I dati dei consumi del 2020 sono stati positivi, gli italiani hanno speso quasi mezzo miliardo in prodotti equo-solidali: «Una proposta sempre più linea con le richieste e un’opportunità per le imprese» ha detto Zulian (Fairtrade Italia). L’a.d. Nyagoy Nyong'o: «Risposta ai cambiamenti climatici e il reddito dei contadini sono aspetti cruciali, oltre che due facce della stessa medaglia»
Durante la pandemia abbiamo consumato più zucchero e cacao equo e solidale. Il 2020 è stato un anno difficile, ma secondo un report Fairtrade la diffusione dei prodotti certificati dall’organizzazione che lavora per migliorare le condizioni dei produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo ha raggiunto ricavi per quasi mezzo miliardo: 436 milioni di euro. Questo quanto gli italiani hanno speso in prodotti contenenti almeno un ingrediente equo e sostenibile.
Il boom del cacao
A causa delle chiusure e delle norme di contenimento del contagio, il settore che ha sofferto di più è stato quello dei consumi fuori casa: bar, caffetterie e hotel, oppure mense scolastiche e uffici. Ma l’interesse dei consumatori ha continuato a crescere. Nelle catene di supermercati, come Coop Italia, o dei discount come Lidl, In’s Mercato e Aldi, sono stati inseriti nuovi prodotti raccontano: «Questo ci fa molto piacere e conferma come una proposta di forte valore sociale sia sempre più linea con le richieste di un numero crescente di cittadini, e un’opportunità per le imprese di sviluppare il proprio business» ha detto Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia.
Il boom del cacao
Il 2020 ha visto nello specifico una importante scesa in campo da parte di alcune catene della grande distribuzione a favore delle filiere del cacao: complessivamente sono state vendute 8.000 tonnellate di fave di cacao a condizioni Fairtrade (con un aumento del 33 per cento sull’anno precedente). Il marchio di ingrediente Fairtrade, ha permesso alle aziende di ampliare la gamma di prodotti certificati, e in modo particolare i discount hanno esteso l’utilizzo del marchio a decine di referenze.
Lo zucchero
In linea con l’aumento generale di consumo di zucchero a livello nazionale, il consumo degli zuccheri di canna Fairtrade in Italia è cresciuto del 30 per cento, e ha raggiunto le 5.213 tonnellate, confermando la crescita costante che ha caratterizzato il quinquennio precedente (+70 per cento).
Le banane sono rimaste il primo prodotto per volumi, ma lo stop delle mense ha decretato un consumo inferiore e le perdite registrate nel “fuori casa” non sono state controbilanciate dall’aumento delle vendite al dettaglio. Dopo una crescita sempre costante negli ultimi 15 anni, per la prima volta il 2020 ha registrato un meno 15 per cento, pari a 13.500 tonnellate di venduto. Le prime proiezioni sul 2021, riporta Fairtrade, fanno comunque intravedere per l’anno in corso un ritorno ai valori pre-crisi riporta l’organizzazione.
Scuole e fertilizzanti
I prodotti a marchio Fairtrade sono tra i più vari: si va dai più classici, come caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca o abbigliamento in cotone ai fiori. Alle vendite dei prodotti Fairtrade in Italia sono corrisposti più di 3 milioni di euro per le organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia Africa e America Latina, da utilizzare per il miglioramento tecnico e produttivo, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura, ma anche per la realizzazione di aule e strutture scolastiche, ambulatori o altro.
Infatti per poter certificare i propri prodotti, le aziende che si servono dei marchi Fairtrade si impegnano a corrispondere alle organizzazioni di produttori agricoli e no un margine di guadagno aggiuntivo, il “Premio Fairtrade”, la cui destinazione viene decisa collettivamente dai lavoratori.
Adesso si pensa alla ripresa. Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia ha commentato: «A nostro avviso, in questa fase in cui ci accingiamo a vedere la conclusione del periodo di pandemia, per ridisegnare i modelli di sviluppo economico e produttivo in una chiave di giustizia sociale e climatica, è necessario ripartire dai principi siglati negli Obiettivi di sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite».
L’amministratore delegato a livello globale, Nyagoy Nyong'o, ha avvertito: «Ci sono molte altre sfide su cui dobbiamo lavorare ora nell’era post-Covid. La risposta ai cambiamenti climatici per gli agricoltori e il reddito dei contadini sono aspetti cruciali, oltre che due facce della stessa medaglia».
© Riproduzione riservata