Lunedì è stata pubblicata una nota firmata da tutti i capigruppo di maggioranza con cui Palazzo Chigi ha fermato la possibilità di una nuova commissione, sulla presunta fuga di notizie su cui sta indagando la procura di Perugia. Bisogna attendere la magistratura e rispettare la competenza della Commissione antimafia
La proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio di creare una commissione di inchiesta, che indaghi sulla fuoriuscita di informazioni dalla Direzione nazionale antimafia, è stata affossata dalla premier Giorgia Meloni. Il tema dell’inchiesta di Perugia non è stato trattato nel Cdm di lunedì, hanno fatto sapere i ministri che hanno preso parte alla riunione, ma è poi stato oggetto di un comunicato.
Una nota di Palazzo Chigi, firmata da tutti i capigruppo di Camera e Senato di maggioranza, chiarisce: «La delicatezza delle indagini in corso, seguite dalla Procura della Repubblica di Perugia e dalla Direzione nazionale antimafia, suggerisce che non debbano esservi sovrapposizioni politiche prima della conclusione delle indagini» e in Parlamento la Commissione antimafia avrà «il compito di completare quel che non può essere oggetto di indagine penale, cioè la lettura politica della vicenda», avendone «gli strumenti e la competenza».
La nota, firmata dai capigruppo di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Civici d’Italia – Noi Moderati – Maie, ha precisato che l’opportunità di creare un’apposita commissione parlamentare «sarà valutata successivamente, anche alla luce di quanto emergerà dai lavori della Commissione Antimafia». Continua la nota: «Infatti, i tempi necessari per l'istituzione di una nuova Commissione d'inchiesta non possono far venire meno la necessità di ottenere immediata chiarezza e di dare risposte a fatti che sono, come ha detto in Commissione il procuratore Cantone, di “una mostruosa gravità”».
La Lega, che aveva avallato la proposta di Nordio, ha accettato lo stop di una nuova commissione ma, secondo fonti parlamentari sentite da Agi, avrebbe insistito sulla necessità di non escludere in futuro una simile eventualità. Sulla proposta del Guardasigilli, condivisa anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha fatto partire l’inchiesta presentando un esposto, è intervenuta Meloni che aveva chiesto di interrompere le «uscite in libertà», di fatto comunicando di voler controllare in prima persona la questione. E fa capire che anche la presidenza della Repubblica avrebbe avanzato dubbi sulla commissione.
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