Il primo giorno in cui gran parte dell’Italia, sedici regioni in tutto, si trova in zona gialla, segna anche il numero più basso di nuovi casi dall’inizio della seconda ondata (complice il lunedì, giorno in cui di solito viene analizzato un numero molto basso di tamponi).

Ieri, sono stati registrati 7.925 nuovi casi, il numero più basso dallo scorso 14 ottobre. Tornano però a salire i posti occupati in terapia intensiva dai malati di Covid-19, più 37, e i ricoveri, più 164. I decessi restano alti, ieri ne sono stati registrati 329.

Nonostante questi dati positivi, la situazione generale rimane preoccupante. I vaccini continuano a essere in ritardo e sembra oramai sicuro che non ne saranno consegnati in numero sufficiente per proteggere tutti gli over 80 nei primi tre mesi dell’anno.

Inoltre, tra una settimana bisognerà cominciare a vaccinare gli under 55, una fase particolarmente delicata del piano. Infine, l’improvviso aumento di casi nel Portogallo in questi giorni ha ricordato a tutto il continente quanto rapidamente la situazione dell’epidemia possa peggiorare quando sono in gioco nuove varianti del virus.

Tregua Europa-AstraZeneca

Lunedì, la Commissione Europea e la società farmaceutica AstraZeneca sono arrivata a una tregua nello scontro iniziato quando quest’ultima ha annunciato una riduzione tra il 60 e il 75 per cento dei vaccini che avrebbe dovuto cominciare a consegnare a partire da febbraio.

Ieri, la Commissione ha annunciato che AstraZeneca si è impegnata a consegnare 9 milioni di dosi di vaccino in più rispetto a quanto annunciato la scorsa settimana. Inoltre, l’inizio delle consegne sarà anticipato dal 15 all’8 febbraio.

AstraZeneca si era impegnata a consegnare 75 milioni di dosi di vaccino nel corso dei primi tre mesi el 2021. La quantità è poi stata ridotta a 31 milioni di dosi, passate a 40 dopo l’annuncio di ieri. Un’offerta simile avanzata dalla società nel corso della scorsa settimana era stata respinta. Non è chiaro se l’accordo annunciato ieri rappresenta solo una pausa dello scontro o se la Commissione considera la questione chiusa.

Se le cose non dovessero cambiare, la riduzione nella quantità di vaccini che riceveranno i paesi europei nei primi tre mesi dell’anno sarà comunque pari al 50 per cento di quanto pattuito inizialmente. L’Italia, ad esempio, avrebbe dovuto ricevere circa 8 milioni di dosi di vaccino nei primi tre mesi dell’anno, ridotte poi a 3,4 la scorsa settimana e aumentate a 4 milioni in seguito all’annuncio di ieri.

Novità nel piano vaccinale

Lunedì è stata rimandata a data da destinarsi la riunione tra governo e regioni per decidere le novità del piano vaccinale. L’Aifa, infatti, così come il suo equivalente tedesco, ha approvato l’utilizzo del vaccino AstraZeneca, ma ne ha raccomandato l’uso soltanto per persone con meno di 55 anni (gli studi presentati dalla società non includevano un sufficiente numero di persone più anziane).

Questa raccomandazione obbliga il governo e il commissario straordinario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri a individuare almeno 4 milioni di under 55 da vaccinare nei mesi di febbraio e marzo, mentre in precedenza ci si aspettava di dare la precedenza agli over 80.

Con l’anticipo delle prime consegne all’8 febbraio, c’è soltanto una settimana per stilare le liste di persone da vaccinare, individuare gli spazi dove procedere alle vaccinazioni, il personale per effettuarle e organizzare le prime prenotazioni.

A essere vaccinati in questa fase saranno probabilmente lavoratori “essenziali”, cioè insegnati, personale scolastico e operatori delle forze dell’ordine.

La situazione in Portogallo

Intanto, la situazione dell’epidemia è precitata in Portogallo. Il paese è passato in un mese da una media settimanale di 4mila nuovi casi al giorno a oltre 12mila, più dell’Italia, che ha una popolazione sei volte più numerosa. Oggi, è il paese al mondo con il più alto numero di nuovi casi al giorno in rapporto alla popolazione, oltre 90 ogni 100mila abitanti.

Questo fine settimana, il governo portoghese aveva avvertito che rimanevano soltanto sette letti di terapia intensiva liberi e quello tedesco ha annunciato l’invio di aiuti nel paese, come aveva fatto con l’Italia durante la prima ondata.

Al momento non è chiaro quanta parte dell’epidemia portoghese sia causata dalla variante del coronavirus identificata nel Regno Unito o da quella scoperta in Brasile, entrambe più contagiose del coronavirus originario, ma secondo molti esperti la loro presenza potrebbe spiegare il rapido aumento dei casi nel paese e la crisi del suo sistema sanitario.

 

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