Sabato 15 luglio i sindacati del comparto aereo hanno indetto uno sciopero che causerà disservizi per circa 270mila passeggeri. Ieri lo sciopero dei treni previsto per 24 ore era stato dimezzato da un intervento tardivo e parzialmente inefficiente del ministero dei Trasporti
Dopo lo sciopero dei treni domani sarà il turno del settore aereo. Sabato 15 luglio diversi comparti del settore si fermeranno per alcune ore. Il personale di terra bloccherà check-in e servizi di handling dalle 10.00 alle 18.00, così come piloti e assistenti di volo di Vueling, mentre i piloti di Malta Air sciopereranno dalle 12 alle 16. Si prevedono disservizi per circa 270mila passeggeri.
L’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha diffuso la lista dei voli garantiti ma ha assicurato che verranno assicurate le fasce orarie di tutela dalla 7 alle 10 e dalle 18 alle 21 nel quale i voli «verranno comunque effettuati».
Ita Airways – ex Alitalia – ha «attivato un piano straordinario – per limitare al minimo i disagi dei suoi passeggeri. Il piano prevede che questi possano riprenotare dei posti sui primi voli disponibili. Secondo l’azienda il 40 per cento degli interessati dallo sciopero «riuscirà a volare nella stessa giornata». I passeggeri non dovranno pagare alcuna penale per cambiare la loro prenotazione o potranno chiedere il rimborso del biglietto, se il volo è stato cancellato o ha subito un ritardo superiore alle 5 ore. Anche Ita ha diffuso sul suo sito web una lista di voli, in questo caso si tratta di quelli cancellati però.
Le motivazioni
Per quanto riguarda i servizi di handling i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta denunciano che il loro contratto è scaduto da sei anni e ne chiedono il rinnovo immediato.
Lo sciopero del personale di Vueling è stato indetto solo da Filt Cgil che accusa l’azienda di «totale indisponibilità a sviluppare sane e costruttive relazioni industriali» con la loro sigla sindacale «maggiormente rappresentativa delle istanze dei lavoratori della compagnia»
Per i piloti di Malta Air la questione è parzialmente diversa. Le tre sigle sindacali Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo hanno motivato la protesta «a seguito della sottoscrizione da parte di alcuni soggetti di un accordo totalmente insoddisfacente per la categoria dei piloti» con l’aggiunta di una «definitiva chiusura al dialogo da parte dell’azienda».
Il ministro dei Trasporti non ama gli scioperi
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto un tavolo per la prossima settimana con i sindacati del comparto aereo e ha dichiarato di contare «sul buon senso dei lavoratori» per evitare che la stagione del turismo venga «rovinata da scioperi su scioperi». Dalle sue esternazioni Salvini appare più preoccupato di tutelare il settore turistico che ascoltare le istanze dei lavoratori che fanno capo al suo ministero.
D’altronde ciò si poteva intuire anche dalle misure prese in merito allo sciopero ferroviario di giovedì, quando il ministro ha precettato lo sciopero dei treni. In questo modo ha dimezzato le 24 ore di pausa che erano state proclamate da Trenitalia e Italo a partire dalle 3 del mattino.
La precettazione consiste in un provvedimento amministrativo straordinario con cui l’autorità competente – il ministero dei Trasporti in questo caso – impone il termine di uno sciopero. L’atto trova ragione nella tutela dei servizi essenziali, garantiti dall’articolo 8 della Costituzione. Nel caso specifico il gioco del ministro è stato, però, a dir poco scorretto.
L’espediente
La precettazione può attuarsi entro 48 ore prima l’inizio dello sciopero, ma il ministro ha emesso il provvedimento solamente il giorno prima dello stop. Ciò è stato possibile perché Salvini ha convocato una riunione con i sindacati di categoria, ufficialmente per raggiungere un accordo ed evitare lo sciopero. Dalla legge n.146/1990 – modificata poi dalla legge n. 48/2000 – è previsto che l’ordinanza di precettazione possa essere adottata anche dopo le 48 ore nel caso in cui sia ancora in corso il tentativo di conciliazione.
Difficilmente il tavolo avrebbe trovato in un pomeriggio soluzioni a «l’assenza di un adeguato piano assunzioni» o all’indisponibilità delle due aziende a risolvere le «criticità denunciate dai lavoratori di categoria» o ancora «all’impossibilità di fruire delle ferie maturate» e dei turni di lavoro giudicati «insostenibili».
La riunione sembra essere servita perciò da espediente consentendo formalmente a Salvini di imporre la riduzione della protesta, tanto che nell’ordinanza emessa mercoledì è esplicitamente citata «la convocazione delle parti sociali avvenuta in data odierna». I sindacati sembrano essere intenzionati a ricorrere contro l’ordinanza e hanno a disposizione una settimana per farlo.
Il ruolo dell’autorità indipendente
Per legge è previsto che il provvedimento di precettazione debba essere adottato su richiesta della Commissione di garanzia, salvo casi di necessità e urgenza. La Commissione è l’autorità amministrativa indipendente che si occupa del bilanciamento tra il diritto allo sciopero e l’accesso degli utenti ai servizi pubblici essenziali. Quindi tra gli articoli 40 e 8 della Costituzione.
Il 12 luglio la commissione aveva invitato il ministero a valutare la possibilità di interrompere la protesta prima del tempo, nota effettivamente citata nell’ordinanza di mercoledì. Gli scioperi erano stati annunciati però l’8 e il 22 giugno e la Commissione aveva più volte chiesto ai sindacati ferroviarie di non concentrare la protesta nella stessa giornata. Questi si lamentano infatti che pur essendo a conoscenza dei fatti da un mese, il ministro abbia deciso di agire all’ultimo, presentandosi così come il “salvatore” dei passeggeri.
Il problema però è che non è così. L’intervento tardivo del ministro potrà aver fatto più scalpore ed essere spendibile per la sua propaganda politica, ma proprio perché tardivo molti treni erano stati già cancellati e il ministro non ha impedito quindi che tantissimi passeggeri rimanessero comunque a piedi.
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