, il governo decise che gli albanesi dovevano essere concentrati nello stadio delle Vittorie e poi rimpatriati.
- La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, nell’ambito del suo Calendario Civile, organizza oggi al teatro Piccinini di Bari l’incontro pubblico: 8 agosto 1991, trent’anni fa, lo sbarco di cittadini albanesi. Ingresso libero su prenotazione sul sito fondazionefeltrinelli.it.
L’8 agosto del 1991 l’immaginario degli italiani sulle migrazioni cambiò in maniera drastica. Al momento dell’arrivo a Bari della nave Vlora, col suo carico di quasi 20mila persone provenienti dall’Albania, l’Italia era già un paese di immigrazione, e i migranti avevano già fatto la loro comparsa nel dibattito pubblico.
Lo spartiacque
Gli eventi di quei giorni furono però uno spartiacque: con un cambiamento di linea rispetto a pochi mesi prima, di fronte a comunità e autorità locali rese impotenti, il governo decise che gli albanesi dovevano essere concentrati nello stadio delle Vittorie e poi rimpatriati.
In quell’occasione la televisione mostrò uomini che assaltavano gli ingressi dello stadio nel tentativo di scappare; ed elicotteri che lanciavano loro acqua e viveri, come a bestie pericolose tenute in cattività. Raccontati come violenti, criminali, selvaggi, per la prima volta i migranti non suscitavano empatia ma timore.
In realtà l’Italia del 1991 non sapeva quasi nulla degli albanesi, e si era dimenticata anche della propria storia coloniale ed espansionistica, che tra il 1939 e il 1943 aveva incluso l’occupazione dell’Albania.
Un’occupazione supportata da una propaganda che convinceva gli italiani della propria superiorità e civiltà, e dell’inferiorità e barbarie delle popolazioni locali. Dimenticandosi di quel passato, come di quello africano, la Repubblica non ci aveva fatto i conti, non ne aveva sottoposto a critica le logiche e gli immaginari: nel 1991 gli stessi discorsi si rivelarono dunque strumenti a disposizione, utili per affrontare la nuova situazione.
La narrazione
La narrazione criminalizzante degli albanesi ha resistito finché questi ultimi sono scomparsi dai giornali. In compenso, di quell’8 agosto è rimasto tanto: la gestione dell’immigrazione come di un’emergenza; il mito dell’invasione; e l’idea che i migranti siano portatori un’alterità naturalizzata e irriducibile da contrapporre ad una identità, italiana, altrettanto monolitica e sempre uguale a sé stessa.
La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, nell’ambito del suo Calendario Civile, organizza oggi al teatro Piccinini di Bari l’incontro pubblico: 8 agosto 1991, trent’anni fa, lo sbarco di cittadini albanesi. Ingresso libero su prenotazione sul sito fondazionefeltrinelli.it
© Riproduzione riservata