Per l’Accademia reale svedese «le loro scoperte hanno migliorato il modo in cui la società affronta le crisi finanziarie». Un importante risultato della loro ricerca è «il motivo per cui è fondamentale evitare i crolli bancari»
Il Premio Nobel per l'Economia è stato assegnato all'ex presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, a Douglas W. Diamond e Philip H. Dybvig. Lo annuncia L'Accademia reale svedese delle Scienze. Secondo l’Accademia «le loro scoperte hanno migliorato il modo in cui la società affronta le crisi finanziarie». I premiati di quest'anno in Scienze Economiche, si legge, «hanno migliorato significativamente la nostra comprensione del ruolo delle banche nell'economia, in particolare durante le crisi finanziarie. Un importante risultato della loro ricerca è il motivo per cui è fondamentale evitare i crolli bancari».
Bernanke attualmente insegna alla Brookings Institution di Washington, Diamond è professore alla University of Chicago, nell'Illinois, mentre Dybvig alla University of St. Louis.
Nelle motivazioni dell’assegnazione si legge che «nella loro teoria, Diamond e Dybvig mostrano come le banche offrono la soluzione ottimale per risolvere» il problema del conflitto tra la necessità dei correntisti di accedere in ogni momento ai loro risparmi e il bisogno di certezza sulle tempistiche del loro prestito che hanno aziende e proprietari di casa. Secondo i vincitori, «agendo da intermediari che accettano i risparmi di molti correntisti, le banche possono permettere ai risparmiatori di accedere ai loro soldi quando voglono, e offrire contemporaneamente prestiti a lungo termine». Ma la ricerca mostra anche come questo equilibrio rende vulnerabili le banche alle voci sulla loro debolezza. «Se un gran numero di correntisti corre agli sportelli per ritirare il proprio denaro, la voce può diventare una profezia che si autoavvera. Questa possibilità si può evitare attraverso un intervento del governo che offra garanzia per i depositi e sia prestatore di ultima istanza per le banche».
Secondo Diamond poi, le banche, grazie al loro ruolo di intermediari, hanno possibilità maggiori di valutare l’affidabilità per la concessione dei prestiti di chi chiede un mutuo. Bernanke invece nelle sue ricerche sulla grande depressione ha identificato proprio nelle corse agli sportelli uno dei fattori decisivi che ha reso la crisi così pronda e duratura.
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