Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si è sempre espresso contro lo strumento delle intercettazioni e la nuova stretta sembra avere come principale imputato il Trojan. Ma Nordio è in buona compagnia, con Forza Italia e Azione che a colpi di emendamenti stanno tentando di trasformare il ddl Nordio – nella sua versione definitiva nato per “salvare” le intercettazioni per reati di mafia – in uno strumento per demolirle
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sta preparando nuove misure per ridurre l’uso delle intercettazioni. Oggi in via Arenula c’è stata la riunione per metterle a punto perché il Guardasigilli ha intenzione di presentare la sua proposta già al Consiglio dei ministri di lunedì. L’obiettivo di Nordio è sempre quello di garantire al massimo la presunzione d’innocenza e al centro della stretta ci sarebbe lo stop all’utilizzo del Trojan.
Il Trojan prende il nome proprio dal cavallo di Troia dell’Odissea. Si tratta di un virus informatico che ha l’obiettivo di registrare e copiare tutto dalle conversazioni telefoniche a quelle ambientali, nonché il materiale contenuto in un telefono o in un computer. Il Trojan può persino attivare la telecamera del dispositivo che ha “invaso” registrando quanto avviene nell’ambiente circostante.
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In attesa però delle nuove regole, Forza Italia e Azione stanno già minando al decreto Nordio varato il 10 agosto e adesso nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia al Senato. Già mesi fa Nordio si era espresso contro le intercettazioni perché «strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica» nonché «una barbarie che costa 200 milioni di euro all’anno».
Il Trojan in particolare era già stato limitato dalla legge Orlando del 2017 ai soli reati di mafia e terrorismo e anche se il Guardasigilli ne aveva supposto l’inutilità per questi ultimi «perché i mafiosi non parlano al telefono», alla fine la versione definitiva del decreto – dopo le sollecitazioni del procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo – non le aveva abolite e anzi ne aveva ampliato la portata proprio per quei reati.
Ma gli emendamenti presentati alla camera dai forzisti e da Enrico Costa di Azione stanno tentando di demolire il Trojan, usando quello di Nordio come decreto capestro, impazienti di aspettare le nuove del Guardasigilli della prossima settimana.
Per Costa ci vuole uno stop al Trojan nelle case, perché la vita privata anche di un indagato va tutelata, non dovrebbe essere spiato in camera da letto o nel suo bagno: «La privacy della vita familiare non può essere violata da registrazioni in momenti di stretta intimità personale». E ancora. Trojan solo per registrare conversazioni, ma non potrà più «acquisire screenshot, documenti, video, files»
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