Il presidente del consiglio regionale fermato per concorso esterno alla mafia, secondo la procura antimafia di Catanzaro è tra i complici della cosca Grande Aracri, radicata fino al nord e in Germania
Lo hanno arrestato all’alba i carabinieri di Catanzaro. Ora è ai domiciliari a casa sua. E’ Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria. Secondo l’inchiesta coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta dal procuratore Nicola Gratteri, Tallini sarebbe stato vicino alla cosca Grande Aracri di Crotone. I boss gli avrebbero anche garantito sostegno elettorale alle elezioni regionali del 2014. Tallini è coinvolto insieme ad altre 19 persone in una imponente operazione di riciclaggio che vedrebbe al centro una rete di farmacie. Per gli investigatori, il presidente del Consiglio regionale, sarebbe stato determinante per gli affari della cosca.
«Gli atti di indagini dimostreranno che Domenico Tallini era ben consapevole dì prestare un rilevante contributo all'associazione criminale e che il lusinghiero "ritorno" elettorale provenutogli dai luoghi di elezione di quella cosca era riconducibile al patrimonio dì inti1nidazìone che la cosca stessa indubbiamente detiene», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare notificata al politico.
Tallini, di 68 anni, Forza Italia, è stato arrestato e si trova ai domiciliari. L’ipotesi dei magistrati guidati da Nicola Gratteri è concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso con la cosca Grande Aracri della 'ndrangheta, gruppo originario di Cutro, provincia di Crotone, ma ramificata in Emilia, Lombardia e Germania.
I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta della procura antimafia del capoluogo calabrese. Coinvolti in, indagati dalla Calabria fino a per vari reati: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro.
le indagini hanno documentato come la cosca Grande Aracri aveva messo in piedi una rilevante progettualità imprenditoriale finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmaci: anche in questo caso sparse per l’Italia, 20 in Calabria, 2 in Puglia e una in Emilia Romagna.
© Riproduzione riservata