- Due informazioni sufficienti per nessuno: il 14 ottobre Alitalia cesserà di esistere e il giorno successivo inizieranno a volare gli aerei Ita; chi ha acquistato un biglietto Alitalia ma non potrà volare sarà rimborsato.
- I dubbi senza risposte, a meno che Ita o palazzo Chigi o il ministero dello Sviluppo economico le forniscano a Domani, sono ancora numerosi.
- Ita volerà con una flotta notevolmente ridotta rispetto ad Alitalia. È impensabile che un paese come il nostro, che vive di turismo, non abbia una compagnia aerea che faccia l’interesse di chi vive in Italia.
Occorre fare chiarezza, con urgenza, su cosa accadrà ad Alitalia e su come opererà Ita perché il futuro del nostro paese dipende anche dalla presenza di una forte compagnia aerea nazionale.
Partiamo da ciò che sappiamo: il 14 ottobre Alitalia cesserà di esistere e il giorno successivo inizieranno a volare gli aerei Ita; in secondo luogo, il decreto legge sostegni bis ha stanziato 100 milioni per rimborsare coloro che hanno acquistato un biglietto Alitalia ma non potranno volare. Queste due informazioni non sono sufficienti per nessuno.
I dubbi senza risposte, a meno che Ita o palazzo Chigi o il ministero dello Sviluppo economico le forniscano a Domani, sono ancora numerosi. Ad esempio: 1) chi ha un biglietto per volare Alitalia nel 2022, avrà solo il rimborso di quanto pagato o sarà ri-protetto da Ita o altre compagnie partner di Alitalia?; 2) un biglietto etichettato Alitalia ma operato da una diversa compagnia (come Air France o Klm) per volare dopo il 15 ottobre, sarà ancora valido o sarà annullato? 3) che fine fanno le miglia acquisite dai frequent flyer? E Ita riconoscerà ai frequent flyer Alitalia lo stesso status posseduto così, quanto meno, da invogliare il passaggio alla nuova compagnia e creare un parco clienti che, a oggi, è del tutto assente? 4) che fine faranno i biglietti premio emessi (quelli acquistati con le miglia) ivi compresi i c.d. “companion”? Come verranno rimborsati o riprotetti visto che non ha senso per loro il fondo sostegni-bis?, 5) che fine faranno le tante carte di credito American Express “Alitalia” che continuano a essere emesse anche in questi giorni?, 6) è vero che Ita inizierà a vendere biglietti dal 15 agosto? E da quella data Alitalia cesserà di vendere i suoi o no?
Flotta ridotta
Sappiamo, poi, che Ita volerà con una flotta notevolmente ridotta rispetto ad Alitalia: 52 aerei di cui 7 wide body e 45 narrow body, per coprire 45 destinazioni con 61 rotte prevalentemente nazionali a eccezione di Tokyo e New York, e pochi slot disponibili tra Fiumicino e Linate (meno della metà di quelli oggi utilizzati da Alitalia). È possibile che nel 2022 Ita aumenti la propria flotta ma quel che è certo è che la nuova compagnia è sostanzialmente dimezzata rispetto all’ultima Alitalia.
Ma l’Italia ha bisogno di Alitalia: è impensabile che un paese come il nostro, che vive di turismo, che ha giustamente ripristinato un ministero per il Turismo, non abbia una compagnia aerea che faccia l’interesse esclusivo di chi vive in Italia, di chi investe nel nostro paese, di chi fa impresa nei nostri territori.
Volare Alitalia ha anche significato poter contare su piloti, personale a terra e a bordo, servizio clienti di grandissima professionalità nonché su un programma fedeltà gestito bene da gente competente. Avete mai volato su una low cost? Pulizia ridotta al minimo, voli cancellati senza preavviso, quando ci sono problemi personale a terra scomparso: d’altronde le compagnie di questo tipo sanno bene che un cliente che paga 10 euro un biglietto non protesta né ha interesse ad avviare un’azione di risarcimento che costerebbe molto di più solo di spese legali. Le low cost scommettono sull’inerzia e la volatilità del passeggero che, in qualche modo, sa che se paga così poco un viaggio aereo non deve essere troppo attento alla sicurezza, alla comodità, al rispetto, alla gentilezza, alla puntualità o all’assistenza.
Ecco, rispetto a tutto questo Alitalia non poteva né doveva competere e speriamo vivamente che Ita non voglia scendere a quel livello. La scelta di nominare amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini, che ha diretto per molti anni le divisioni strategiche di Alitalia e quindi conosce bene la situazione, lascia ben sperare da questo punto di vista. All’Italia serve una compagnia aerea che sappia rappresentare nel mondo l’immagine dell’italiano, il suo stile, la sua professionalità e anche la sua serietà. Serve una compagnia aerea che sfati luoghi comuni e che faccia sentire il passeggero al sicuro. Perché, nel bene e nel male, Alitalia è il simbolo del nostro paese.
Quanti di voi, tornando da una lunga vacanza in un paese lontano, arrivando in aeroporto e riconoscendo la livrea di Alitalia, verde, bianco e rosso, non hanno provato una certa emozione?
Alitalia è come la nazionale di calcio, puoi criticarla ma non puoi fare a meno di amarla, anche quando non vince. Perderla significherebbe perdere noi stessi ma soprattutto rinunciare a far crescere il paese e le sue imprese. Pensiamoci prima di buttare il bambino con l’acqua sporca.
©riproduzione riservata
© Riproduzione riservata