- Nel giorno della discussione in senato sul ddl Zan, il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi, si trova a Riad per partecipare a un panel della Future investment initiative, l’istituto controllato dal Public fund investment della monarchia saudita.
- Secondo il programma della Fii, il leader di Italia Viva avrebbe dovuto tenere a Riad alle ore 13 locali del 27 ottobre un panel dal titolo “La cultura salva il mondo”. Ma il panel risulta “scomparso”. Lo stesso Renzi, contattato telefonicamente ha confermato che è intervenuto in un ted talk alle 16:15 prima dell’economista americano Nouriel Roubini. Ma nel programma di giornata l’evento non è segnalato ed è passato in sordina.
- Eppure nell’ultima Enews, la sua newsletter personale pubblicata il 25 ottobre, Matteo Renzi ha suonato la carica ai suoi per l’approvazione della legge: «Portiamo a casa la legge, possiamo farcela. Le polemiche lasciamole a chi vive di ideologia», ha scritto. Ma l’accordo tra i partiti non è stato trovato e il ddl Zan non è legge.
Le avventure del senatore Matteo Renzi in Arabia Saudita non sono ancora finite. Nel giorno della discussione in senato sul ddl Zan, il senatore interviene in un talk della Future investment initiative (Fii) a Riad.
Secondo il programma originario della Fii, il leader di Italia Viva avrebbe dovuto tenere a Riad alle ore 13 locali del 27 ottobre un panel dal titolo “La cultura salva il mondo”, in quanto uno dei membri del board dell’istituto arabo. Tuttavia, per alcune modifiche al programma dell’ultimo minuto, il nome di Matteo Renzi non compare tra gli eventi della giornata e il suo panel risulta “scomparso”.
Il mistero viene sciolto nelle ore seguenti dallo stesso Matteo Renzi che, contattato telefonicamente, ha confermato che è intervenuto in un ted talk alle 16:15 prima dell’economista americano Nouriel Roubini. Ma, anche questa volta, nel programma di giornata l’evento non è segnalato: il talk del senatore è passato in sordina, forse per trovare riparo da critiche e polemiche vista la sua assenza in senato. Eppure nell’ultima Enews, la sua newsletter personale pubblicata il 25 ottobre, Matteo Renzi ha suonato la carica ai suoi per l’approvazione della legge: «Portiamo a casa la legge, possiamo farcela. Le polemiche lasciamole a chi vive di ideologia», ha scritto. Ma l’accordo tra i partiti non è stato trovato e il ddl Zan non è legge. Nel tardo pomeriggio di ieri dopo il talk a Riad sono arrivate le tanto attese dichiarazioni di Renzi: «Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di “O Conte o morte”. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l'aritmetica».
Le lodi arabe a Renzi
L’evento, che dura dal 26 al 28 ottobre, è stato organizzato in occasione del quinto anniversario della Fii, l’istituto controllato dal Public fund investment (Pif) il fondo sovrano della monarchia saudita, ed è fruibile online attraverso una piattaforma interattiva. Ai panel, svolti in sale semi vuote, hanno partecipato anche esponenti del governo come il ministro della Comunicazione e dell’informazione tecnologica, Abdullah bin Amer Alsawaha e il ministro dell’Energia saudita Abdulaziz bin Salman.
Sul sito della Future investment initiative l’ex presidente del Consiglio viene presentato come un politico eccellente. Sotto il suo mandato «il jobs-act ha generato 1.2 milioni posti di lavoro» e «la fiducia dei consumatori e delle imprese è aumentata negli anni del suo governo come mai prima d’ora da quando è stato adottato l’euro». Traguardi importanti per i sauditi, che tessono le lodi del primo ministro anche in materia di parità di genere per aver «guidato un governo equamente rappresentato tra uomini e donne».
Renzi aveva già partecipato ad altri eventi organizzati dalla Future investment initiative, tra queste la conferenza tenuta in piena crisi di governo nel gennaio scorso, quando l’ex sindaco di Firenze è salito sul palco di Riad con il principe ereditario Mohammed bin Salman, designato dai servizi di intelligence americani e dalle Nazioni unite come il presunto mandante per l’omicidio del giornalista saudita del Washington Post Jamal Khashoggi. In quell’occasione Renzi non si è risparmiato i complimenti per il giovane principe e il suo ambizioso programma politico “Saudi Vision 2030” definito come il «Neorinascimento» arabo, destando critiche nell’opinione pubblica e nel panorama politico italiano.
Come scoperto da Domani, per sedere nel board of trustees (consiglio di amministrazione) del Future investment initiative Renzi percepisce circa 80mila dollari. Insiema lui siedono, oltre ad altri illustri personaggi, anche la principessa Reema bint Bandar e Yasir al Rumayyan. Quest’ultimo è a capo del Public investment found (Pif), l’ente sovrano saudita che controlla la Fii.
Gli investimenti
La Future investment initiative per ora ha puntato tutto su tre progetti ambiziosi e importanti. L’ultimo in ordine ti tempo in cui il re saudita ha deciso di investire si chiama “Interstellar Lab”, finanziato con 500mila dollari. Un progetto che punta, si legge sul sito, a sviluppare dei «baccelli controllati dall’ambiente in grado di generare e riciclare cibo, aria e acqua per sostenere la vita di un gruppo di persone». Un’idea che nasce sulla terra ma punta anche ad ampliarsi nello spazio.
Nel corso del 2021 la Future investment initiative ha deciso di sostenere altri due progetti: “Lilium” per la creazioe di un aereo a propulsione elettrica che riduce l'impatto di carbonio dei viaggi regionali, e “Red sea farms”, che rende possibile coltivare il cibo usando l’acqua salata.
La Royal Commission of Alula
Gli intrecci tra Matteo Renzi e il governo saudita non sono finiti qui. Come rivelato in una precedente inchiesta di Domani, il senatore siede anche nell’advisory board della Royal Commission of Alula (Rcu), un organismo presieduto direttamente dal principe Mohammed bin Salman con l’obiettivo di far “rinascere” la storica città di Alula immersa nel deserto.
«Con il lancio del Royal Commission for Alula’s “Journey Through Time Masterplan” – ha scritto il senatore italiano in un articolo per Arab News, il giornale legato alla famiglia reale – Alula e l’Arabia Saudita stanno seguendo questo approccio inclusivo della comunità e incentrato sulla cultura. E, come nel caso di Matera, la rigenerazione di Alula sarà costruita sul rispetto della cultura del passato». La Rcu e la Fii sono strettamente collegate. Infatti, all’evento di ieri ha presenziato anche il ceo della Royal Commission of Alula, Amr Almadani, intervenendo sul palco nella capitale del regno.
Insomma, durante l’ennesima sfida in senato Renzi vola Riad, dove incontra amici e colleghi per adempiere ai suoi impegni extraparlamentari lasciando vuoto il suo posto in aula. Una scelta che indispettisce l’opinione pubblica a maggior ragione in una giornata importante come quella di ieri dove il senatore si trovava in un paese in cui l’omosessualità non è accettata.
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