Si frequentano, poi la relazione finisce. Lui inizia a molestarla e lei decide di denunciarlo. Viene attivato il Codice rosso e inizia un processo per stalking e diffamazione, fino a quando tutto si ferma. È la storia della cantante e musicista Angelica Schiatti, perseguitata dall’ex fidanzato Marco Castoldi, in arte Morgan. Ma è anche la storia di tante altre donne che in Italia, pur denunciando, vengono lasciate sole.

Come ha ricostruito la giornalista Selvaggia Lucarelli sul Fatto quotidiano, con l’arrivo del lockdown Morgan inizia a stalkerare l’ex compagna. La minaccia dicendole che avrebbe pubblicato i suoi video intimi, ingaggia due persone per farle paura, affitta una casa vicino alla sua e contatta su Telegram il suo attuale fidanzato, il cantante Calcutta. Nel frattempo, nonostante la prima denuncia risalga al 2020, non è stato emesso alcun divieto di avvicinamento, alla vittima sono stati proposti ripetutamente accordi e i legali di Morgan hanno ottenuto rinvii su rinvii.

Anche se i fatti erano noti, Morgan ha continuato a presenziare a eventi e a comparire in televisione. «Warner music Italia ha deciso di offrire un contratto a questo persecutore nonostante fosse a conoscenza dei fatti», ha denunciato Calcutta in una storia su Instagram. Motivo per cui il cantante ha deciso di interrompere «ogni possibile rapporto collaborativo con questa etichetta». Nel mirino è finita anche la Rai per un programma che doveva essere previsto nel palinsesto della prossima stagione televisiva. Dopo che l’altro ieri Calcutta ha preso posizione, (con qualche anno di ritardo) qualcosa si è mosso: la Warner ha incaricato i «propri legali di interrompere il rapporto contrattuale in corso» e la Rai ha precisato che al momento non ha «in essere nessun contratto con l’artista».

Dal canto suo Morgan si è dipinto su Instagram come la vittima della situazione: «bestie violenti e misantropi untori e boia stiano dalla parte di starfuckers e mafiosi. Esseri umani, persone civili, non violenti, persone dotate di anima, stiano con me». Ha poi aggiunto in descrizione al post di essere vittima di una gogna mediatica, sostenendo di essere lui il perseguitato e accusando l’ex compagna di volere «il successo sfruttando la notorietà altrui».

La musica si schiera

«Mi sono sentita e mi sento molto sola e abbandonata dalle istituzioni», ha scritto Angelica Schiatti su Instagram. Ma al silenzio istituzionale si è opposta la voce del mondo della musica. Oltre ai messaggi di vicinanza e solidarietà, c’è stata una presa di coscienza collettiva. «È arrivato il momento di scegliere da che parte stare in merito a comportamenti come revenge porn, violenza sulle donne, maschilismo, stalking e tutto ciò che inquina la nostra società e su cui non dobbiamo mai abbassare la guardia», ha scritto Levante in un post. E poi Annalisa, che, dopo aver condannato lo spazio di azione concesso a Morgan in questi ultimi anni, ha allargato la responsabilità alla collettività: «E ora che sappiamo, sta anche a noi negarglielo. Per Angelica e per tutte #Basta».

C’è anche chi, come Emma Marrone, ha criticato i mancati provvedimenti del passato. Secondo la cantante, «a molti è convenuto tacere, anzi hanno trovato il modo di dare altro spazio a questo “grande artista! Eh sì. Sono anni che in molti lo idolatrano e lo difendono come se la sua “conoscenza” artistica lo legittimasse a dire e a compiere qualsiasi atto». E l’esortazione: «In un mondo pieno di Morgan, voi siate Calcutta». 

Della stessa opinione il cantautore Davide Petrella, conosciuto come Tropico, che ha criticato la visibilità che è stata riservata «a un uomo di m***a come Morgan», nonostante siano anni che viene associato a episodi violenti, volgari, polemici e presuntuosi. La lista di nomi è molto più lunga, tra gli altri si sono uniti Clara, Tommaso Paradiso, J-Ax, Elisa, Madame, Noemi.

Una presa di posizione così potente non si era mai vista nel mondo musicale, tanto che qualcuno l’ha definita il “Me too della musica”, anche se più che del Me too si è trattato di una manifestazione di consapevolezza collettiva, una condanna unanime della violenza contro Angelica Schiatti e, più in generale, contro tutte le donne.

Le conseguenze

Nonostante il clamore mediatico mercoledì sera Morgan ha partecipato indisturbato a un festival organizzato a Desio, in Lombardia. È stato presentato come «un grande papà» e si è esibito come solista sul palco tra gli applausi del pubblico dopo aver detto «è stata una giornata brutta, però noi dobbiamo farla diventare bella». Non tutti però hanno chiuso gli occhi di fronte a questa vicenda. Dopo la Warner e la Rai è arrivato il festival di Porto Rubino, che ha annunciato che mercoledì 17 luglio Morgan non ci sarà, e non per scelta sua. La direzione artistica ha cancellato la partecipazione perché «non in linea con lo spirito e i valori del Festival, in attesa che tali questioni siano affrontate nelle sedi più opportune».

Segnali di cambiamento

In un mondo in cui schierarsi dalla parte della vittima e condannare la violenza non è ancora scontato, il panorama musicale ha dimostrato che cambiare è possibile. «Chi denuncia si trova di fronte a una grande e imperdonabile resistenza culturale, che genera e contribuisce al persistere di pregiudizi e stereotipi che rendono, spesso, impossibile la stessa applicazione della legge», ha scritto su Instagram la fondazione Una nessuna centomila. La presa di posizione degli artisti e delle artiste non basterà da sola ad accelerare la giustizia, a estinguere gli episodi di violenza o a cancellare i pregiudizi, ma rappresenta comunque un passo verso la consapevolezza che la violenza non può e non deve più essere accettata.

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