- C’è un’intercettazione ambientale che imbarazza Matteo Salvini. Riguarda la Calabria e il responsabile della campagna elettorale del partito in regione, il deputato Domenico Furigiuele, nominato in questo ruolo dal leader in persona per occuparsi dell liste calabresi della Lega.
- Il nome di Furgiuele è citato da un trafficante di droga di Lamezia Terme, provincia di Catanzaro, collegato ai clan della ‘ndrangheta locale.
- Il suocero di Furgiuele ha finito di scontare una condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso e ha pure i beni confiscati su richiesta dell’antimafia.
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LaPresse
C’è un’intercettazione ambientale che imbarazza Matteo Salvini. Riguarda la Calabria e il responsabile della campagna elettorale del partito in regione, il deputato Domenico Furigiuele, nominato dal leader in persona per la gestione degli eventi pubblici in preparazione del voto e della composizione delle liste calabresi della Lega. Furgiuele ha organizzato anche la prima tappa della campagna elettorale che Salvini comincia oggi) con un viaggio tra Cosenza, Catanzaro e infine Reggio Calabria per una cena con i militanti.
Furgiuele è citato da un trafficante di droga di Lamezia Terme, provincia di Catanzaro, collegato ai clan della ‘ndrangheta locale. Conversazione captata dai poliziotti della squadra mobile e che Domani aveva anticipato in parte nei mesi scorsi. Non è la prima volta che la figura di Furgiuele fa discutere: il suocero ha finito di scontare una condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso e ha pure i beni confiscati su richiesta dell’antimafia, provvedimento non definitivo ma che riguarda anche la moglie del politico in qualità di intestataria di parte di questo patrimonio.
«Ho votato Furgiuele»
La registrazione in cui il presunto narcos parla dei voti alla Lega è del 20 marzo 2018. Sedici giorni dopo le elezioni politiche che hanno portato Salvini al governo con i Cinque stelle di Giuseppe Conte. Antonio Pagliuso, sotto inchiesta per traffico di droga e arrestato a febbraio scorso in un’indagine della procura antimafia di Catanzaro, insieme ad altri suoi collaboratori fidati «parlano di Domenico e Antonio Furgiuele».
Nell’informativa ottenuta da Domani è contenuta l’intercettazione numero 2408 in cui «Pagliuso rivela di avergli il dato il voto e poi di essere andato a casa dello stesso Antonio(fratello del deputato e stretto collaboratore da quando è stato eletto ndr)».
Pagliuso offre ai suoi interlocutori, tutti coinvolti nel traffico di droga, ulteriori particolari di quell’incontro dai Furgiuele avvenuto «il giorno prima che veniva Salvini» a Lamezia: «Lui mi ha detto “non ti preoccupare che ancora mi devo insediare”», ricorda Pagliuso. Il fratello del deputato gli avrebbe poi detto: «Adesso organizziamo una serata io, tu e Pasquale, ho già parlato con mio fratello». La risposta di Pagliuso: «Va bene, vedi che ne ho 10 appresso a me, che quei dieci sono appresso a me quindi regolati tu».
Il racconto di Pagliuso, che per ora non ha avuto seguiti giudiziari, coincide con le date del viaggio di Salvini in Calabria. Il leader della Lega, infatti, aveva scelto questa regione per festeggiare l’eccellente risultato nazionale: oltre il 17 per cento dei voti, un boom elettorale che travolge per la prima volta anche il Sud.
Il 17 marzo, quindi, Salvini per omaggiare i dirigenti locali si era recato prima a Lamezia Terme, la città di Furgiuele diventato il primo deputato leghista della storia eletto in Calabria, e poi a Rosarno, il paese della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, con le baraccopoli dei braccianti africani. Anche lì al fianco di Matteo, che presto sarebbe diventato ministro dell’Interno, c’era il fedele Furgiuele.
Dopo quel 20 marzo le intercettazioni non svelano ulteriori manovre politiche del presunto trafficante, ma permettono di ricostruire il contesto criminale entro cui si muove Pagliuso. Emergono così legami con i venditori della cocaina, le potenti famiglie della ‘ndrangheta di Gioia Tauro. E le relazioni con i clan di Lamezia Terme, Giampà e altre sigle della galassia criminale che governa la città con il fuoco e con il denaro. Cosche che negli anni hanno condizionato la politica e la pubblica amministrazione a tal punto che il consiglio comunale è stato sciolto per mafia tre volte.
L’arresto del narcos
Quattro anni dopo l’intercettazione del 20 marzo 2018 in cui si parla dei voti a Furgiuele, Pagliuso è stato arrestato, accusato di gestire un imponente traffico di droga a Lamezia. Una maxi operazione di cui hanno parlato tutti i giornali locali con oltre 70 indagati. Nell’ordinanza di arresto però non è riportata il dialogo del 20 marzo, registrato con il numero identificativo 2408.
È rimasto in una informativa del 31 maggio 2018 prodotta dalla squadra mobile di Catanzaro e dal commissariato di Lamezia Terme: si tratta di una richiesta urgente di proroga delle intercettazioni inviata alla procura antimafia di Catanzaro. Il tentativo di appoggiare Furgiuele alle politiche del 2018 potrebbe essere stato oggetto di valutazioni successive da parte dei magistrati? Non è dato saperlo, ma il tempo trascorso fa presumere che non sia così.
Alle politiche del 2018 la Lega di Matteo Salvini in Calabria ha incassato il 5,6 per cento, bel balzo per un partito che cinque anni prima non esisteva nemmeno a queste latitudini. La Lega Salvini premier aveva addirittura raccolto un punto in più rispetto a Fratelli d’Italia, che tra Reggio e Cosenza ha una solida base costituita da nostalgici missini e di Alleanza Nazionale. Il merito del successo va equamente diviso tra l'efficacia della propaganda salviniana e la forza elettorale di Furgiuele, dirigente con un passato nella destra sociale, con un suocero, Salvatore Mazzei, che ha finito di scontare una condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
A Lamezia il partito di Salvini aveva ottenuto ben l’8,4 per cento. Alle elezioni regionali del 2020 era cresciuta ulteriormente: 12 per cento a livello regionale, a Lamezia il 14,8 e nel paese vicino di Gizzeria addirittura il 56 per cento.
Furgiuele è stato fin dall’inizio il punto di riferimento per Salvini in Calabria. Nonostante i tanti imbarazzi che ha provocato all’interno del partito soprattutto tra le fronde del nord. Il deputato contattato in passato da Domani per una replica aveva risposto così: «Non c’è nessuna replica da fare...fate come volete, controllate bene però, e attenti alle querele».
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