Angelo Ferrari è stato nominato commissario per l’emergenza. In Italia decine di casi tra Piemonte e Liguria. Il decreto legge del governo punta a contrastare il virus letale per gli animali.
Nell’ultima settimana sono aumentati i casi accertati di peste suina africana in Italia. La regione più colpita, in particolare, è il Piemonte con 51 casi, mentre in Liguria sono 32. L’area “rossa” comprende 114 comuni e gli ultimi casi sono stati riscontrati in provincia di Alessandria, tra Fraconalto, Ovada e Prasco.
La peste suina africana (Psa) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, è altamente contagiosa e al 90 per cento letale per gli animali mentre non è trasmissibile agli esseri umani. Il virus è originario del Kenya e in Italia è presente da decenni in Sardegna. Tuttavia, la malattia riscontrata da gennaio in Piemonte è geneticamente diversa da quella circolante nell’isola e corrisponde al virus presente in Europa dal 2014.
Lo scorso febbraio, in un’audizione al Senato, il professor Manuel Sanchez-Vizcaino Rodriguez, esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sottolineato la pericolosità del momento: «Dal 1978, da quando mi occupo di peste suina, non ho mai trovato la situazione difficile come oggi. La malattia è presente in cinque continenti e in oltre 50 paesi e continua ad avanzare molto velocemente».
L’Italia si è mossa per cercare di contrastare la diffusione del virus, un pericolo enorme soprattutto per gli allevamenti di suini. Oltre alle raccomandazioni per i cacciatori, gli allevatori, i veterinari e i turisti, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale un decreto sulle misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana, entrato in vigore il 18 febbraio 2022.
Cosa ha previsto il governo
Con il decreto ogni regione e provincia autonoma ha dovuto adottare dei piani che prevedono interventi per la gestione, il controllo e l’eradicazione del virus. Piani che devono essere conformi ai progetti nazionali disposti dal ministero della Salute.
Al comma 5 bis dell’articolo 1 del decreto, si impone il «divieto di prelievo» di cinghiali nelle aree dove il virus è in circolazione attivamente, mentre il comma 6 prevede il controllo da parte del servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale degli animali abbattuti e destinati al consumo alimentare.
Ma una delle più importanti decisioni all’interno del decreto legge si trova all’articolo 2 che stabilisce la nomina di un Commissario straordinario sul tema. La scelta è ricaduta su Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, nominato con il decreto del presidente del Consiglio del 25 febbraio 2022. Ferrari dovrà coordinare e monitorare le azioni intraprese per contenere la peste suina africana. La carica ha una durata di un anno, rinnovabile solo una volta, è svolta a titolo gratuito ed è compatibile con altri incarichi pubblici.
Tra i compiti del commissario quelli di verificare la regolarità dell’abbattimento degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse, così come dovrà coordinare i servizi veterinari dei territori interessati.
Queste disposizioni, però, non devono essere applicate in Sardegna che continua il suo percorso specifico per l’eradicazione della peste suina anche perché, a breve, dovrebbe avvenire la completa eliminazione del virus nella regione.
Al Senato, nel corso dell’esame del decreto, sono stati aggiunti alcuni commi riguardo la costruzione di recinzioni o strutture temporanee per il contenimento dei cinghiali selvatici nelle zone interessate dal virus. Sono destinati 10 milioni di euro nel 2022 per la loro costruzione, senza bando di gara per ragioni di urgenza.
Queste strutture possono essere installate in deroga ai regolamenti edilizi e ai vincoli paesaggistici, basta che ci sia il parere della Soprintendenza. Inoltre, se i terreni sono di proprietà privata, il commissario può autorizzarne l’occupazione d’urgenza comunicando al cittadino la durata e un indennizzo.
Sempre nel decreto, inoltre, all’articolo 3 viene previsto l’obbligo di segnalare il rinvenimento di cinghiali feriti o morti per i cacciatori, gli allevatori e anche per le persone coinvolte in incidenti stradali con gli animali. La pena è una multa di 500 euro.
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