«Così tanti contagi non li ho visti nemmeno sommando le tre ondate precedenti», dice Giorgio Giuffra, sindaco di Riva Ligure meno di tremila abitanti a pochi chilometri da Imperia.

Da lunedì, l’intera regione sarà in zona gialla a causa dell’aumento dei contagi di Covid-19 e della crescita del numero di persone ricoverate in ospedale. Ma in provincia di Imperia, la situazione è particolarmente difficile.

Qui, i contagi sono iniziati ad aumentare in modo esponenziale nel corso dell’ultima settimana. Oggi, Imperia è la provincia italiana con l’incidenza più alta di nuovi casi: 646 ogni 100mila abitanti in una settimana, il triplo della media nazionale.

Per spiegare la situazione, Giuffra usa una metafora. «È come se ogni singolo condominio della nostra provincia avesse un inquilino contagiato». Giuffra di condomini si intende, visto che oltre al sindaco fa anche l’amministratore.

Con 64 casi attualmente positivi, la situazione nel comune di Riva Ligure è tra le più precarie della provincia. Di fronte all’aumento dei casi negli ultimi giorni, Giuffra è stato il primo sindaco della provincia ad adottare misure speciali.

Da qualche giorno, la mascherina è sempre obbligatoria anche all’aperto, i parchi e gli altri luoghi di aggregazione sono stati chiusi e le attività sportive sono state fermate. Questa settimana, Giuffra ha preso la decisione più difficile fino a questo momento: la chiusura delle scuole del suo comune.

Una scelta che non è piaciuta a molti genitori, ma che secondo il sindaco era necessaria. «I nuovi casi che abbiamo identificato sono quasi tutti di provenienza scolastica – dice – 28 hanno meno di 14 anni, 29 sono loro familiari e soltanto sette casi non sono legati a questi focolai».

I numeri

Non è soltanto Riva Ligure, ma tutta la provincia di Imperia ad attraversare un picco di contagi superiore a quello di tutte le ondate precedenti. Poco più di un anno fa, al culmine della seconda ondata, la provincia aveva visto un incremento settimanale di meno di mille casi. Nell’ultima settimana sono stati più di 1.300.

«La situazione è preoccupante, abbiamo un indice di crescita che sta diventando esponenziale e che negli ultimi due giorni è cresciuto del 30 per cento», dice Claudio Scajola, ex ministro dell’Interno e dal 2018 sindaco del capoluogo. «Se il picco non dovesse arrestarsi rischiamo la zona rossa».

Secondo Scajola, sono soprattutto due le ragioni che hanno portato a questa impennata dei contagi. La prima è la vicinanza con la Francia, dove la situazione dei contagi nella regione Costa Azzurra è ben peggiore di quella italiana.

La seconda è che la provincia di Imperia ha un record poco lusinghiero: è quella con la minor adesione alla campagna vaccinale di tutta la regione. Solo il 75 per cento della popolazione ha ricevuto una doppia dose, contro una media dell’80 per cento nel resto della regione.

Come per il suo vicino di Riva Ligure, anche Scajola ritiene che gli studenti siano una delle chiavi per rallentare il contagio. Ieri mattina ha visitato alcune classi delle scuole elementari dove ha parlato dell’importanza delle vaccinazioni. «Lo zoccolo duro dei no vax è difficile da scalfire, per questo bisogna aumentare vaccinazioni tra i bambini», dice.

Una buona notizia

Anche i medici sul territorio osservano con preoccupazione l’aumento dei casi. «Due settimane fa ricevevo due o tre segnalazioni a settimana di contagi o di persone in quarantena. Dalla scorsa settimana siamo a passati a più di una dozzina», dice Giorgio Amoretti, medico di famiglia a Imperia e segretario provinciale della Federazione dei medici di medicina generale.

La maggior parte dei casi, però, sono «asintomatici o paucisintomatici», dice Amoretti. «Nei più giovani è quasi un’influenza stagionale, c’è qualche problema in più solo coi più anziani».

Si tratta con ogni probabilità di un effetto della protezione garantita dai vaccini. Nonostante il picco di casi senza precedenti, le vaccinazioni stanno tenendo il numero di casi gravi e decessi più basso che nel corso delle precedenti ondate.

Dalla Asl di Imperia non filtrano molte notizie, ma diverse fonti confermano che il numero di ricoveri per il momento è ridotto e gli ospedali non sono ancora sotto pressione.

I dati regionali, gli unici disponibili, parlano del 18 per cento dei posti in area medica occupati da malati Covid-19 e del 14 per cento di queli in terapia intensiva. Numeri alti e sopra la soglia della zona gialla, ma ancora lontani dai livelli di emergenza, pari al 40 e 30 per cento di occupazione.

Ma anche con un virus reso meno letale dalla diffusione delle vaccinazioni, la crescita senza freno dei contagi può comunque causare problemi. «Il problema è quello, il denominatore – dice Amoretti – Se, per dire, ho un caso grave ogni mille, ma poi ho centomila casi in una settimana, aumenteranno di molto anche i casi più gravi. Per questo, nonostante la situazione relativamente tranquilla dei ricoveri, c’è un po’ di preoccupazione».

Il caso della provincia di Imperia potrebbe essere un episodio sfortunato oppure potrebbe essere qualcosa di più: un’anticipazione di quello che, nelle prossime settimane, aspetta il resto del paese.

 

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