Con un decreto di citazione diretta notificato mercoledì mattina, l’influencer Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata per il Pandorogate, sollevato a dicembre 2022 da Domani. L’udienza si terrà il 23 settembre. 

Il caso riguarda la vicenda del "Pandoro Pink Christmas” Balocco e delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi griffati da Ferragni. Secondo le indagini della procura di Milano, chiuse a ottobre, le campagne comunicative e commerciali intorno ai due prodotti erano volte a indurre «in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche». Chiara Ferragni avrebbe così ottenuto un ingiusto profitto oltre che benefici derivanti «dal ritorno di immagine».

La difesa

I suoi legali, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno dichiarato: «Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l'Agcm. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente».

A fine dicembre Ferragni aveva raggiunto un accordo con il Codacons, l’ente di difesa dei diritti dei consumatori, per un risarcimento di 200mila euro da versare in beneficenza.

La risposta di Ferragni

«Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza», ha detto l’imprenditrice in relazione al rinvio a giudizio.

Chi va a processo

La procura di Milano ha disposto la citazione diretta anche per l’ex manager di Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell'azienda piemontese e Francesco Cannillo, rappresentante della Dolci Preziosi. Per tutti l’accusa è truffa aggravata.

La vicenda

L'accusa sostiene che nella campagna commerciale del pandoro Ferragni aveva lasciato intendere che acquistandolo si sarebbe sostenuta la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario per l’ospedale Regina Margherita di Torino, ma in realtà la somma era stata già stanziata. La stessa cosa sarebbe accaduta durante la campagna promozionale delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. Nel caso del pandoro, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) aveva dichiarato che si trattava di «pubblicità ingannevole» e multato Ferragni per un milione di euro. Per le uova di Pasqua, l'Antitrust aveva trovato un accordo con Chiara Ferragni che ha versato 1,2 milioni di euro all'associazione I bambini delle fate.

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