Il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli garantisce la sicurezza per la somministrazione del vaccino di AstraZeneca dopo le disdette degli ultimi giorni per la paura di un’eventuale connessione, non verificata da prove scientifiche, tra l’inoculazione del vaccino e il rischio di trombosi
Niente allarmismi da parte delle istituzioni sanitarie dopo la sospensione da parte dell’Aifa di un lotto del vaccino contro il Covid-19 di AstraZeneca. Sulla questione si è espresso anche il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli che durante la trasmissione “Buongiorno” su Sky TG24 ha affermato: «Lo farei fare ai miei cari, senza alcuna esitazione, riserva o riluttanza. È un vaccino sicuro, che ha un ottimo profilo di efficacia, ed è importante che venga utilizzato».
«Il vaccino AstraZeneca – ha aggiunto Locatelli – è largamente sicuro, è stato impiegato in tanti milioni di persone in Europa, senza generare riserve sul profilo di sicurezza. È un vaccino che contribuisce, con gli altri che sono disponibili, a farci ottenere quella copertura e protezione che ci permette sia di risparmiare tante vite, ed è la cosa che più conta, sia di ridurre l’impatto sui servizi sanitari».
La situazione over 80
Per quanto riguarda la fascia di popolazione degli ultraottantenni «siamo vicini al 40 per cento di vaccinazioni, adesso dobbiamo incrementare la fascia 70-79 anni, perché, se si infettano, in questa fascia anagrafica il tasso di letalità è del 10 per cento. C’è da dare maggiore priorità anche ai pazienti estremamente vulnerabili». Un richiamo, quest’ultimo, anche a rivedere le tabelle e le categorie prioritarie come già chiesto da varie associazioni di rappresentanza, come la Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap).
Riguardo l’obbligatorietà del vaccino per il personale sanitario, Locatelli ha risposto che «abbiamo scelto come paese, e io condivido assolutamente a titolo personale la scelta, di basare la campagna di vaccinazione sulla persuasione, ma per le professioni sanitarie lo ritengo una sorta di prerequisito, poi il decisore politico farà tutte le valutazioni del caso e trarrà le scelte che riterrà più opportune».
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