- L’amica di Nicola Cosentino ed estimatrice di Silvio Berlusconi non sarà più dentro il consiglio di amministrazione del settimanale L’Espresso, che proprio a Cosentino aveva dedicato copertine sui legami con la camorra.
- Paola Picilli si è dimessa dopo l’articolo pubblicato da Domani sulla sua nomina e sulle sue solide relazioni con l’ex politico di FI.
- «Motivi personali», è la motivazione ufficiale.
L’amica di Nicola Cosentino ed estimatrice di Silvio Berlusconi non sarà più dentro il consiglio di amministrazione del settimanale L’Espresso, che proprio a Cosentino aveva dedicato copertine sui legami con la camorra.
Paola Picilli si è dimessa dopo l’articolo pubblicato da Domani sulla sua nomina e sulle sue solide relazioni con l’ex politico di FI. «Motivi personali», è la motivazione ufficiale. Motivi personali è scritto in un comunicato della nuova società editrice che ha acquistato la storica testata fondata da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari.
Da qualche settimana L’Espresso è a tutti gli effetti dell’imprenditore campano Danilo Iervolino, che con il giornale aveva peraltro un contenzioso aperto dopo una querela (persa in primo grado) per un articolo di qualche anno fa in cui i giornalisti ricostruivano la storia del suo impero economico e finanziario realizzato con la formazione telematica. Era sua l’università telematica Pegaso, venduta solo di recente a un fondo per un miliardo di euro.
«Motivi personali»
Il comunicato con cui Bfc Media ha annunciato le dimissioni di Picilli è stato pubblicato alle ore 19 di ieri. «Il consigliere indipendente di Bfc Media, Paola Picilli, ha rassegnato, nella serata di ieri, le dimissioni per motivi personali. Le dimissioni, su richiesta di Picilli, hanno effetto immediato». Picilli è la storica collaboratrice di Cosentino, molto legata a Forza Italia nonostante non sia mai stata candidata.
L’articolo pubblicato da Domani ha però creato qualche imbarazzo: come spiegare la presenza di una berlusconiana di ferro nel consiglio di amministrazione del giornale che ha ospitato le inchieste più famose sul potere del Cavaliere?
Tra queste, una delle più celebri, si intitolava “La camorra nel governo” – Anno 2008, ha scatenato il finimondo.
Soprattutto perché al centro dell’indagine giornalistica c’era l’allora potente sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, ras di Forza Italia in Campania e fedelissimo di Berlusconi. I verbali pubblicati rivelavano per la prima volta l’esistenza di un’inchiesta dell’antimafia di Napoli sui rapporti molto stretti tra il sottosegretario e il famigerato clan dei Casalesi.
Rapporti fondati sull’affare della spazzatura, business attorno al quale la camorra casertana ha costruito un impero, prima avvelenando i terreni con gli sversamenti illegali, poi gestendo con la politica lo smaltimento ufficialmente legale.
L’amico caro
«Cosentino oggi produce vini in Campania, è fuori dalla politica», aveva detto Picilli a Domani. Aveva anche rivendicato l’amicizia e l’ottimo rapporto con il politico condannato in secondo grado a 10 anni per complicità con la camorra: «Ho ancora un ottimo rapporto con Cosentino. Vedremo in Cassazione che succede».
«Il presidente Denis Masetti, l’a.d. Marco Forlani e la società ringraziano Paola per la dedizione mostrata al gruppo. Picilli non detiene azioni di Bfc Media Spa», continuano gli editori che avevano voluto Picilli nel consiglio di amministrazione. E assicurano: «Il Cda, nelle persone del presidente Denis Masetti, dell’a.d. Marco Forlani e dei Consiglieri Mirko Bertucci, Mario Rosario Miele, Maurizio Milan, Massimiliano Muneghina e Alessandro Mauro Rossi, proseguirà il proprio mandato assicurando lo svolgimento del percorso strategico del gruppo fino alla sua naturale scadenza, prevista con l'assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2024».
A breve, scrivono, verrà individuata un’altra figura per occupare la casella di consigliere indipendente.
Di certo toccherà trovare un profilo più in linea con la storia dell’Espresso, che nei giorni del voto per il Quirinale titolava su Berlusconi “Lui no”. Mentre Picilli considera l’ex presidente del consiglio «un gigante tra i nani». Questo scriveva nel 2021 sui suoi profili social. Troppo diversi per vivere in armonia con L’Espresso.
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