- Secondo la businesswoman Amanda Staveley la Serie A è una realtà inaffidabile. Da chi governa il calcio italiano, nessuna reazione. Meglio non inimicarsi i sauditi e chi li rappresenta, gli interessi in ballo sono enormi.
- Due settimane fa è sfumata l’ipotesi di giocare la Supercoppa italiana in Arabia Saudita. Sarebbe stata comunque la ruota di scorta della Supercoppa spagnola, che ha cambiato il format per compiacere gli organizzatori sauditi.
- Il piano di multiproprietà calcistica di Riad mira comunque a piantare una bandiera in Italia. La prospettiva era di acquisire un club di Serie B, ma poi nei gionri scorsi si è diffusa l’indiscrezione di un interessamento per la società viola.
La Serie A italiana è un disastro. Parola di Amanda Staveley, proprietaria al 10 per cento del Newcastle United ma soprattutto massima rappresentante della famiglia regnante saudita che attraverso il fondo sovrano Public Investment Fund (Pif) ha acquisito il club della Premier League.
La signora Staveley è una donna d’affari che aveva già esercitato un ruolo importante nella trattativa per il passaggio di proprietà del Manchester City sotto il controllo della famiglia regnante degli Emirati Arabi Uniti.
Le sue severe parole sul massimo campionato sono state pronunciate a margine della sfumata trattativa (sempre che davvero sia mai decollata) per l’acquisizione dell’Inter da parte di Pif. E stando alle parole della stessa Staveley un tentativo analogo sarebbe stato effettuato col Milan.
Svanita la prospettiva di piantare la bandiera saudita sulla Milano calcistica, Staveley non ha attinto al bagaglio della diplomazia per rovesciare il mancato buon esito della trattativa sulle carenze strutturali del calcio italiano. A cui è stato appioppato un marchio di cialtroneria che avrebbe meritato qualche reazione da parte di chi governa il movimento. E invece il silenzio è stato indicativo di molte cose.
Quasi un’istintiva sudditanza, in vista di prospettive che potrebbero essere realizzate e perciò sarebbe meglio non precludersi. Tanto più che le relazioni del calcio italiano con Riad sono sempre molto fitte.
La ruota di scorta della Liga spagnola
Da poco è tramontata la prospettiva di vedere giocare un’altra volta in Arabia Saudita la gara di Supercoppa italiana. Il prossimo 12 gennaio Inter e Juventus si affronteranno al Meazza, dopo che due settimane fa l’amministratore delegato della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, era stato a Riad per sciogliere la questione della sede. Infine si è optato per la soluzione domestica, con qualche rimpianto per le società nerazzurra e bianconera che avrebbero voluto spartirsi il gettone da 7,5 milioni di messo a disposizione dai sauditi.
Ma ci sarebbe anche il fatto che gli organizzatori arabi vorrebbero cambiare la formula della competizione, trasformandola in una Final Four come già è stato fatto dalla Liga Spagnola. Che infatti proprio in Arabia Saudita avrebbe dovuto inaugurare a gennaio 2021 la nuova versione della competizione, ma poi causa pandemia ha dovuto mantenerla entro i propri confini.
Poco male, ci riproveranno il prossimo gennaio, dal 12 al 14. Cioè il periodo in cui Inter e Juventus si giocheranno il trofeo a Milano. E infatti non per caso i sauditi chiedevano che la gara venisse disputata il 5 gennaio, cioè una settimana prima della Supercoppa spagnola.
Non deve essere piacevole, per chi governa la cosiddetta Confindustria del calcio italiano, essere la ruota di scorta della Liga spagnola. Ma ciò non toglie che i sauditi non perdano interesse per il calcio italiano. E se pare tramontata la prospettiva del mondiale 2030 da organizzarsi in cooperazione fra le due federazioni (un'ipotesi di cui Domani parlò la scorsa estate), non è affatto dismessa la prospettiva di multiproprietà sul modello del City Football Group gestito dagli Emirati Arabi Uniti col Manchester City a fare da centro di rotazione. Una prospettiva che potrebbe coinvolgere anche il calcio italiano.
L’ultimo rumor su Firenze
La multiproprietà calcistica è qualcosa di più che una semplice ipotesi. Nelle scorse settimane, oltre che l’Inter, il Pif aveva puntato il Bordeaux in Francia. E stando a quanto riportato un mese fa dalla stampa saudita, il piano di espansione calcistica prevede anche la costituzione di un’accademia calcistica in Kenya. Ciò che fra l’altro lascia intravedere un percorso già attuato dal Qatar tramite l’accademia Aspire: reclutare giovanissimi calciatori africani e naturalizzarli per formare una forte squadra nazionale.
Ma le mire di espansione in Italia, al di là del giudizio severo espresso da miss Staveley, sono state completamente dismesse. Perché nei giorni stessi in cui quel giudizio è stato pronunciato si continuava a parlare di interessamento per un club di Serie B, dunque della possibilità di partire un po’ più dal basso e costruire gradualmente. Ma poi giusto nei giorni scorsi si è diffusa l’indiscrezione su un interessamento di Pif per la Fiorentina.
Nessuna conferma, nessuna smentita. Il tempo dirà quanto credibile sia questo scenario. Ma intanto, dato che si parla di Firenze e di Arabia Saudita, inevitabile che il pensiero corra al possibile ruolo del senatore di Rignano sull’Arno.
Di sicuro c’è che l’umore della tifoseria viola via social è tutt’altro che benevolo. Sia verso l’eventuale proprietà saudita che verso il senatore.
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