- Da ex manager di Goldman Sachs, Cardinale ha tenuto rapporti con la franchigia del baseball più famosa al mondo. I cui proprietari fiutano l’affare, ormai liberi dal pregiudizio statunitense verso il calcio.
- I New York Yankees sono comproprietari del New York City FC, franchigia della lega professionistica del calcio Usa controllata dal City Group, la holding calcistica degli Emirati Arabi Uniti che ha al centro il Manchester City e di recente ha rilevato il Palermo.
- Resta irrisolto il problema della multiproprietà calcistica. RedBird controlla anche il Tolosa, club della Ligue 1 francese. Potrebbe dunque ripetersi un intreccio come quello degli ultimi anni fra Milan e Lille, club francese in passato esplicitamente controllato da Elliott.
È il giorno del passaggio di proprietà del Milan. Sono in corso di svolgimento le operazioni del closing con cui il fondo Elliott cede il 99,93 per cento delle azioni del club rossonero al fondo RedBird di Gerry Cardinale. In giornata è atteso il comunicato ufficiale.
E così la squadra il si scopre sempre più americana. E non soltanto per la nazionalità della compagine proprietaria, poiché col passaggio da Elliott Management a RedBird la società rossonera rimane in mani statunitensi, quanto per l’architettura dell’operazione. Che ricalca una propensione tutta Usa per i criteri della multiproprietà polisportiva e del radicamento dell’operazione nel campo delle economie di sport e entertainment.
È quanto si apprende dalle anticipazioni che nella mattinata di martedì sono state date dal Financial Times, a poche ore dal definitivo passaggio di proprietà che varrà la cifra di 1,2 miliardi di euro. La novità riportata dal quotidiano finanziario è che il fondo RedBird, capitanato da Gerry Cardinale, ha coinvolto due soggetti forti nell’operazione: i New York Yankees, la più famosa franchigia della Major League Baseball (Mlb), e il fondo Main Street Advisors. Quest’ultimo ha fra i suoi investitori LeBron James, stella di primissimo piano della Nba (milita nei Los Angeles Lakers), il produttore musicale Jimmy Iovine e il rapper Drake.
Dunque, un mix tutto americano fra mondo dello sport e mondo dello spettacolo, che del resto da quelle parti sono settori del business pressoché inscindibili. E a questo quadro vanno aggiunti ulteriori elementi. C’è infatti che i New York Yankees sono comproprietari del New York City Fc la franchigia della lega professionistica del calcio (Major League Soccer) entrata nell’orbita del City Football Group.
Ossia la holding di club calcistici controllata dalla casa regnante degli Emirati Arabi Uniti, col Manchester City a fare da polo centrale e una serie di satelliti sparsi per il mondo di cui fa parte da pochi mesi anche il Palermo.
Tra multiproprietà e showbiz
Diffusa a poche ore dalla gara fra Sassuolo e Milan, valevole per la quarta giornata del campionato di Serie A, la notizia è stata accompagnata dalle positive considerazioni sulle capacità di coinvolgimento mostrate da mister Cardinale. Il cui passato da manager di Goldman Sachs ha permesso di stendere una fitta rete di amicizie potenti e influenti, a partire proprio da quella con la famiglia Steinbrenner, proprietaria degli New York Yankees dal 1973.
All’epoca George Steinbrenner acquisì la franchigia Mlb per una cifra che adesso giudicheremmo irrisoria (8,8 milioni di dollari) e certamente non poteva immaginare che, mezzo secolo dopo, la squadra simbolo del national pastime americano venisse accostata a un club che dall’altra parte dell’oceano è fra i simboli di quello sport così poco statunitense. Ma i tempi cambiano e in questo mezzo secolo anche gli americani hanno compreso che il calcio, oltre a registrare elevati indici di pratica fra le nuove generazioni, è il vero sport globale con tutto ciò che ne deriva in termini di business.
Certamente lo hanno capito gli eredi di Steinbrenner, che hanno fiutato l’affare e deciso di appoggiare Cardinale in questo investimento. Mettere le mani su un marchio come quello del Milan, per di più appena rigenerato dalla vittoria dello scudetto 2021-22, è certamente un affare che in una strategia di showbiz può avere enormi potenzialità.
La questione della multiproprietà calcistica
Resta sullo sfondo la questione della multiproprietà calcistica. Rispetto alla quale l’Uefa ha da tempo abbassato le armi, limitandosi a accertarsi che due o più squadre controllate dalla medesima compagine proprietaria non disputino la stessa competizione europea per club. Quanto alle altre eventuali criticità, a partire da quella che riguarda la produzione di valore sul mercato dei trasferimenti di calciatori o la costituzione di un meccanismo di vasi comunicanti che permette un soccorso finanziario reciproco fra club, si tratta di questioni sulle quali ormai il governo europeo del calcio ha deciso di soprassedere.
E così il Milan che passerà sotto l’egida di RedBird sarà parte di una mappa abbastanza complessa sul piano calcistico. Già detto dei rapporti (invero molto indiretti) col Football City Group, esistono altre due connessioni che sarebbe meglio non sottovalutare. Come raccontato anche da Domani, quando alla fine dello scorso mese di maggio venne reso noto l’accordo per il trasferimento di proprietà fra Elliott e RedBird, il fondo guidato da Cardinale detiene una quota di Fenway Sports Group, società Usa che controlla il Liverpool. Inoltre a luglio 2020 i nuovi proprietari del Milan hanno acquisito il Tolosa, club che è da poco tornato nella Ligue 1 francese.
Sarà interessante vedere se fra i rossoneri e il Tolosa saranno registrati intrecci di mercato come quelli che negli ultimi anni si sono avuti fra lo stesso Milan e il Lille, squadra che fino a meno di due anni fa era esplicitamente in orbita Elliott Management. Il tempo dirà.
© Riproduzione riservata