I tre sono tra i 47 imputati nel processo Ambiente svenduto sull'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico
I pm del pool per i reati ambientali della procura di Taranto hanno chiesto 28 e 25 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva. I due ex proprietari e amministratori dell'Ilva, sono tra i 47 imputati nel processo Ambiente svenduto sull'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico. Entrambi sono accusati di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.
Le altre richieste
I pm hanno inoltre chiesto cinque anni di reclusione per l'ex presidente della Puglia, Nichi Vendola, che è accusato di concussione aggravata in concorso, in quanto, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe esercitato pressioni sull'allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far "ammorbidire" la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva.
Le accuse di Bonelli
Sulle richieste dei pm, è intervenuto anche Angelo Bonelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale dei Verdi che si sono costituiti parte civile. Secondo Bonelli, si tratte di richieste di condanna «dure» e quello che emerge dalle carte, ma non solo, è che dopo il sequestro dell’impiano «nulla è cambiato».
Il coordinatore dei Verdi ha poi accusato la politica di avere una «responsabilità drammatica» in quanto accaduto visto che governi del paese «non sono stati in grado di costruire una proposta economica e industriale che liberasse la città di Taranto dai veleni dell’inquinamento, cosa che invece è stata fatta in altre parti del mondo, dove al contrario sono stati avviati processi coraggiosi di conversione industriale ed ecologica».
Per questo a Taranto, secondo Bonelli, «si è conclamato il fallimento della politica italiana che nessun tribunale potrà accertare in nome del popolo inquinato». Nel frattempo, il Tar di Lecce ha dato 60 giorni di tempo ad Arcelor Mittal, la nuova proprietaria dello stabilimento siderurgico per spegnere gli impianti accusati di continuare a inquinamento l’aria del capoluogo pugliese.
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