Per la prima volta dal 2011 calano gli abbonati nel primo trimestre dell’anno. Il colosso dello streaming sta pensando di sconfessare la linea aziendale tenuta fino a questo momento per raggiungere più persone.
Calano gli abbonati e Netflix pensa a inserire la pubblicità. Per la prima volta dal 2011 la piattaforma streaming ha registrato un calo di 200mila abbonamenti nei primi tre mesi del 2022. E la previsione è ancora peggiore, visto che il calo stimato nel trimestre in corso è di altri due milioni di utenti di meno.
Contromosse
Per questo motivo il fondatore e co-Ceo di Netflix, Reed Hastings, ha ventilato l’ipotesi di introdurre un abbonamento con un minor costo ma sostenuto da pubblicità. È un modo per incentivare le persone che hanno abbandonato il servizio, per via dell’aumento dei prezzi, a ritornare sulla piattaforma.
Un’eventuale scelta in contrasto con quanto sostenuto nel corso degli anni, visto che l’ipotesi di utilizzare la pubblicità era sempre stata scartata. Ma il colosso dello streaming, il più costoso sul mercato, vuole correre ai ripari.
Tra le opzioni messe sul tavolo c’è anche quella di pubblicare i nuovi episodi delle serie tv più lentamente, per cercare di tenere gli utenti abbonati per più tempo. Oppure quella di lanciare meno spettacoli e serie tv ma con un rilievo maggiore, concentrandosi quindi sulla qualità rispetto alla quantità.
I motivi del calo
Per Netflix, il calo è spiegato dall’aumento della concorrenza, dall’adozione lenta della banda larga e delle smart tv e dalla condivisione delle password. Al totale dei suoi abbonati, infatti, si devono aggiungere, sempre secondo Netflix, altre 100 milioni di famiglie che utilizzano comunque il servizio senza però pagare un abbonamento. Un fattore che inevitabilmente ha delle conseguenze sui ricavi.
Ma il calo è causato anche da dinamiche più ampie, come l’aumento dell’inflazione e la guerra in Ucraina. A causa dell’invasione da parte di Mosca, infatti, l’azienda ha sospeso il servizio in Russia perdendo circa 700mila abbonamenti. Inoltre, tra Stati Uniti e Canada sono stati 600mila quelli che hanno abbandonato la piattaforma per via dell’aumento dei prezzi. In crescita, invece, gli abbonamenti in Asia, con un incremento di più di un milione di utenti, specialmente tra Giappone e India.
Il rendimento
L’annuncio del calo trimestrale ha avuto ripercussioni finanziarie importanti. A Wall Street nelle contrattazioni after hours il titolo ha perso il 25 per cento, senza contare che le azioni erano già in calo del 40 per cento quest’anno. A oggi gli abbonati di Netflix sono 221,6 milioni, rispetto ai 221,8 del trimestre precedente. Una diminuzione che si è riflessa anche nella crescita dei ricavi, con un aumento di poco meno del 10 per cento e il raggiungimento di 7,87 miliardi di dollari rispetto a 7,93 miliardi previsti. Dopo il boom con l’avvento della pandemia, Netflix deve fare i conti con l’attuale situazione e provare ad adattarsi.
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