«Quando sono costretta a vedere cose in televisione che accadono nel mondo e in Europa che non avremmo voluto vedere mi viene da dire: “Tutto è perduto”». Così si esprime sul presente che stiamo vivendo la senatrice a vita e testimone dell’olocausto Liliana Segre, in occasione del conferimento della medaglia d’oro al merito civile all’Associazione nazionale ex deportati (Aned) nei campi nazisti, consegnatale dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Alla cerimonia, che si è tenuta alla Prefettura di Milano, hanno preso la parola anche il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, il presidente di Aned Dario Venegoni e Milena Bracesco, figlia di Enrico, ucciso nella camera a gas del Castello di Hartheim nel 1944. 

Segre e lo sconforto per il presente

Durante il suo intervento, Segre ha detto di voler essere «figlia» dell’Associazione nazionale ex deportati per l’attività di diffusione della memoria storica «che i giovani devono poter imparare». Ma quando guarda al presente la senatrice a vita è sconfortata dai cieli plumbei all’orizzonte: «Quando sono costretta a vedere cose in televisione che accadono nel mondo e in Europa che non avremmo voluto vedere mi viene da dire: “Tutto è perduto”».

Venegoni (Aned) condanna la Decima mas e parla di Israele

Parole dure anche da parte del presidente dell’Aned Venegoni, che durante il suo discorso ha condannato la rissa e l’aggressione alla Camera di cui ha fatto le spese il deputato M5S Donno, quando poco prima dai banchi della maggioranza si inneggiava alla Decima mas: «Come ogni persona civile sono pieno di orrore per le cose che leggiamo e sentiamo da parte di persone che hanno anche cariche pubbliche o che vorrebbero averle». «Ci sono confini oltre i quali non è lecito andare – aggiunge Venegoni – Quando si inneggia in Parlamento alla Decima mas nell’anniversario della strage di Forno, dove la Decima mas ha ammazzato donne e un sacco di bambini c’è qualcosa che va oltre l’orrore». E ha infine concluso: «È una cosa indegna contro la quale la Repubblica dovrebbe compattamente mobilitarsi».

Il presidente dell’Aned ha parlato anche della posizione dell’Associazione sul conflitto tra Israele e Hamas e la situazione in Medio Oriente: «Per noi naturalmente è una grande tragedia. Abbiamo tra di noi ebrei che sono preoccupati per i parenti, per i figli che sono là. Abbiamo tra di noi, naturalmente, molti che sono dalla parte della Palestina e che vorrebbero che i loro diritti fossero riconosciuti». Venegoni rassicura sul fatto che  membri dell’Associazione siano uniti e insieme condannano sia gli attacchi del 7 ottobre sia «il massacro dei civili che si è perpetrato tutti i giorni nella Striscia di Gaza» e ha inoltre auspicato che entrambe le parti lavorino con più forza per una soluzione di pace. 

Invitati ad assistere al conferimento della medaglia d’oro al merito civile c’era anche una delegazione delle 26 sezioni locali dell’Aned e il friulano Mario Candotto, nato nel 1926, uno degli ultimi superstiti del campo di Dachau. Candotto venne deportato in Germania assieme ad alcuni membri della sua famiglia: nei lager perse entrambi i genitori mentre due dei suoi fratelli diedero la vita combattendo nella guerra partigiana.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva deciso di conferire l’onorificenza all’Associazione lo scorso 28 febbraio, ricordando che l’associazione si è «sempre distinta nella meritoria attività di difesa dei valori della Costituzione repubblicana e degli ideali della Resistenza al nazifascismo, di conservazione della memoria storica di quanti sacrificarono con anni di carcere, di confino, di internamento, la loro vita per amore della patria e per restituire libertà e democrazia al popolo italiano». 

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