Sono oltre 229 milioni le persone in tutto il mondo affette da malaria: stime aggiornate al 2019 dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha istituito per il 25 aprile una Giornata mondiale contro una malattia che da decenni mette in ginocchio soprattutto alcune aree del nostro pianeta. Numeri preoccupanti, a cui si aggiungono anche i circa 400mila morti all’anno, soprattutto in Africa. Tuttavia, finalmente, sembrano esserci speranze concrete per la scoperta di un vaccino.

Ad annunciarlo gli scienziati dell'Università inglese di Oxford, a seguito di una sperimentazione durata un anno, che ha coinvolto 450 bambini nella nazione africana del Burkina Faso e che ha mostrato un tasso di efficacia preliminare del 77 per cento. L’Oms aveva ritenuto necessario sviluppare un farmaco con un tasso di efficacia pari almeno al 75 per cento.

I bambini sottoposti al test sono stati divisi in tre gruppi. Il primo ha ricevuto una dose elevata del farmaco, il secondo una dose bassa, e il terzo un vaccino di controllo. Dai risultati sui primi due gruppi di studio è emersa un’efficacia, rispettivamente, pari al 77 e al 74 per cento. Ora, i ricercatori hanno in programma di condurre la terza fase di sperimentazione su 4.800 bambini di età compresa tra i 5 mesi e i 3 anni in quattro paesi africani (Burkina Faso, Kenya, Mali e Tanzania). Se il prossimo ciclo di prova avrà successo, il vaccino potrebbe essere reso disponibile su larga scala nel giro di due anni.

La ricerca è guidata da Adrian Hill, direttore dell'Istituto Jenner di Oxford, nonché uno dei ricercatori principali dietro il vaccino contro il Covid-19 sviluppato da AstraZeneca.

La malaria è una malattia trasmessa dalle zanzare femmine infette della specie Anepheles, che contagiano milioni di persone ogni anno. Nell’ultimo decennio, il virus si è diffuso esponenzialmente anche in Venezuela.

I numeri del contagio sono ancora alti, ma nel report E-2020 pubblicato dall’Oms in occasione della Giornata mondiale contro la malaria, degli 87 paesi in cui circola la malaria 46 hanno riportato meno di 10mila casi nel 2019, rispetto ai 26 paesi del 2000. A fine 2020, inoltre, 24 paesi hanno riferito di aver debellato la malaria da più di tre anni. Di questi, 11 sono stati certificati malaria-free.

Numeri non sufficienti a nascondere il fallimento dell’obiettivo che l’E-2020 si era prefissato per il 2017: annunciare l’azzeramento dei casi in 21 paesi selezionati, un risultato mancato anche a causa dell’arrivo della pandemia. Se il vaccino superasse la terza fase sperimentale, però, si potrebbe ancora riaggiustare il tiro. Oltre a dare una speranza di salvezza a milioni di persone che ancora si ammalano a causa delle pessime condizioni in cui sono costrette a vivere.

Sono oltre 229 milioni le persone in tutto il mondo affette da malaria: stime aggiornate al 2019 dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha istituito per il 25 aprile una Giornata mondiale contro una malattia che da decenni mette in ginocchio soprattutto alcune aree del nostro pianeta. Numeri preoccupanti, a cui si aggiungono anche i circa 400mila morti all’anno, soprattutto in Africa. Tuttavia, finalmente, sembrano esserci speranze concrete per la scoperta di un vaccino.

 

© Riproduzione riservata