«La lingua è chiave di accesso a uno specifico culturale straordinario dispiegatosi nei secoli e offerto alla comunità umana nelle sue espressioni più alte: la scienza, l'arte in ogni sua forma, gli stili di vita. La lingua è anche strumento di libertà e di emancipazione: l'esclusione nasce dalla povertà delle capacità di esprimersi, dei patrimoni lessicali», ha scritto oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al presidente della Comunità radiotelevisiva italofona, Mariangelo Timbal. 

La Comunità, nata nel 1985, ha come obiettivo la valorizzazione della lingua italiana nel mondo ed è frutto della collaborazione dei servizi pubblici radiotelevisivi di Italia, Svizzera, Slovenia, Città del Vaticano e San Marino.

I rischi dell'intelligenza artificiale 

«La sudditanza - ha continuato il presidente – si alimenta della cancellazione delle parole e con la sostituzione di esse con quelle del dispotismo di turno». Mattarella ha parlato dell'importanza di conservazione della lingua evitando «il rischio, che si potrebbe fare ancora più alto con l'avvento dell'intelligenza artificiale, di diminuire il pluralismo linguistico».

La conseguenza di ciò, sottolinea Mattarella, sarà il «depauperamento del patrimonio culturale che gli idiomi veicolano, un favore di neo-linguaggi con vocazione esclusivamente funzionale alla mera operatività digitale». 

Il capo dello Stato ha ricordato che la lingua italiana è una delle lingue più studiate al mondo e che è necessaria una «riflessione per affrontare l'impegno, più che mai attuale, di diffonderne la conoscenza, incrementando le opportunità di dialogo».

Il ruolo fondamentale dei giornalisti 

Mattarella ha poi condiviso, in un passaggio del suo messaggio, l'importanza del «Iavoro degli operatori e dei giornalisti della Comunità radiotelevisiva italofona» che ha definito come «preziosi, in questa stagione in cui la lingua spinge all'omologazione e all'impoverimento operato attraverso i processi di semplificazione dei media digitali, tende a ridurre la ricchezza del lessico».

Mattarella ha poi ringraziato le comunità italofone presenti nei diversi paesi, che «rappresentano vivai fecondi di moltiplicazione degli stimoli culturali della civiltà italica».

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