Dopo la nostra inchiesta sulle nomine decise dal ministro del Made in Italy, Italia Viva presenta un’interrogazione parlamentare per fare luce sulla revoca dei commissari a Condotte d’acqua e le successive nomine. Per il ministro l’intento del nostro articolo è di «intimidire l'attività istituzionale»
Le opposizioni pronte a chiedere ragione delle nomine dei commissari a Condotte d’acqua da parte del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, dopo l’inchiesta pubblicata oggi da Domani.
Ad annunciare di volerci vedere chiaro è per primo Matteo Renzi che scrive su X: «Tangenti a Sogei, caos imbarazzante al Ministero della cultura, strani commissariamenti al ministero di Urso. La classe dirigente di Giorgia Meloni è tecnicamente impresentabile. Questo Governo non funziona: fino a quando la Premier continuerà a far finta di nulla?».
Italia Viva presenta un’interrogazione per conoscere come e perché della rimozione della terna di commissari di Condotte, in amministrazione straordinaria dal 2018, a cui è seguita la nomina di altri tre professionisti tra cui l'avvocato Francesco Paolo Bello, amico personale ed ex partner d'affari del ministro stesso.
L’interrogazione di Iv
Nell’interrogazione a risposta scritta il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto richiama il contenuto del nostro primo articolo. «Con il decreto ministeriale del 6 settembre 2024 (...) il Ministro interrogato, Adolfo Urso, ha deciso di nominare come commissari straordinari di Condotte D’Acqua Francesco Paolo Bello, Alfonso Di Carlo, Michele Onorato, dopo la revoca dei precedenti commissari Giovanni Bruno, Gianluca Piredda e Matteo Uggetti; organi di stampa riportano come Francesco Paolo Bello sia un ex socio del Ministro interrogato, avendo collaborato in passato con una società dello stesso Ministro, nonché in altri contesti lavorativi, fino alla nomina dello stesso Francesco Paolo Bello come commissario di Condotte D’acqua». Scalfarotto ripercorre la vicenda giudiziaria seguita alla revoca dei tre commissari, sospesa dal tar e dal Consiglio di Stato.
«Secondo organi di stampa Giovanni Bruno – prosegue Scalfarotto – nei giorni scorsi, ha presentato un esposto alla Procura di Roma denunciando come i vertici del dicastero in indirizzo abbiano rappresentato ai commissari l’ipotesi che se avesse rassegnato le dimissioni spontanee ci sarebbe stato un riconoscimento economico per il lavoro svolto, mentre in caso contrario, si sarebbe proceduto alla revoca degli incarichi: si deve tuttavia ricordare come i commissari straordinari, nominati in procedure fallimentari, possono essere rimossi solo per giusta causa, non trattandosi di nomine di tipo fiduciario». Perciò «è doveroso, per il Ministro interrogato, chiarire in modo esaustivo e completo le motivazioni che lo hanno spinto alla revoca degli attuali commissari - sospesa dalla giurisdizione amministrativa - al fine di fugare ogni dubbio circa l’adozione di una concezione proprietaria delle proprie prerogative istituzionali volta a favorire l’attribuzione di incarichi sulla base di rapporti meramente personali». E inoltre si chiede «di sapere se siano veri i fatti riportati in premessa, quali siano le reali motivazioni che hanno spinto alla revoca dei tre commissari straordinari di Condotte D’Acqua e quali sono stati i criteri professionali utilizzati per la nomina di Francesco Paolo Bello come commissario straordinario».
L’ira di Urso contro Domani
In una nota del ministero si legge che «il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incaricato i suoi legali di intraprendere le iniziative giudiziarie più opportune in relazione alle registrazioni clandestine e non autorizzate effettuate presso il Ministero, all'interno dell'ufficio del ministro e in quello del capo di gabinetto, durante incontri riguardanti attività di rilevanza per lo Stato. Registrazioni di cui i giornalisti Giovanni Tizian e Vittorio Malagutti del quotidiano Domani scrivono di essere in possesso in un articolo pubblicato oggi. Fatto tanto più grave in quanto alcuni stralci di queste registrazioni illegittime sono riportate nel testo in modo parziale, con l’evidente intento di stravolgere la realtà e intimidire l'attività istituzionale. Il ministro Urso ha dato altresì mandato ai legali di procedere per ogni ipotesi di reato riguardante la vicenda richiamata nell'articolo».
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