- Il paese è il primo in Europa a rimettere in vigore chiusure generali e limiti alla mobilità delle persone, anche se parziali e solo per tre settimane.
- Questa settimana, i contagi hanno toccato il record dall’inizio della pandemia: un dato preoccupante perché i Paesi Bassi hanno un elevato tasso di vaccinazioni, praticamente pari al nostro.
- Ma hanno anche diverse differenze con l’Italia: ad esempio, prima del lockdown, erano uno dei paesi con meno restrizioni, mentre l’Italia è sempre stata uno dei più severi.
Da ieri e per le prossime settimane, i Paesi Bassi tornano in lockdown parziale. Tutte le attività non essenziali dovranno chiudere alle 18, supermercati, bar e ristoranti entro le 20. Gli eventi sportivi si disputeranno a porte chiuse e sarà consentito visitare parenti e amici in un massimo di quattro persone con più di 13 anni.
Si tratta del primo lockdown imposto in un paese europeo dalla scorsa primavera. Ma tutta l’Europa sta affrontando quella che esperti e giornali hanno iniziato a chiamare la “quarta ondata” del Covid-19.
Ci sono situazioni preoccupanti in Romania, Bulgaria, ma anche in Austria e Germania. Il caso olandese rimane comunque tra i più significativi, perché l’epidemia si è diffusa rapidamente in un paese dove la copertura vaccinale è tra le più alte del continente.
La situazione
La decisione di imporre un parziale lockdown è stata presa dopo che i casi di Covid-19 registrati in 24 ore hanno registrato il record dall’inizio della pandemia: sabato ne sono stati individuati quasi 14mila. In questa situazione, le terapie intensive e le corsie degli ospedali sono sotto pressione e importanti interventi vengono rimandati per fare posto ai pazienti Covid.
L’annuncio del lockdown è stato fatto proprio venerdì sera dal primo ministro Mark Rutte e ha causato manifestazioni di protesta in varie città del paese. La polizia è intervenuta con idranti e cariche per disperdere la folla.
I decessi sono ancora relativamente bassi e sabato ne sono stati registrati 33. Il merito principale è dei vaccini, che forniscono un’elevata protezione contro ricovero e decesso anche ai soggetti fragili. Ma il numero dei morti è anche uno degli indicatori della pandemia che si muovono più lentamente. Per avere un’idea più chiara sulla situazione, quindi, dovremo probabilmente aspettare le prossime settimane.
Il confronto con l’Italia
I Paesi Bassi sono uno dei paesi con il più alto tasso di vaccinazione. Quasi l’83 per cento della popolazione maggiore di 12 anni è vaccinata, il 73 per cento della popolazione totale.
Sono cifre molto vicine a quelle dell’Italia, dove a essere vaccinati sono l’84 per cento degli over 12 e circa il 72 per cento della popolazione totale. Proprio per questo la situazione olandese dovrebbe allarmarci. Quello che è accaduto nel paese ci ricorda che è possibile arrivare a un picco di casi che mette in difficoltà gli ospedali anche con alte percentuali di vaccinati.
Per fortuna, la situazione in Italia è ancora relativamente più tranquilla. Nel nostro paese, l’incidenza settimanale di nuovi casi è pari a 77 nuovi contagi ogni 100mila abitanti. I Paesi Bassi sono arrivati a quasi dieci volte tanto: 652 casi ogni 100mila abitanti.
A differenziare i due paesi ci sono anche le misure di contenimento in vigore. Prima dell’introduzione del lockdown parziale, i Paesi Bassi avevano abolito quasi tutte le restrizioni. La mascherina, sostanzialmente, viene usata da pochissime persone e nella classifica delle misure di contenimento realizzata dal sito Our world in data, i Paesi Bassi sono in uno degli ultimi posti, con un punteggio di 41.
L’Italia, invece, è uno dei paesi più severi, con obbligo di mascherine e distanziamento in vigore in molti luoghi pubblici. Il punteggio assegnato alle nostre restrizioni è 71, il secondo più alto in Europa dopo la Grecia.
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