- Nuove accuse, che vanno dalla bancarotta al peculato fino ai reati fiscali, per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due commercialisti bergamaschi che hanno curato, fino al recente passato, i conti dei gruppi di Camera e Senato della Lega.
- Sono contenute nell’atto di chiusura indagini che dovrebbe tirare le somme di tutte le vicende minori collegate all’inchiesta per peculato sulla Lombardia film commission (Lfc).
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Un’inchiesta che non chiude la partita della procura lombarda con gli indagati, né con la Lega.
Nuove accuse, che vanno dalla bancarotta al peculato fino ai reati fiscali, per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due commercialisti bergamaschi che hanno curato, fino al recente passato, i conti dei gruppi di Camera e Senato della Lega.
Sono contenute nell’atto di chiusura indagini depositato dai pubblici ministeri di Milano Eugenio Fusco e Stefano Civardi che dovrebbe tirare le somme di tutte le vicende minori collegate all’inchiesta per peculato sulla Lombardia film commission (Lfc), la fondazione di proprietà della regione governata da Attilio Fontana che si occupa di promozione pubblica attraverso il cinema. Per quella inchiesta Di Rubba, che è stato presidente della fondazione fino al 2018, è stato condannato a cinque anni con rito abbreviato mentre Manzoni a 4 anni e 4 mesi in primo grado.
Con i due commercialisti, soci di studio del tesoriere della Lega Giulio Centemero, è finito nel fascicolo anche Michele Scillieri, collega milanese presso il cui studio è stata domiciliata, nel 2017, la nuova Lega per Salvini premier, nata dopo che vecchio partito di Umberto Bossi era finito nei guai, anche economici, per la storia dei 49 milioni di euro di rimborsi pubblici spariti nel nulla e mai ritrovati. Anche Scillieri è entrato nell’affare Lfc e per il suo contributo ha patteggiato tre anni e otto mesi. Intorno a loro ruotano diversi personaggi minori.
Giro di fatture
Dalle carte che Domani ha potuto consultare emerge la ricostruzione della procura sul giro di fatture – ritenute false – utilizzate per evitare il pagamento delle imposte da parte delle società del complesso meccanismo messo in piedi da Di Rubba, Manzoni e Scillieri per distrarre 800mila euro da Lfc e farli sparire in mille rivoli.
Sigle come la Sdc di Di Rubba e Manzoni ma amministrata da Elio Foiadelli o la Eco di Pierino Maffeis – indagati anche loro – o la Elle Esse Consulting riferibile a Scillieri e a Luca Sostegni. Prendono una forma più definita, però, anche altri affari nei quali sono coinvolti gli indagati – undici in totale – come la bancarotta fraudolenta della società New Quien che aveva in gestione una discoteca, dove compare Manzoni insieme ad altre quattro persone. Sono accusati di aver distratto dal 2015 in poi oltre 230mila euro di fondi, fino al definitivo fallimento con un passivo di oltre 800mila euro.
A Di Rubba è invece contestato il peculato di 38mila euro in concorso con Giuseppe Di Grandi, legato ad Areapergolesi, una società che organizza eventi e si occupa di gestire uno spazio in via Pergolesi a Milano dove aveva sede anche la Sdc. Gli inquirenti hanno scoperto che tra il 2015 e il 2018 Lombardia film commission ha sostanzialmente pagato parte del canone d’affitto dovuto da Areapergolesi. Anche Scillieri è accusato di peculato come curatore di un paio di società.
L’inchiesta è destinata a chiudere un filone di indagine che ha portato alla luce alcuni affari opachi dei due commercialisti che gravitavano intorno al cerchio magico della nuova Lega e che, prima del processo, erano stati difesi pubblicamente anche di Salvini.
Ma non chiude la partita della procura lombarda con gli indagati – ci sarebbero infatti altre ipotesi di reato su cui si sta indagando fuori dal filone Lfc – né con la Lega. Le carte arrivate dalla procura Genova, che per anni ha indagato sui 49 milioni di euro spariti fino ad archiviare, hanno fatto emergere un’accusa di truffa per Centemero e per il suo predecessore alla tesoreria del partito, Stefano Stefani. Accuse ora al vaglio dei magistrati milanesi.
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