Il ministro dell’Interno, durante l’incontro con i sindacati, afferma che non c’è alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico. Condivide le parole di Mattarella ed esprime la massima fiducia verso le forze di polizia
Non c’è alcuna contrazione della libertà di manifestazione in Italia. Lo sostiene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in una riunione con i vertici delle organizzazioni sindacali confederali. I sindacati avevano chiesto un incontro urgente con il ministro dopo le cariche da parte delle forze dell’ordine sugli studenti, che sabato 24 febbraio a Pisa prendevano parte al corteo per la pace a Gaza. «Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico», ha detto.
Il ministro ha poi definito inaccettabili, «perché false e strumentali», «le polemiche sollevate contro il governo con l’obiettivo di accreditare nell’opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero». Aggiungendo che «è ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia».
Le stesse regole
Piantedosi precisa poi che «non sono cambiate le regole di gestione dell’ordine pubblico, i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico». Per il ministro non c’è interesse da parte di nessuno ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni. «Men che mai», dice, «da parte del Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto».
Rimane però, afferma il ministro, la responsabilità dei manifestanti di collaborare, considerata «imprescindibile», sia nella fase del preavviso, sia durante lo svolgimento delle manifestazioni.
L’uso della forza
Piantedosi condivide «pienamente» le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oltre a condividere la condanna dell’uso della forza di Mattarella, il ministro tiene a specificare che condivide «anche l’altro richiamo precedente, da parte dello stesso Capo dello Stato, contro la intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese».
Ed esprime la massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia, servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità.
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