- Nonostante tutto, gli scafisti si dirigono verso l’Italia. Benché il governo abbia fatto capire bene la strategia che intende usare: temporeggiare prima di soccorrere.
- A questo punto, viene in soccorso un’altra narrativa: il complotto.
- Quando non si sa a che santi votarsi, si apre il manuale del cospirazionismo, sempre ricco di risorse. Ma questa narrativa è un segno di difficoltà non di forza.
Nonostante tutto, gli scafisti si dirigono verso l’Italia. Benché il governo abbia fatto capire bene la strategia che intende usare: temporeggiare prima di soccorrere.
Il tempo come arma deterrente per scoraggiare gli scafisti, che rischiano tanto quanto il carico di migranti che trasportano. Con il mare in tempesta, l’attesa di qualche ora può essere fatale, come abbiamo visto. Ma la strategia della lentezza non sembra fare effetto: i barconi continuano a venire verso le nostre coste.
A questo punto, viene in soccorso un’altra narrativa: il complotto. Già qualche giorno fa, dopo la tragedia di Cutro, il governo aveva avanzato una comparazione tra il nostro e gli altri paesi mediterranei: la Grecia e la Turchia, diceva il governo, restano impassibili di fronte alle richieste di soccorso, per cui i migranti arrivano da noi. A questa si è aggiunta ora un’altra narrativa cospiratoria.
I telegiornali della sera hanno dato ieri grande risalto sia alle dichiarazioni dei ministri Tajani e Crosetto su un «qualche tentativo di spingere migranti verso l’Italia» sia alle imprese del battaglione di miliziani russi del gruppo Wagner in diversi paesi africani, non solo per controllare le ricche risorse naturali, ma anche per manovrare il traffico dei migranti.
Su Andkronos si riporta l’opinione del ministro Crosetto: «Mi sembra che ormai si possa affermare che l'aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani».
L’inferenza sembra chiara: nonostante il rischio che sanno di avere nel far vela verso l’Italia, nonostante il messaggio della lentezza nei soccorsi, i migranti continuano ad arrivare.
Come mai? Se la deterrenza del tempo non funziona, ciò significa che ci deve essere un piano nascosto, da parte di qualcuno (non si sa chi) che vuole male all’Italia, e usa l’arma dei migranti per colpirla.
Donald Trump ha fatto scuola: se non riesci nell’intento, nonostante le grandi promesse e lo sbandierato impegno competente, affidanti al dubbio che ci siano piani malevoli contro di te.
Anzi, alimenta il dubbio, diffondi il “si dice” e lascia che questo profluvio di frasi ipotetiche generi le passioni desiderate: la paura e il risentimento. I dubbi non hanno bisogno di prove per scatenare emozioni. Se le cose non vanno nella direzione sperata, ci deve essere una ragione esterna.
Gli indizi e i segni bastano a far credere che qualcuno operi nell’ombra per ordire un piano contro di noi. Quando non si sa a che santi votarsi, si apre il manuale del cospirazionismo, sempre ricco di risorse. Ma questa narrativa è un segno di difficoltà non di forza.
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