Arrestate 12 persone tra Lombardia e Piemonte. Avevano messo a punto un sofisticato sistema di frode fiscale transazionale nel settore del commercio dei metalli ferrosi. Sequestrati 57 milioni di euro
Dodici persone sono state arrestate, stamani, tra la Lombardia e il Piemonte dalla guardia di finanza di Monza su ordinanza disposta dal gip del tribunale brianzolo, per l’emissione, attraverso 71 aziende, di oltre 172 milioni di euro di fatture false. Contestualmente la stessa autorità giudiziaria ha disposto un sequestro preventivo di denaro e beni per circa 57 milioni euro, corrispondenti all’imposta evasa e ai profitti illeciti riciclati e autoriciclati dagli indagati.
- Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità ed emissione e utilizzo di fatture false. Avrebbero messo in circolazione nel sistema economico fatture false per 172 milioni di euro con il coinvolgimento di 58 imprese italiane (39 con sede in varie province lombarde), dieci società dislocate tra Repubblica Ceca e Ungheria e altre tre società di paesi non-Ue. Tra i reati contestati ci sono anche appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti.
-
Le indagini si sono sviluppate a partire da una verifica fiscale nei confronti di una ditta individuale di Desio, provincia di Monza-Brianza, operante nel settore del recupero per il riciclaggio di cascami e rottami metallici. Dopo due anni di coordinamento con le autorità giudiziarie di altri paesi (Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Spagna e Ungheria), hanno portato a individuare un sofisticato sistema di frode fiscale che sarebbe stato perpetrato ininterrottamente tra il 2013 e il 2019, nel settore del commercio dei metalli ferrosi, da un sodalizio criminale con centro direzionale in Brianza.
- Mediante il ricorso a false fatturazioni emesse e utilizzate secondo uno
schema collaudato, gli imprenditori eludevano la normativa antiriciclaggio e permettevano alle imprese coinvolte di creare costi fittizi, ottenere un illecito risparmio d’imposta e creare fondi “in nero” extra bilancio.
© Riproduzione riservata